Giù le tasse sulla birra, sui risparmi e sulle bollette. Nel Regno Unito, naturalmente
Istituzioni ed economia
Il ministro del tesoro britannico, George Osborne, ha presentato il suo terzo e penultimo Budget, un inno ai "makers", i "doers", i "savers" – quelli che producono, lavorano, risparmiano. Tagli fiscali alle imprese, tagli fiscali agli anziani sul risparmio dei fondi pensione, tagli fiscali a famiglie e piccole imprese sulla bolletta energetica.
Meno tasse per quasi tutti. Sicuramente meno tasse per le imprese. Da aprile 2015 la Corporate Tax scenderà al 20% (la più bassa del G7 e la più bassa ex-aequo del G20). Sicuramente anche meno tasse per i pub - un penny in meno sulla pinta di birra perché "pubs saved, jobs created", ha chiarito il ministro.
Meno tasse, meno punitive per chi genera valore economico, meno discriminatorie per chi quel valore economico lo investe nel risparmio. Un budget del Tory Pride. D'altronde le precedenti finanziarie del governo Cameron, abbastanza orgogliosamente Tory anch'esse, hanno prodotto un paese che cresce al di sopra delle aspettative, e diminuisce il deficit di conseguenza. Più crescita, meno deficit. Meno deficit, meno tasse. Meno tasse, più lavoro. Più lavoro, più crescita. E via così. In Gran Bretagna ha funzionato.
Da dove vengono i soldi per tutto questo? Qui i numeri, voce per voce, raccontati anche in slide, e pubblicati in tempo reale sul sito del Ministero mentre il Cancelliere attaccava il suo speech a Westminster. Dai, presto i conti li vedremo anche noi.
La democrazia britannica d'altronde si fonda su un concetto per noi addirittura linguisticamente estraneo: la accountability. Ad annuncio corrisponde documento, e a documento corrispondono conti e dati di impatto. Loro ci mettono i numeri, noi ci mettiamo la faccia. Trova la differenza. A occhio, è la stessa tra un progetto ed un sogno: una data.