Biden giuramento grande

“È il giorno dell'America, della democrazia, un giorno di storia e speranza".

Joe Biden ha giurato come 46° presidente degli Stati Uniti d’America. Durante la cerimonia di insediamento in Campidoglio, in quello stesso teatro in cui due settimane prima era andato un scena l’assalto alle istituzioni democratiche americane da parte dei sostenitori dell’ormai (fortunatamente) ex presidente Trump, l’ex vicepresidente di Obama ha cercato di riunire un popolo sotto alcuni principi e valori fondamentali, primo tra tutti la democrazia: “abbiamo imparato di recente che la democrazia è una cosa preziosa, ma ancora una volta alla fine è riuscita a prevalere. In questo stesso luogo, alcuni giorni fa, la violenza ha scosso dalle fondamenta la democrazia americana. Dovremo continuare a restare uniti per rinnovare il processo democratico alla base del nostro Paese”.

Subito l’attacco a razzismo e suprematismo bianco, due sfide da affrontare cercando di “curare l'anima degli Stati Uniti. Unità è quanto dobbiamo cercare di ripristinare. Chiedo a tutti gli americani di unirsi a me, chiedo il loro sostegno contro odio, violenza e razzismo”.

Tra le parole più utilizzate dal nuovo presidente americano, “unità” è quella che rappresenta un po’ il fil rouge di tutto il discorso. Il richiamo all’unità, l’invito a unirsi intorno al presidente per affrontare le sfide che attendono il paese a stelle e strisce e ricondurre il confronto politico interno sul solco della democrazia liberale.

Un richiamo al patriottismo, citando un passo dell’inno nazionale, e in conclusione l’esortazione a “lavorare tutti assieme per lasciare un mondo nuovo e migliore per i nostri figli”.

Con questo discorso è iniziata l’era Biden.