ingroia

«Quando si inseguono patrimoni, si possono abbassare le garanzie, perché non è in gioco la libertà personale dell’imputato, come nel processo penale. Nel processo di caccia ai patrimoni si può avviare un processo di tipo presuntivo. Ci sono degli indizi di evasione fiscale e corruzione, sulla base dell’incrocio dei dati, che fanno presumere che quella persona possa, non che sia accertato penalmente, possa essere un evasore fiscale? Secondo caso: c’è una sproporzione tra i beni di cui questa persona risulta essere titolare, direttamente o per interposta persona, e il reddito dichiarato? Bene: in questo caso, come si fa per i mafiosi, si sequestrano questi beni, si avvia un procedimento, la persona avrà diritto a provare la provenienza lecita del bene o che non ha evaso le tasse, e se non riesce, tutto questo verrà sequestrato nell’arco di sei mesi. Vedrà le casse dello Stato come si riempiono rapidamente»

Antonio Ingroia, Pubblico Ministero e candidato premier di Rivoluzione Civile, intervistato da Giovanni Floris a Ballarò il 29 gennaio 2013

 

- È sotto inchiesta, per calunnia, pure a Viterbo. Non ha mai paura di finire vittima di uno sbaglio dei suoi ex colleghi togati?

- Sinceramente sì. Soprattutto oggi che faccio l' avvocato mi rendo conto di tanti errori giudiziari. Le inefficienze del sistema sono più gravi di quanto non sospettassi da magistrato. Nel caso del procedimento che sto seguendo a Roma, per esempio, anche se dimostreremo l' errore degli inquirenti, ci troveremo di fronte a danni irreversibili con società fallite, uomini ammalati e imprenditori rovinati.

Antonio Ingroia, avvocato, intervistato da Libero il 9 novembre 2015