Più di sette milioni di iscrizioni all'Obamacare, ma non è una vittoria. Ecco perché
Aprile 2014 / Istituzioni ed economia
L'Obamacare non ha deluso le aspettative di Obama e ha superato la soglia dei 7 milioni di iscritti. Ma, al netto della propaganda, è davvero una vittoria per gli americani?
Obamacare: successo o fallimento? Prima di rispondere analizziamo il contenuto della riforma. Il Patient Protection and Affordable Care Act, comunemente detto Affordable Care Act – o Obamacare – è una legge federale degli Stati Uniti varata dall'amministrazione Obama il 23 marzo 2010. I suoi obiettivi sono: aumento del numero di persone tutelate dal sistema sanitario, diminuzione della spesa governativa per la sanità (pari al 4% del PIL nel 2007, il doppio della media delle nazioni facenti parte dell'OCSE), divieto per le compagnie assicurative di negare la stipula di assicurazioni per determinate patologie, incentivi fiscali per chi acquista una polizza, sanzioni per chi non la acquista, obbligo per i datori di lavoro di imprese con più di 50 impiegati di contribuire alle spese per l'acquisto di tali polizze per i propri dipendenti. Infine, ampliamento del numero di soggetti coperti dalla tutela di Medicaid – programma federale per i poveri – e Medicare – per gli anziani.
Pochi giorni prima del 31 marzo il numero di iscritti ammontava a 5 milioni, secondo quanto dichiarava Marilyn Tavenner, capo dei Centers for Medicare and Medicaid Services. Circa una settimana prima fonti governative avevano registrato 4,2 milioni di iscritti. Un dato positivo per l'Obamacare, se si considera che solo a febbraio il numero di iscrizioni, pari a 1,1 milioni a gennaio, era sceso a 942.000.
Durante la giornata del 31 marzo il sito internet dell'Obamacare, Healthcare.gov, è andato in panne. Era già successo in occasione del lancio dello stesso ed era costato ad Obama un notevole calo di popolarità. Ma questa volta la causa è stata il troppo traffico sul sito, che ha ricevuto ben 4,8 milioni di visite last-minute.
La cifra di 7 milioni, alla data stabilita, è stata addirittura superata. Gli americani iscritti sono infatti 7,041,000. Obiettivo raggiunto? Da un punto di vista strettamente numerico sì. Ma, se si considera che questa cifra corrisponde a milioni di americani che ora pretendono la loro copertura sanitaria, la risposta è no, per più motivi.
Anzitutto, la soglia dei 7 milioni è stata raggiunta solo in prossimità della scadenza del termine e con uno sforzo estremo da parte dell'amministrazione, dello staff e dei volontari. I responsabili degli account Twitter e Facebook di Obama hanno svolto una vera e propria opera di convincimento, che ha dato all'Obamacare il sapore di una vittoria di Pirro più che di un trionfo. Il fatto che il numero delle iscrizioni sia aumentato del tanto necessario per rivendicare l'obiettivo a un passo dal traguardo dimostra che gli americani non si sono fidati dell'offerta di Obama ma hanno agito spinti dalla paura di rimanere senza una copertura sanitaria.
Inoltre, non è ancora possibile stabilire il numero di assicurazioni effettivamente acquistate, cifra di significato notevolmente differente da quella che indica le semplici iscrizioni.
Infine, se l'Obamacare sia stato o meno una vittoria per i cittadini – non solo per Obama – dipende anche e soprattutto dallo Stato di residenza degli iscritti. L'efficacia dell'Obamacare varia di Stato in Stato. I criteri per capire se si vive nello Stato "fortunato" sono: il numero complessivo di cittadini iscritti nel singolo Stato, il tasso di demografia e il numero di iscritti giovani e sani – che "compenserebbero" i costi dei loro concittadini anziani o malati. Chi vive in Colorado (73,600 iscrizioni previste, 83,469 effettive) o in Connecticut (26,400 previste, 57,465 effettive) può ritenersi fortunato; non altrettanto chi risiede in Oregon (189,600 iscrizioni previste, 38,806 effettive), nel Washington (272,000 previste, 107,262 effettive) o in New Mexico (66,400 previste, 15,012 effettive).
Per capire se l'Obamacare sia davvero una vittoria dovrà passare un po' di tempo. Per adesso, si tratta soltanto di una grande vetrina. A festa finita, resteranno i dubbi degli americani e l'obbligo di fornire risposte concrete.
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