Flixbus, hanno accantonato la concorrenza?
Innovazione e mercato
Ci risiamo. È un’altra giornata di passione per chi spera che l’Italia diventi un Paese aperto alla concorrenza e al libero mercato, aperto a chi attraverso l’innovazione crea lavoro e ricchezza. Invece no. In Commissione Bilancio sono stati accantonati diversi emendamenti tutti a firma PD (Covello, Castricone, Ventricelli) che ripropongono, in forma anche più grave, tutte le restrizioni a Flixbus che il decreto aveva cancellato dopo le forzature nel Milleproroghe.
Insomma, l’obiettivo raggiunto insieme anche grazie alle oltre 60mila firme raccolte torna a rischio, nonostante sia chiaro l’indirizzo del governo. A quanto ci risulta, infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dei Trasporti hanno già dato parere contrario e in tempi non sospetti sia l’Antitrust che l’Autorità Garante per i Trasporti si erano espressi contro la norma inserita di soppiatto nel Milleproroghe.
L’attacco viene ancora una volta dal Sud, ma a sorpresa non dai fittiani, né dal centrodestra.
Gli emendamenti che saranno esaminati nei prossimi giorni vengono infatti da tutte le correnti del Partito Democratico: dall’Abruzzo, regione di elezione di Castricone che alle primarie ha sostenuto Emiliano, dalla Puglia - dove è stata eletta la pro-Orlando Liliana Ventricelli, classe 1986 di Altamura - e dalla Calabria, regione di provenienza della renziana Covello.
Oltre che dagli interessi locali e particolari, questi emendamenti saranno sorretti da falsità e dicerie, da bufale che qui ci tocca smontare.
1) I partner di Flixbus non operano a condizioni vantaggiose.
Falso. La maggior parte dei ricavi è destinata al partner. Inoltre sono previste alcune clausole di salvaguardia a vantaggio di questi ultimi in caso di bassi ricavi complessivi. Ad oggi sono 50 le aziende partner che hanno liberamente scelto di collaborare con Flixbus in Italia. Più probabile invece che siano i grossi operatori tradizionali locali (come Marozzi o Simet, per esempio) a non offrire più condizioni vantaggiose ai loro ex utenti.
2) Negli altri Paesi Flixbus si è dovuta adeguare a un regolamento europeo, in Italia no.
Falso. Flixbus già opera con un modello di business già perfettamente compatibile con le indicazioni comunitarie. Tra l’altro è noto che a livello comunitario da sempre si spinge per una maggiore concorrenza, sempre frenata in casa nostra.
3) I prezzi bassi denotano uno scarso livello di sicurezza.
Falso. I prezzi bassi sono frutto di una scelta aziendale che grazie alla rete di imprese permette di abbattere i costi. Quanto al livello di sicurezza, le condizioni che Flixbus pone in capo alle imprese sono più restrittive rispetto a quelle previste dalla legge.
E allora, caro Pd, sosterrai ancora la tesi di conservatori e rosiconi contrariati dal fatto che in un anno e mezzo Flixbus abbia collegato 130 città con 150 autobus, trasportando più di 3,5 milioni di passeggeri? È tempo di dire basta ora e per sempre a vessazioni legislative con chiari mandanti su una realtà e una filosofia che negli altri Paesi europei non ha avuto né freni, né frizioni.