Per contrastare efficacemente la mafia, la priorità è destabilizzare lo Stato mafioso, togliendogli ossigeno, cioè soldi. Provocatoriamente, l'Agenda Schiavone.

falasca

"Non voglio essere crudo ma le bonifiche non si faranno mai: la collusione fra Stato, mafia e camorra esiste da sempre. Nessuno toglierà le scorie nucleari. Cosa pensate, che i voti nascano dal nulla? (...) Lo Stato non ha fatto niente, i soldi che verranno dall'Europa se li mangeranno e tutti voi siete destinati a morire".

Così parlò Carmine Schiavone, esponente pentito del clan dei casalesi, ospite di Servizio Pubblico. Si mangeranno i soldi che verranno dall'Europa, dice. In queste parole, c'è una vera e propria agenda politica in nuce: Schiavone sta implicitamente suggerendo di usare strategie laterali per la lotta alla criminalità organizzata e al malaffare politico, chiudendo i rubinetti dei sussidi pubblici. Che vengano da Bruxelles o da Roma, le risorse pubbliche intermediate dalla politica deviata alimentano un'ampia zona grigia di illegalità ramificata e una parte non trascurabile finisce nella zona nera, quella dei core-business delle mafie. L'obiettivo di una lotta intelligente alla criminalità organizzata dovrebbe essere proprio l'interruzione del flusso di risorse, ben oltre l'efficacia delle cacce all'uomo e gli stantii rituali dell'antimafia di professione. La vera mafia si annida nei gangli dello Stato, nelle sue leggi criminogene e nei suoi incentivi perversi. La lotta alla criminalità organizzata è lotta allo statalismo e al clientelismo partitocratrico, prima che ad un gruppo di assassini e cafoni arricchiti.

Se la zona nera attira l'attenzione e suscita il terrore dell'opinione pubblica, è la zona grigia quella che dovrebbe preoccupare di più. Le mafie prosperano in una società con un tasso endemico d'illegalità, nascono e si fortificano dove questa è intensa e socialmente diffusa. La distinzione tra molti mafiosi e molti capibastone locali, che siano rappresentanti politici o dirigenti pubblici, non è poi così netta. Schiavone ha ucciso con le sue mani, nella terra dei fuochi la cattiva politica e la pessima amministrazione hanno ammazzato scientemente molte più persone, con le proprie scelte e non-scelte. Con un'attenuante però, che è un'aggravante per gli italiani: sindaci, consiglieri regionali, presidenti di regione e parlamentari sono scelti con il voto popolare (il Porcellum non è una scusante, per favore).

La spesa pubblica nel Mezzogiorno è mafia. E' mafia il sistema dei sussidi alle imprese, è mafia il meccanismo d'incentivazione del fotovoltaico, è mafia la cassa integrazione straordinaria, è mafia la normativa sugli appalti pubblici e la sua applicazione. La mafia è persino nelle scuole, dove troppi insegnanti e dirigenti disonesti e poco qualificati tengono sotto scacco i loro colleghi capaci ed eroicamente votati alla loro professione, compromettendo irreparabilmente il capitale umano del futuro. A Sud è mafioso persino il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione, ispirato al principio dal "favore" e non a quello del "diritto".

Per contrastare efficacemente la mafia, la priorità è destabilizzare lo Stato mafioso, togliendogli ossigeno, cioè soldi. Provocatoriamente, l'Agenda Schiavone.