Istituzioni ed economia
Il Quirinale e l’arabesco. I presidenti eterni di un sistema politico morto
In Italia non solo la linea più breve tra due punti, ma anche il modo preferito per rimanere allo stesso punto, è comunque l'arabesco. Lo conferma la partita quirinalizia, dove la soluzione d’emergenza più scontata e coerente con uno stato di emergenza permanente – economico, politico e pandemico – anziché imporsi dall’inizio come scelta obbligata e ampiamente preferibile a ogni salto nel buio è sbucata al termine di giornate di epilettico nullismo politico-istituzionale
Ritirata più o meno ufficialmente la candidatura di Berlusconi al Quirinale – al Quirinale, com’è noto, non ci si candida: Emma Bonino fa, radicalmente, storia a sé – è il caso di far notare che la sua eventuale ascesa al Colle coi voti di grillini e post-grillini sarebbe stata la chiusura di un cerchio: quello del grillismo, appunto, figlio incestuoso del matrimonio fra l’antiberlusconismo radicale della “seconda ondata” e il berlusconismo televisivo.
Sull'elezione del Capo dello Stato sta andando in scena un teatrino che non ha nulla a che fare con il bisogno di "aria nuova" che il post(?)pandemia richiede. La politica comporta, per carità, battaglie di posizionamento e di altrui logoramento, ma nell'attuale vicenda ci sono alcuni dati di fatto ovvi, oggettivi, che nessuno può raccontare in modo diverso da come sono.
Stupidità e calcoli meschini. Il voto a distanza per il Capo dello Stato? Non si fa… perché non si è mai fatto
Nemmeno il tempo di seppellirlo, dopo avere postato sui social i selfie col feretro ed essersi contesi tra le lacrime l’eredita politica del morto, e la principale innovazione introdotta, ormai due anni fa, da David Sassoli nelle istituzioni europee – il voto a distanza all’Europarlamento, durante le fasi più acute dell’emergenza pandemica
Si torna a parlare di DaD. La mia posizione è la stessa (o meglio: si poggia sugli stessi paletti) da quando è iniziata la pandemia: didattica a distanza e didattica digitale integrata non sono la stessa cosa; per fare la DDI servono formazione e organizzazione e poche scuole sono pronte; gli studenti non sono tutti uguali (età, strumenti a disposizione, tipologia di scuola frequentata).
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato che il PNRR ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e dovrebbe contribuire a ridurre i divari territoriali esistenti nel nostro Paese.
Dieci, cento, mille Mattarella
A conclusione del suo settennato Sergio Mattarella si colloca indubbiamente tra i presidenti della Repubblica più amati dagli italiani.
La geografia policentrica di un Piemonte tra crisi e transizione post-industriale
Il Piemonte nel primo ventennio degli anni Duemila ha attraversato (e sta tuttora attraversando) una profonda trasformazione dal punto di vista sociale ed economico. I motivi sono da ricercare nella pesante crisi economica dei settori automobilistico e tessile, dove le grandi imprese, pur ad elevata internazionalizzazione, specializzate in settori a medio-alta tecnologia