Istituzioni ed economia
Bipopulismo di guerra. Senza Draghi l’Italia sarà subito una pedina nelle mani del Cremlino
Bisogna guardare alla guerra e all’Ucraina per restituire un minimo sindacale di verità a una campagna elettorale in cui la logica maggioritaria serve ormai solo per dissimulare un regime politico sostanzialmente “monopartitico”, privo di alternative interne e ovviamente avverso a alternative esterne al perimetro della destra e della sinistra ufficiale.
Bi-populismo? No, grazie. Manuale d'uso per la costruzione del terzo polo
Le vicende della guerra mossa da Putin contro l’Ucraina e della crisi del governo Draghi, hanno impresso ai processi politici una fortissima accelerazione e hanno costretto molti protagonisti della politica a gettare la maschera.
Ci sarebbe davvero bisogno di un "credo laico" in Italia, di un rinnovato "I care" - quello di don Milani, ad esempio – capace di spingere la fede personale, la passione delle motivazioni "alte", verso l'azione e la prassi della partecipazione alla vita degli altri, all'impegno sociale.
Lascio ad altri le battute sulla coerenza di Calenda e Bonino, dopo che di tale categoria i due si erano fatti vanto solo una decina di giorni fa lanciando il “Fronte Repubblicano”. Due sono, a parer mio, gli errori politici di fondo commessi da Azione e Più Europa nel raggiungere un accordo col Partito Democratico.
L’alleanza tra socialisti e liberali. Di fronte a un aut aut, tertium non datur
Nel 2019, su Il Mulino, Peppe Provenzano e Emanuele Felice, auspicavano una rinnovata alleanza tra liberali e socialisti. La lotta all'iniquità, infatti, rimane il collante decisivo che unisce il liberalismo delle (e per le) masse e il socialismo democratico.
L’alleanza contro. Per battere “le destre” l’ammucchiata non era una via obbligata
Il patto elettorale di ieri tra PD e Azione/+Europa è stato generalmente giustificato (anche dal protagonista più riluttante, Calenda) come un accordo obbligato per fronteggiare il pericolo “delle destre”, che in ossequio a un inveterato conformismo lessicale nell’Italia progressista si declinano sempre al plurale. “Destre” anche quando, come oggi è evidente, di destra ne è rimasta una sola, la peggiore.
Dieci anni dopo il Whatever it takes, Draghi è l’unico vero politico rimasto in Italia
Esattamente dieci anni fa oggi Mario Draghi pronunciò alla Global Investment Conference di Londra la frase che salvò la moneta unica e, in prospettiva, le sorti dell’Unione Europea, allora destabilizzata come non mai dalla crisi del debito sovrano. «La BCE è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro; e credetemi, sarà sufficiente».
La fine del governo Draghi e i motivi per cui poteva andare a finire così erano nell'aria da tempo: c'è chi li fa risalire alle elezioni amministrative della primavera, chi alla rielezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, chi a questo o quel provvedimento.