bergoglio grano

Bergoglio ha di nuovo stupito con la sua prima enciclica dedicata all’ambiente nella quale discute anche il tema degli Ogm. In omaggio al santo di cui porta il nome, Francesco ha messo in fila dubbi problemi, emergenze, opportunità legate ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale con un chiaro filo conduttore: lo sviluppo di una parte del mondo non può pesare su chi non ne gode i benefici, né è accettabile che avvenga a danno dei nostri eredi.

Gli Ogm sono un tema marginale nell’enciclica ed è inutile cercare la soluzione al problema Ogm nel Laudato si'. Il testo non fornisce alcun lieto fine, non schiera la Chiesa pro o contro, ma descrive lo stato del problema, elenca questioni, commette anche qualche errore e chiude con un auspicio di laico buon senso. Proviamo a mettere insieme alcuni passaggi.

…benché l’essere umano possa intervenire nel mondo vegetale e animale e servirsene quando è necessario alla sua vita, il Catechismo insegna che le sperimentazioni sugli animali sono legittime solo se «si mantengono in limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o a salvare vite umane.»

Desidero recepire qui l’equilibrata posizione di san Giovanni Paolo II, il quale metteva in risalto i benefici dei progressi scientifici e tecnologici, che «manifestano quanto sia nobile la vocazione dell’uomo a partecipare responsabilmente all’azione creatrice di Dio», ma che al tempo stesso ricordava « come ogni intervento in un’area dell’ecosistema non possa prescindere dal considerare le sue conseguenze in altre aree». Affermava che la Chiesa apprezza l’apporto «dello studio e delle applicazioni della biologia molecolare, completata dalle altre discipline come la genetica e la sua applicazione tecnologica nell’agricoltura e nell’industria». Benché dicesse anche che questo non deve dar luogo ad una «indiscriminata manipolazione genetica» che ignori gli effetti negativi di questi interventi. Non è possibile frenare la creatività umana.

Le modifiche genetiche non sono peccato! L’uomo non diventa un Creatore se modifica geneticamente le piante, ma gli si chiede di avere cautela, rispetto, equilibrio. Di non essere arrogante, ma parco.

Il rispetto della fede verso la ragione chiede di prestare attenzione a quanto la stessa scienza biologica, sviluppata in modo indipendente rispetto agli interessi economici, può insegnare a proposito delle strutture biologiche e delle loro possibilità e mutazioni. È difficile emettere un giudizio generale sullo sviluppo di organismi geneticamente modificati (OGM), vegetali o animali, per fini medici o in agricoltura, dal momento che possono essere molto diversi tra loro e richiedere distinte considerazioni. D’altra parte, i rischi non vanno sempre attribuiti alla tecnica stessa, ma alla sua inadeguata o eccessiva applicazione. In realtà, le mutazioni genetiche sono state e sono prodotte molte volte dalla natura stessa. Nemmeno quelle provocate dall’essere umano sono un fenomeno moderno. La domesticazione di animali, l’incrocio di specie e altre pratiche antiche e universalmente accettate possono rientrare in queste considerazioni. È opportuno ricordare che l’inizio degli sviluppi scientifici sui cereali transgenici è stato l’osservazione di batteri che naturalmente e spontaneamente producevano una modifica nel genoma di un vegetale.

Questo passaggio è cruciale. Il Papa spiega che la Natura fa piante Ogm. Sembra quasi citare un articolo del marzo 2015 in cui si dimostra che le patate dolci che mangiamo da millenni sono tutte transgeniche e contengono DNA dello stesso batterio che i biotecnologi usano per ingegnerizzare le piante in maniera molto più chirurgica di quanto avviene spontaneamente. Qui si chiede di valutare le singole piante Ogm caso per caso, ossia l’opposto di quanto fanno da quindici anni gran parte dei governi europei.

Sebbene non disponiamo di prove definitive circa il danno che potrebbero causare i cereali transgenici agli esseri umani, e in alcune regioni il loro utilizzo ha prodotto una crescita economica che ha contribuito a risolvere alcuni problemi, si riscontrano significative difficoltà che non devono essere minimizzate.

Il periodo sembra mal costruito, ma forse vuol dire che non ci sono prove di cereali dannosi per l’uomo (ossia il mais Bt non fa male, smentendo un articolo di Famiglia Cristiana del 2009) e - forse il riferimento è all’Argentina di Bergoglio - in alcuni paesi grazie alle coltivazione di Ogm le economie nazionali sono sopravvissute a gravi crisi finanziarie.

In diversi Paesi si riscontra una tendenza allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltivazione, e la dipendenza si aggrava se si considera la produzione di semi sterili, che finirebbe per obbligare i contadini a comprarne dalle imprese produttrici.

Questo passaggio sembra uno scivolone o forse una diffida a percorrere una certa via. Non esiste infatti nessun tipo di semi Ogm sterili venduti al mondo. Esistono piante che fanno semi sterili, ma tutte sono non-Ogm (peperone, banana, bietola, etc.) e chi pensa di trovare semi sterili Ogm ce li mandi e sarà premiato.

È necessario disporre di luoghi di dibattito in cui tutti quelli che in qualche modo si potrebbero vedere direttamente o indirettamente coinvolti (agricoltori, consumatori, autorità, scienziati, produttori di sementi, popolazioni vicine ai campi trattati e altri) possano esporre le loro problematiche o accedere ad un’informazione estesa e affidabile per adottare decisioni orientate al bene comune presente e futuro. Quella degli OGM è una questione di carattere complesso, che esige di essere affrontata con uno sguardo comprensivo di tutti i suoi aspetti, e questo richiederebbe almeno un maggiore sforzo per finanziare diverse linee di ricerca autonoma e interdisciplinare che possano apportare nuova luce.

Questo è forse il passaggio più importante. Mancano dall’elenco tutti quelli che parlano di Ogm in Italia, ossia: politici, imprenditori della ristorazione di lusso (Slow Food, Eataly), sindacati agricoli che avversano gli Ogm ma vendono mangimi Ogm (Coldiretti), cuochi pluristellati, grandi catene della distribuzione alimentare (COOP). Da applausi la menzione delle “popolazioni vicine ai campi trattati”: significa popolazioni vicine ad un campo seminato con mais Ogm, ma sopratutto coloro che due volte l’anno sono esposti al trattamento con insetticidi in campo che si potrebbero evitare se si usassero Ogm come il mais Bt. Ma come non notare che Laudato si' chiede che si finanzi la ricerca sugli Ogm, quello che l’Italia non fa da quindici anni, mentre importa e consuma diecimila tonnellate al giorno di Ogm esteri?

L’ultima citazione non è per gli Ogm, ma per l’elogio che viene fatto della vera biodiversità, che non è quella di cui si riempiono la bocca i politici nazionali. La biodiversità si tutela dove non si coltiva perché il suo nemico è l’agricoltura stessa. Quindi meglio coltivazioni intensive in aree definite, che coltivazioni estensive come quelle biologiche che producendo meno hanno bisogno di molti più ettari di terra coltivabile. 

Per questo (Francesco d’Assisi) chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata, perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza.