L’eversione giudiziaria ha un tratto diverso rispetto al portamento per cui si segnala il golpismo militare: e cioè che questo, a differenza di quella, almeno non giustifica la propria violenza illegale pretendendo che il “proprio” interesse corrisponda a quello del Paese.

Per capirsi: il colonnello a capo della junta spiega che il governo militare serve per ristabilire l’ordine pubblico, per sconfiggere il terrorismo, per salvare la Patria e altre bubbole del genere, ma non dice che le opposizioni, i dissidenti, i facinorosi attentano al potere della divisa, e cioè quello che certi magistrati, usurpando un principio che servirebbe ad altro, chiamano “autonomia e indipendenza della magistratura”.

Mentre l’uniforme militaresca ha una funzione puramente offensiva e intimidatoria, la toga giudiziaria della magistratura corporata ha bensì quella ma ne ha una in più, vale a dire una funzione auto-protettiva e auto-assolutoria: scrimina la malversazione, ed è adoperata a simulacro del bene generale, dell’interesse collettivo, sul presupposto menzognero che chi la indossa non rende, non fa, non amministra, ma “è” giustizia.

Di modo che denunciare l’arbitrio togato diventa offesa alla giustizia: e vilipendio dell’ordine giudiziario, come ha vagheggiato recentemente un procuratore della Repubblica a proposito dello strepito per un suicida che si protestava vittima di processi politicamente orientati.