Dalla vigilia delle elezioni ai festeggiamenti per il trionfo, riproponiamo in una breve raccolta alcuni articoli che Strade ha dedicato all'arrivo di Alexis Tsipras alla guida del paese più disastrato d'Europa.

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Un trionfo frutto, lo spiega bene Marco Parigi, di una rimozione, innanzitutto: quella del passato pre-2009, anni in cui la spesa pubblica greca è creciuta al ritmo vertiginoso dell'8 percento annuo, e i salari dei dipendenti pubblici del 60 percento in termini reali.

Ma se l'austerity è la medicina, non la malattia, se Tsipras è andato al potere illudendo e illudendosi che per star meglio sia sufficiente interrompere la terapia, e se il populismo sembra essere, spiega Pietro Monsurrò, l'esito del processo politico democratico lasciato a sé stesso, il suo equilibrio di lungo termine, è anche vero che la stessa terapia imposta alla Grecia non teneva sufficientemente conto della sostenibilità "umana" delle astrazioni macroeconomiche sulle quali era fondata. In questo senso, raccontava Simona Bonfante, Syriza è una conseguenza inevitabile delle politiche di austerity e della sostanziale "irresponsabilità" politica di chi le ha imposte.

Che fare ora, quindi? Buttare la Grecia fuori dall'euro, come auspica Marco Faraci, in nome di un semplice principio di responsabilità? Siano i greci, non i cittadini del resto d'Europa, a pagare il prezzo delle loro scelte. Oppure sarà Tsipras stesso ad abbassare le pretese, risultando alla fine una sorta di "Babau" tanto spaventoso quanto innocuo, e si potrà trovare un accomodamento con l'Europa che tenga anche conto del caos geopolitico che deriverebbe da un eventuale ingresso della Grecia nell'area di influenza russa o cinese, come argomenta Piercamillo Falasca? D'altronde quello che stiamo scontando in Europa è un "deficit" di integrazione, non la troppa integrazione.

In ogni caso, se quello per Syriza è stato il voto scontato di un paese infelice e in cerca di speranza, ce lo ha raccontato da Atene Georgia Manzi, sono gli stessi greci a temere gli effetti delle politiche di Tsipras, come dimostra la corsa agli sportelli delle banche che ha preceduto il voto: come spesso avviene, se il cuore va da una parte, il portafogli va dall'altra. Nella quantità di liquidità che le banche elleniche sono costrette a "tirare" ogni mese dalla BCE c'è la misura della fragilità dei fondamentali dell'economia greca, così come quella dei rischi di una trattativa pericolosa con le autorità europee.

Nel frattempo la sinistra antagonista italiana, in mancanza di meglio, continua a festeggiare in casa altrui, lo racconta Eleonora Palma, prenotando fin d'ora il volo per la Spagna.

Buona lettura.

 

SYRIZA - CopiaTra irresponsabilità tecnocratica e democrazia: il paradosso greco di Tsipras - di Simona Bonfante.

La soluzione che Syriza propone è molto probabilmente una non-soluzione economica, e tuttavia è "la" soluzione democratica. Il successo di Tsipras è conseguenza della distorsione della funzione decisionale, non della comunistizzazione della società greca.

 

 

colonna - Copia 2Perché è il momento di cacciare la Grecia dall'euro - di Marco Faraci

Dovrebbe essere interrotto qualsiasi ulteriore flusso di risorse a favore di Atene. È tempo che le idee politiche di Tsipras siano messe alla prova. Se i greci hanno votato per le sue ricette, ha senso che ne affrontino tutte le conseguenze, senza paracadute.

 

 

Grecia-elezioni - CopiaIl voto greco non è una tragedia, ma una lezione - di Piercamillo Falasca

Relativizziamo, la Grecia è un paese piccolo e Alexis Tsipras è un politico come tanti altri. Lasciare la Grecia al suo destino e tifare per l'uscita dall'euro è una soluzione peggiore del male, con effetti geopolitici ed economici oggettivamente pesanti.

 

 

tsipras omonia - CopiaIl voto scontato di un paese infelice - di Georgia Manzi

Quello che è oggi il primo partito del paese, alle politiche del 2009 aveva raggiunto il 4,6% dei consensi. Poi ci hanno pensato la crisi, l'austerity e le riforme insostenibili, che hanno fatto dei greci il popolo più infelice d'Europa.

 

 

Pericle piccoloI pericoli della democrazia populista - di Pietro Monsurrò

Tra l'elogio della democrazia ateniese da parte di Pericle e la distruzione della stessa da parte di Alcibiade, che spinse la città ad un'invasione suicida della Sicilia, passarono solo 16 anni. Dalla nascita dell'euro alla vittoria del programma populista di Tsipras è passato più o meno lo stesso tempo.

 

 

GREECE 1 - CopiaI greci votano Tsipras, ma mettono i soldi al sicuro 

C'è un grafico, pubblicato dal Financial Times (dati della Banca Centrale Greca), che mostra come con l'avvicinarsi delle elezioni in Grecia il volume dei depositi nelle banche del paese ellenico sia calato vertiginosamente.

 

 

Vittoria Tsipras piccoloTsipras, la sinistra italiana e il mito dell'uomo forte - di Eleonora Palma

La "brigata Kalimera", l'armata Brancaleone della sinistra italiana, che dalle minoranze Pd alle sezioni di Rifondazione si è imbarcata sugli aerei low cost del weekend ed è venuta a festeggiare, un po' come ai tempi di Zapatero una vittoria che sente già sua.

 

 

varoufakisGrecia, il problema non è il debito, ma l'economia - di Marco Parigi

Come ha detto Holger Schmieding, capo economista di Berenberg, la più antica banca tedesca, di ritorno da un viaggio pre-elettorale ad Atene in cui tutti gli hanno parlato ossessivamente di debito pubblico e di poco altro: "it's not about the debt, it's about the economy stupid".