putin parata

Vladimir Putin torna a parlare di atomiche, che “spera di non dover usare” contro l’Isis, questa volta. Ma nulla più di una discussione sulla difesa antimissile fa infuriare la diplomazia del Cremlino. Ogni volta che si parla in pubblico di schierare una componente dello “scudo”, la risposta può anche essere una minaccia di uso preventivo di armi nucleari (monito che stanno subendo un po’ tutti, da ultimo la Danimarca). La dimensione tecnologica della nuova guerra fredda è l’argomento più ignorato dai media, eclissato da eventi molto più vistosi come la guerra nel Donbass, la crisi sui cieli della Turchia e il braccio di ferro sulla Siria. Eppure è l’argomento chiave del confronto-scontro fra Mosca e Bruxelles e condiziona tutto il resto.

Prima di tutto, perché Mosca ha così tanta premura di impedire lo schieramento di armi difensive? I media russi (e quelli pro-russi in Italia) danno per scontato che il programma anti-missile sia una “minaccia” per la Russia. Ma scontato non è. Tecnicamente parlando, lo “scudo” è un insieme di missili puntati verso il cielo, non verso un altro paese. Detto in soldoni, è un sistema anti-aereo talmente perfezionato da poter colpire anche missili balistici, dentro e fuori l’atmosfera. Di che minaccia parliamo, dunque? Poniamoci dal punto di vista russo per capirlo. Mosca ritiene di avere un esercito convenzionale ancora molto inferiore rispetto alle forze combinate della Nato, ma un arsenale nucleare pari, se non superiore, a quello degli Usa. Se l’avversario potenziale, la Nato in questo caso, si dota di un sistema anti-missile sufficiente ad abbattere ogni singolo missile russo, l’arsenale nucleare non serve più. La Russia, in pratica, cesserebbe di essere una grande potenza.

Tuttavia, la Nato ha progettato solo lo schieramento di una difesa molto ridotta, capace, al massimo, di coprire le città europee da un limitato lancio di missili poco sofisticati. Una minaccia, questa, che potrebbe diventare realistica se l’Iran dovesse dotarsi di missili a raggio intermedio. O se la Corea del Nord riuscisse ad avere suoi missili intercontinentali funzionanti. Il dibattito fra Russia e Nato è comunque esploso di nuovo dalla scorsa primavera, dopo l’accordo raggiunto con l’Iran, appunto. L’argomento di Mosca è provocatorio: se l’Iran non costituisce più una minaccia, perché si continua a parlare di difesa anti-missile? Vuoi vedere che sia progettata realmente per parare l'arsenale russo?

“La Nato non ha mai dichiarato quale sia il suo nemico potenziale – ci dicono fonti interne all’Alleanza – La Nato non persegue una politica di ‘finger-pointing’. Fatta questa debita premessa, la posizione russa non regge e lo sanno i russi stessi. Il fatto che ci sia un primo accordo con l’Iran è uno sviluppo positivo, ma va messo in pratica e occorrono anni per costruire nuove relazioni con Teheran. Fra un accordo sulla carta e il cambiamento dello scenario ce ne passa. E se fra sei mesi i patti dovessero essere violati, che facciamo? Rimettiamo in moto tutto da capo? I programmi sono progetti di lungo periodo. Tengono conto dell’evoluzione della minaccia. Se diminuirà il pericolo, la Nato agirà di conseguenza”.

Mosca dà anche per scontato che la difesa missilistica Nato sia in grado, almeno potenzialmente, di annullare del tutto il suo deterrente nucleare. Questo presupporrebbe, però, una capacità difensiva enorme. E non è il caso della Nato. “La Russia usa degli argomenti pretestuosi – ci spiegano le nostre fonti – ma non tratta in modo sufficiente, direttamente con Washington. Ma è con gli Usa che dovrebbe parlare, affrontando quello che è il suo vero timore: che, a lungo termine, le difese missilistiche, non solo in Europa, ma anche in Nord America e nei territori degli alleati americani in Asia, possano essere integrate in un sistema globale. In Europa tendiamo ad avere uno sguardo limitato ai missili attualmente schierati sulle navi basate a Rota (Spagna), al radar in Turchia e alle future basi in Romania e Polonia. Ma questo è solo il progetto della Nato. Poi c’è quello statunitense che è molto più ampio: equipaggiamenti e armamenti antimissile sono stati venduti ai paesi del Golfo Persico, gli Usa lavorano a stretto contatto con il Giappone e probabilmente intendono schierare un nuovo scudo anche in Corea del Sud. La Russia vede, da un lato, la costruzione di architetture anti-missile in più parti del mondo, dall’altro la riluttanza americana a voler accettare limiti. A questo aggiungono l’egemonia statunitense nello spazio e lo sviluppo da parte degli Usa di nuove armi per il programma Prompt Global Strike, che consentirebbe di colpire ovunque nel mondo, con testate convenzionali, nel giro di pochi minuti. Secondo il Cremlino, messi tutti assieme, questi elementi della difesa statunitense possono far perdere alla Russia la corsa agli armamenti, nel lungo periodo”.

Le nuove armi che la Russia sta schierando o testando in quest’ultimo anno (missili Yars, missili Bulava, nuove testate multiple MaRV capaci di manovrare quando rientrano nell’atmosfera, missili da crociera supersonici BrahMos di fabbricazione indiana) sono tutti progettati per bypassare le difese anti-missile “attuali e potenziali”. “Questo non scalfisce le posizioni della Nato. Come abbiamo ribadito anche al summit del Galles, i nostri sistemi non sono progettati per contrastare un’eventuale minaccia russa – ci confermano le nostre fonti – il progetto Nato non è cambiato, nonostante tutti gli scontri diplomatici sull’Ucraina e sulla Siria. Non avrebbe alcun senso prepararsi a una difesa contro l’arsenale russo. Mosca dispone semplicemente di troppe armi offensive. Nell’ambito del Consiglio Nato-Russia, gli Stati Uniti spiegarono che ‘una difesa contro di voi non avrebbe alcun senso, siete troppo forti. Avete troppi missili’. Il sistema anti-missile, allo stato attuale della tecnologia, può funzionare solo contro minacce più semplici, più limitate, contro armamenti meno sofisticati”.

Ma se la Russia dovesse veramente minacciare l’Europa e l’America con il suo vasto arsenale nucleare? “Non c’è e non ci sarà alcuna difesa possibile. Se veramente si dovesse tornare ai periodi che abbiamo vissuto in passato, alla minaccia nucleare dalla Russia, non potremmo affidarci alla difesa anti-missile”.