Abbecedario Ucraino. Rivoluzione, cultura e indipendenza di un popolo
Terza pagina
Crimea, Donbas, “Rivoluzione Arancione”, “Euromaidan,” “Femen”, Viktor Yushchenko o Yuliya Tymoshenko. Sono aree geografiche, fenomeni socio-politici e protagonisti della vita politica di luoghi ed eventi che nella mente degli italiani sono distanti e avvolti da una fitta nebbia di ignoranza costellata da informazioni approssimative, spesso artatamente distorte.
Abbecedario Ucraino è il libro che chiunque voglia farsi un'idea puntuale di ciò che queste espressioni realmente significhino, deve leggere.
Il libro, il primo dell'opera che Massimiliano Di Pasquale ha articolato in due volumi - il secondo è in via di preparazione e dovrebbe essere dato alle stampe nei primi mesi del 2020 – edito da Gaspari Editore di Udine, per la propria “Collana Storica”, rappresenta il viatico ideale per comprendere alcuni degli avvenimenti fondamentali della storia dell'Ucraina.
Quello di Di Pasquale non è un lavoro frutto di un interesse passeggero per le vicende che hanno interessato la “Rutenia” come l'Ucraina, o almeno parte di essa, veniva chiamata ai tempi dell'Impero Asburgico, o sollecitato da fatti di cronaca o di costume.
L'Ucraina, per l'Autore, rappresenta un interesse politico, economico e culturale ed umano autentico. Abbecedario Ucraino, infatti, è il secondo testo scritto dal bravo giornalista di Pesaro che tratta di Ucraina. “Ucraina terra di confine. Viaggio nell'Europa sconosciuta” è il testo che ha schiuso le porte del grande paese dell'Europa Orientale al quanto impreparato pubblico italiano, trattando gli aspetti meno noti e specifici di una terra che è davvero “di confine”.
Con Abbecedario Ucraino l'autore va oltre il suo precedente lavoro; il suo scopo è “spiegare” cosa sia accaduto a Kiev (Kyiv in lingua Ucraina) e in tutto il resto del Paese dal momento in cui, il 24 Agosto del 1991, l'Ucraina cessa di essere, dopo la Russia, la più estesa delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, e proclama la sua indipendenza.
Quale siano le intenzioni dell'autore lo si evince già dal titolo che ha voluto dare al volume e dalla struttura che questa scelta ha implicato. Suddiviso in capitoli, che come in ogni abbecedario si sviluppa alfabeticamente, il lavoro prende in considerazione personaggi, eventi e luoghi che hanno definito la storia recente della “terra di confine”.
Politici, oligarchi, luoghi e ideali e fisici, intellettuali, ma anche fenomeni di costume e religiosi sono il “materiale” di cui tratta questo interessantissimo volume.
Anche la scrittura che l'autore propone non lascia adito a nessun dubbio circa il vero intento dell'opera. Al registro accademico che molti testi di questo genere letterario adottano, viene preferito uno stile piano, il cui scopo è quello di mettere in condizioni il lettore di comprendere realmente quanto contenuto nelle 174 pagine di cui consta il volume, le cui ultime 4 pagine sono dedicate ad una utilissima guida cronologica degli avvenimenti.
Massimiliano Di Pasquale spiega, e da conto al lettore, di quello che sono state le cause che hanno innescato gli eventi presi in esame, ricostruendo le dinamiche e le motivazioni che hanno portato a quell'esito piuttosto che ad un' altro, altrettanto probabilisticamente ipotizzabile, ma che non si è poi fattivamente concretizzato.
Lo sfondo sul quale i fatti ed i personaggi descritti in questo volume si verificano ed agiscono è rappresentato dalla presenza, costante, immanente, della Russia e dell'ombra che questa getta sulle ex repubbliche dell'URSS.
Da una parte la “narrazione”, quindi, di impronta moscovita, largamente ripresa dai media nazionali italiani, poco interessati a comprendere quanto avveniva nel lontano ex territorio sovietico, e dall'altra Di Pasquale che desidera “spiegare” cosa sia avvenuto, e per farlo, approfondisce, fa uso di “pezze d'appoggio” solide, cita autori di rilievo internazionale e di indiscussa autorevolezza. In alcuni casi l'autore intervista direttamente i protagonisti delle vicende di cui parla – tra questi l'ex Presidente Ucraino Viktor Yushchenko, che accoglie Di Pasquale nella sua casa di Novi Bezradychi - centro che sorge poco a sud di Kiev - rendendo in tal modo più autentico e credibile il proprio lavoro.
Il quadro dell'Ucraina che Di Pasquale vuole fornire non è solamente quello di un Paese che trova la propria collocazione in funzione dei suoi rapporti con la Russia, sia essa quella di Pietro il Grande, di Stalin o quella di Vladimir Putin, ma la “spiegazione” che l'Autore vuole fornire è quella di una Ucraina con una propria storia, millenaria, che non può essere rappresentata come espressione di una componente etnico-culturale unica, che trasforma in una sorta di identità matematica, la specificità russa e quella ucraina, quasi fossero intercambiabili tra di loro.
Stimolante è il capitolo che tratta degli “italiani di Crimea”, fenomeno migratorio che affonda le proprie radici ai tempi delle Repubbliche Marinare, quando commercianti Genovesi e Veneziani raggiungono la penisola per avviare i loro traffici con l'Oriente. Una presenza, quella italiana che riprende, su invito delle autorità imperiali russe, alla metà dell'800, quando numerose famiglie - in gran parte di origine pugliese - accettano l'invito degli Zar a trasferirsi sulle rive del Mar d'Azov e del Mar Nero. Sono pagine che, accanto ai successi ottenuti da questi italiani, non tralasciano di raccontare della deportazione di cui è stato fatto oggetto questo gruppo etnico, trasferito negli immensi spazi del Kazakistan al momento dell'invasione nazi-fascista dell'Unione Sovietica, tristissimo “effetto collaterale” dell'”Operazione Barbarossa”, sconosciuto al grande pubblico italiano.
Ma “Abbecedario Ucraino” ha un altro merito; quello di affrontare in modo limpido cosa sia accaduto in Crimea nel 2014 e cosa stia accadendo nella zona più orientale dell'Ucraina, il Donbas.
Sono pagine che si distinguono per la lucidità, la capacità di analisi e per la ricchezza di riferimenti documentali e storici.
Per coloro che non hanno compreso appieno quale sia la “linea temporale degli avvenimenti”, le ragioni politiche, storiche ed economiche che hanno portato la Russia putiniana ad invadere e, nel giro di pochissimi giorni, ad annettersi la penisola della Crimea, la lettura di questo volume si rivelerà utilissima.
La medesima logica vale per quanto concerne la trattazione di ciò che è avvenuto nella zona orientale dell'Ucraina, il Donbas, teatro della neanche troppo strisciante “war by proxy” di Mosca, della quale Di Pasquale indaga obbiettivi, cause e dinamiche.
In tutto questo la posizione di Di Pasquale è chiara e netta; alla “narrazione” di impianto moscovita, fatta di assunti storicamente discutibili, ed assai più vicini alla propaganda e alla “Hybrid Warfare” - di cui la famosa “dezinformatsiya” è parte integrante - e di retroscena alquanto difficili da penetrare, l'autore oppone riferimenti storici, analisi, frutto delle ricerche di storici e giornalisti di fama internazionale, oltre che di un alquanto accurato bagaglio di conoscenza personale e di strumenti di analisi assai sofisticati. Rimandiamo alla lettura delle pagine di Abbecedario Ucraino ogni successivo approfondimento, anche se risulta difficile trattenersi dal fornire un seppur breve resoconto di quanto Di Pasquale scrive.
Per chi, invece, desidera conoscere più da vicino personaggi come Viktor Yushchenko o Yuliya Tymoshenko, già ex governatore della Banca Centrale, Primo Ministro e quindi Presidente della Repubblica il primo, vice premier con delega all'Energia e quindi Primo ministro Ucraino, e candidato presidenziale la seconda, le pagine a loro dedicate da Di Pasquale sono assai esaustive. Anche in questo caso, la posizione dell'autore è chiara; apprezza lo sforzo compiuto dai due maggiori protagonisti della “Rivoluzione Arancione”, portatori di istanze liberali e filo-occidentali, per modificare un sistema ancora dominato dalla “mentalità sovietica”, ma non lesina critiche al loro operato.
La “Rivoluzione Arancione” e la “Euromaidan”, gli avvenimenti che hanno radicalmente mutato il volto della nazione ucraina, vengono trattati da Di Pasquale con una profonda conoscenza dei fatti, e questa è forse la parte più interessante e partecipata di Abbecedario Ucraino.
La prima è quella che si è svolta sulla Maidan Nezalezhnosti, la piazza principale di Kiev, nell'autunno-inverno del 2004. Si tratta del primo tentativo degli ucraini di liberarsi dei residui della “mentalità sovietica” e di riappropriarsi della loro. Il favore di Di Pasquale non va tanto ai protagonisti principali di questa autentica “rivoluzione civile” - Yushchenko e Tymoshenko principalmente - , ma va ai manifestanti, alla gente comune, a quegli ucraini che non hanno avuto timore di sfidare una machina repressiva assai rodata, pronta a far ricorso ai più bassi espedienti pur di disperdere le migliaia di cittadini che manifestavano il proprio scontento, ed “azzerare” la protesta. Di Pasquale questa ammirazione però, non la dimostra facendo ricorso a termini magniloquenti, ad aggettivi iperbolici o a coloriture e parallelismi improponibili.
Lo fa rispettando l'esatta scansione temporale di quanto avvenuto sulla piazza principale della capitale ucraina, facendo ampio uso di dati e fatti ampiamente documentati, spiegando cosa sia avvenuto in quelle fredde ma fondamentali giornate della fine del 2004. E quando, finalmente, la protesta riesce ad imporsi – nuovo ballottaggio ed elezione di Viktor Yushchenko alla presidenza – il tono assunto dell'autore non è di tripudio e di gaudio; anzi. Di Pasquale scrive, correttamente, che la performance del tandem che ha guidato la “Rivoluzione Arancione” non è stata poi così brillante e gli esiti non si sono rivelati all'altezza della speranze che aveva suscitato.
“Euromaidan” è il nome che ha assunto l'imponente manifestazione che ha avuto ancora una volta come teatro la piazza principale di Kiev e che si poi irradiata in tutta l'Ucraina, e che ha portato all'esautoramento dell'allora presidente Yanukovych. Quella dell'ex Primo ministro, già governatore di Donetsk, è stata una presidenza nella quale i vecchi sistemi “sovietici” erano ancora quelli dominanti.
Di Pasquale, anche in questo caso, compie un lavoro di analisi che si rivela estremamente rigoroso nello spiegare cosa sia accaduto in quei frenetici giorni. Non sarà la mancata firma dell'accordo con Brussels a scatenare la reazione di “Euromaidan”, ma il ricorso all'uso della forza da parte del Governo a decretare la fine del regime di Yanukovych. Anche in questo caso l'Autore parteggia per l'Ucraina. La vittoria che porterà all'allontanamento di Yanukovych, non viene salutata dall'autore con parole di giubilo e di soddisfazione; quello che a cui Di Pasquale plaude è la presa di coscienza del popolo ucraino che si affranca dalla propria condizione di subalternità alla vicina Russia, e che gli permette di guardare al proprio futuro con la forza della consapevolezza.
Le vicende ucraine non possono essere compresa nella loro interezza se non si coglie il ruolo svolto dagli Oligarchi, che hanno giocato un ruolo decisivo nella vita politica ed economica di quel Paese.
Gli “Oliharkhy”, come sono chiamati in Ucraina, sono quegli uomini di affari, giovani in molti casi, che nel momento della transizione del sistema economico di stampo dirigistico a quello del libero mercato si sono trovati nella posizione ideale per ammassare immense fortune, riuscendo ad impossessarsi dei beni una volta di proprietà statale con metodi alquanto oscuri. La ricchezza accumulata ha permesso loro di diventare protagonisti indiscussi della vita politica ed economica, come nel caso di Rinat Akhmetov, l'uomo più ricco dell'Ucraina, ed autentico “padrone” del Donbas.
In Abbecedario Ucraino compaiono anche fenomeni di costume come quello delle delle “Femen”, gruppo di “bellezze ucraine” che protestavano contro “questo o quello”, comparendo a seni scoperti lì dove si svolgevano manifestazioni ed eventi che richiamavano l'attenzione dei media internazionali. Anche in questo caso, dalle pagine che Di Pasquale dedica al “fenomeno Femen” traspare una certa dose di scetticismo, se non addirittura di aperta critica per un “evento” precipuamente mediatico la cui valenza lascia spazio a qualche perplessità...
L'opera di Massimiliano Di Pasquale affronta anche altri temi afferenti all'Ucraina quali scrittori più o meno discussi, come quel Eduard Limonov, il cui vero cognome è un ucrainicissimo Savenko, descritto come un accanito sostenitore dei separatisti filorussi del Donbas, o Serhiy Zhadan le cui opere sono assai apprezzate nel paese di origine.
Nella folta galleria di personaggi trattati dall'autore, compare la figura di un religioso che ha contribuito a rendere più forte ed indipendente la cultura ucraina. Si tratta di Josyf Slipyi, vescovo della Chiesa Greco-Cattolica, che ha conosciuto la durezza del regime detentivo sovietico a causa della sua dedizione alla causa della Chiesa Uniate e alla sua indipendenza da Mosca.
Abbecedario Ucraino, in estrema sintesi, rappresenta un testo da consultare per chiunque nutra interesse per la storia e la cultura ucraina o per chi desidera affrontare o approfondire il complesso tema delle dinamiche che regolano la politica internazionale in quella parte del mondo, la cui importanza, anche per la sua attualità, oltre che per i riflessi che ha nel nostro Paese, non può rimanere sconosciuta.