kaladze

Da ottobre 2017 grazie al 51% dei voti è sindaco di Tbilisi, capitale della Georgia. Cinque anni prima era diventato Ministro dell’Energia e vicepremier del governo guidato da Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito 'Sogno Georgiano'. Kakhaber Kaladze, 40 anni, un passato non troppo lontano in Italia con le maglie di Milan e Genoa, racconta progetti, ambizioni e visioni in questa intervista esclusiva a Strade.

Lo scorso maggio più di 15mila persone sono scese in piazza a Tbilisi per celebrare la Festa dell’Europa. Che opportunità pensi possa offrire l’Unione Europea alla Georgia?

I benefici di un’unione con la forte e solida famiglia europea per la democrazia del nostro Paese sono molto ben compresi in Georgia. Prima di tutto i georgiani si aspettano che lo stato di diritto, le istituzioni democratiche saranno forti abbastanza da non cadere nelle mani di opportunisti. Noi diciamo sempre che l’essere umano è il valore principale. Questa è la posizione dell’Europa e l’UE ci sostiene a realizzare il nostro sogno, il sogno georgiano.

Come sono le relazioni tra Georgia e Italia anche alla luce della tua esperienza di governo?

La relazione tra i nostri Paesi è iniziata poco dopo il recupero dell’indipendenza. In questo periodo sono stati siglati 18 accordi in vari campi, tra cui l’agricoltura, l’edilizia e le infrastrutture. Sono stati organizzati incontri tra imprese, conferenze ed eventi culturali. Vediamo l’Italia come uno dei nostri partner e amici che sostengono la nostra integrazione euroatlantica e la nostra integrità territoriale. Ogni ulteriore approfondimento delle relazioni tra i nostri Paesi è sempre benvenuto e sarò doppiamente felice.

In Georgia si discute sulla legalizzazione della cannabis. Che ne pensi?

Quando siamo andati al governo le leggi erano troppo rigide in materia. Consumatori, spacciatori o grandi fornitori ricevevano ugualmente una severa punizione. Per non parlare poi delle punizioni per il consumo, simili alle punizioni per altri reati estremamente seri. Anche senza citare le statistiche è chiaro che i fumatori di cannabis non possano essere corretti in carcere, specialmente se si considera la situazione estremamente grave delle nostre carceri prima della riforma. Chi prima non consumava droghe usciva dal carcere tossicodipendente. Prima di tutto abbiamo migliorato la situazione delle carceri. Abbiamo dichiarato seriamente guerra ai grandi fornitori di droga, ridotto la punizione per il consumo e cambiato la reclusione con una multa. Ora la Corte Costituzionale ha ritenuto incostituzionali i metodi con cui veniva sanzionato il consumo di cannabis. Ciò obbliga il Parlamento a cambiare la legge e i nostri legislatori sono attesi da un compito molto interessante, che richiede responsabilità. C’è un interesse pubblico molto alto e si discute molto di questo tema nel nostro Paese. La cosa per noi importante è ridurre al minimo il numero dei consumatori e avere più persone che seguano uno stile di vita sano. Se qualcuno poi diventa un consumatore, dobbiamo aiutarlo anziché punirlo. Dobbiamo creare una società umana e tollerante.

Quali sono le sfide e i primi successi da sindaco?

È ancora presto per parlare di successi. Non è passato nemmeno un anno dall’elezione, ma è importante avere già avviato il processo di realizzazione di tutte le promesse che abbiamo fatto ai cittadini di Tbilisi. È grazie a queste promesse che sono stato eletto e realizzarle sarà il successo di cui potrò felicemente parlare alla fine. Una buona politica per la casa, risolvere i problemi del traffico, dare attenzione all’ecologia e alle attività ricreative, il restauro della parte vecchia di Tbilisi e allineare le nuove costruzioni alle norme, sono queste le principali promesse. Abbiamo tante sfide. La capitale porta ancora i segni di una gestione ventennale inadeguata, della guerra e dei turbolenti processi politici. Mi piacerebbe sistemare questi problemi. Ho un’ambizione, che le future generazioni dicano che sono stato un buon sindaco, che ho lasciato il segno su Tbilisi. Sto lavorando duro perché tutto questo succeda.

Quali sono le tue personali aspettative e ambizioni per la tua carriera politica?

Vorrei lavorare per Tbilisi il più possibile con questo ruolo politico. Non posso essere originale nelle mie ambizioni politiche, sono un po’ vecchio stile, voglio sinceramente essere al servizio del mio Paese. L’ho fatto anche nella mia prima carriera. Ora per me è un periodo gratificante, lo tocco con mano da sindaco nella vita di ogni giorno. Voglio essere utile alla Georgia, fare bene per il mio Paese e spero che la mia attività politica sia produttiva nella creazione di una Georgia forte e unita. Sono un patriota in senso classico, credo nella dedizione altruista al Paese, nel dovere di partecipare al suo progresso e in questa onorevole missione.

Hai mai avuto contatti con Berlusconi nella sua carriera politica?

Sì, mi ha chiamato per congratularsi quando sono diventato sindaco.