mattarella grande

A conclusione del suo settennato Sergio Mattarella si colloca indubbiamente tra i presidenti della Repubblica più amati dagli italiani.

Eletto il 31 gennaio del 2015, sconosciuto ai più e con il pedigree di seconda linea della DC, durante un mandato non privo di tensioni e caratterizzato da una serie di sfide, tra cui la crisi dei migranti, la lotta contro la corruzione e il terrorismo, l’avvento di populismo e sovranismo e, da ultima la pandemia, il presidente è riuscito a mantenere una posizione di stabilità e integrità, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione degli italiani, guidando il Paese attraverso alcuni dei momenti più difficili della sua storia recente.

Uno dei principali obiettivi di Mattarella è stato quello di promuovere l'unità nazionale e la coesione sociale. In un momento in cui l'Italia è stata colpita da una serie di crisi economiche e politiche, il presidente ha cercato di unire il paese intorno a valori comuni come la solidarietà, la giustizia sociale e la democrazia.

Durante il suo mandato, Mattarella ha dimostrato una forte attenzione alla giustizia sociale e alla tutela dei diritti umani. Ha sostenuto attivamente la riforma del sistema carcerario, la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, e ha promosso la cultura dell'inclusione e della solidarietà.

Un presidente che ha lavorato incessantemente per rafforzare le relazioni internazionali dell’Italia, per rafforzare la posizione dell'Italia nell'Unione Europea e nel mondo. Ha sostenuto l'integrazione europea e la necessità di una maggiore cooperazione tra i paesi dell'UE per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico e la crisi dei rifugiati, svolgendo un ruolo di primo piano nella promozione della pace, della sicurezza e della stabilità globale.

Capace di essere compassionevole nei momenti di sconforto nazionale, svolgendo un ruolo di primo piano nella gestione delle catastrofi naturali si è mostrato fermo e deciso, molto più dei suoi predecessori, nel momento di esercitare le prerogative che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica. Emblematico il suo diniego alla nomina di Paolo Savona a ministro dell’Economia del nascituro gialloverde governo Conte I, attirandosi gli strali scomposti e costituzionalmente analfabeti di chi oggi si vergogna di aver allora gridato all’impeachment.

Durante la pandemia di COVID-19, il presidente ha rappresentato il punto di riferimento di tutta la comunità nazionale, svolgendo un ruolo fondamentale nell'assicurare coesione e solidarietà. Ha chiesto ai cittadini, dandone per primo l’esempio, di seguire le misure di prevenzione e ha sottolineato l'importanza di un'azione coordinata a livello nazionale ed europeo per affrontare la crisi. Fu proprio il fuorionda in cui, in pieno lockdown, confidava ai suoi collaboratori di non poter, come tutti gli italiani, andare dal barbiere, a consacrare Sergio Mattarella come “il Presidente”.

Mediatore tra le diverse forze politiche, ha cercato di promuovere il dialogo e la cooperazione tra i partiti al fine di garantire la stabilità del governo e la continuità delle riforme e si è impegnato per promuovere i valori della Costituzione, la difesa dei diritti umani e civili, dell’inclusione e della giustizia sociale.

Il mandato che si sta concludendo ha dimostrato la necessità per il Paese di un leader forte e integro, capace di affrontare le sfide più difficili e di guidare il paese verso un futuro migliore, di un punto di riferimento credibile e rispettato che, nei momenti di crisi, possa prendere in mano le sorti del Paese.

Sergio Mattarella è stato tutto questo, è stato “il Presidente”, ha, come si dice, alzato notevolmente l’asticella, non sarà facile trovare nel panorama politico attuale una figura che possa raccoglierne il testimone senza passare per i raggi X non solo dei grandi elettori, ma di un’intera comunità nazionale che ora guarda al Quirinale con altri occhi e altre aspettative.