Trionfo Le Pen, il trailer delle prossime europee
Editoriale
“Non è che l’inizio” – giubila Marine Le Pen. Ma l’inizio di cosa? L’inizio della fine del Partito socialista, certamente, sebbene ampiamente annunciata. Oppure la fine del bipolarismo, come si legge sulla stampa francese, ma questa più che politologia è cronaca. È la fine probabilmente solo di un modo di fare politica dal pulpito, dando il consenso per scontato, confidando sulla trazione inerziale della appartenenza, quando evidentemente non è più così, e non lo è più da tempo.
Il Fronte Nazionale vince al primo turno in 472 comuni ed in altri 315 se la giocherà al ballottaggio. Un record. Ed una primizia assoluta è lo sfondamento dei nazionalisti nelle grandi città: Hénin-Beaumont e Marsiglia storiche roccaforti socialiste hanno votato al primo turno il candidato del Fronte Nazionale – non è poca cosa.
In lista nei rispettivi comuni, i pesi massimi dei grandi partiti – Alain Juppé e François Copé, vittoriosi per l’Ump nelle rispettive città di Bordeaux e Meaux – e ben 17 tra i ministri del governo socialista in carica, candidati anch’essi nei consigli municipali di cui in molti casi sono anche sindaci uscenti. E poi Parigi, la sfida tra due donne diversamente bo-bo, e l’inatteso vantaggio della candidata dell’Ump, l’ex portavoce di Sarkozy, Nathalie Kosciusko-Morizet – NKM - che supera di un punto Anne Hidalgo, la vice del sindaco socialista uscente Delanöe (35% vs 34%).
Marine Le Pen non esclude la possibilità di accordi di desistenza al secondo turno con l’Ump, ma saranno eccezioni. L’astensione è stata alta, quasi il 40%, ma lì dove più si è affermato il FN è stata maggiore anche l’affluenza. La gente cioè è andata a votare Front National ed è probabile che non voterà al ballottaggio un candidato ‘condiviso’ con la destra di sistema. Resta l’ipotesi del fronte repubblicano comune – Ps e Ump uniti contro la destra “populista e xenofoba” che tuttavia, in alcune regioni, vale evidentemente molto più del 7% conquistato su base nazionale. È la crisi, è la incapacità dei partiti di capire la profondità del disagio di persone spoliate dal crollo di sistemi produttivi obsoleti alle quali non è stata offerta un’alternativa vera.
Le amministrative francesi hanno una natura molto politica. Ieri è stato un voto (e un astensione) di disaffezione, protesta, disagio ma non è affatto da escludere che sia anche stato un voto di indirizzo, e che la fiducia espressa oggi alla Le Pen venga rinnovata tra due mesi quando si tratterà di mandare un messaggio frontista all’Unione europea.
Teniamone conto. I francesi hanno il Front National, noi abbiamo il MoVimento.