Remaking cities grande

Il libro curato da Donald K. Carter Remaking Post-Industrial Cities. Lessons from North American and Europe(Routledge, London-New York, 2016, pagg. 250), prende in esame una serie di casi riguardanti la trasformazione di alcune città post-industriali avvenuta negli Stati Uniti d’America e in Europa a partire dalla prima metà degli anni Ottanta. Il tema portante del volume è il riutilizzo e la riconversione del patrimonio industriale dismesso che gioca un ruolo chiave sia nel rilancio economico delle città.

Il volume si struttura in due parti. La prima parte affronta le esperienze di cinque casi studio nord americani, mentre la seconda parte si occupa di cinque casi di studio europei. Donal Carter sottolinea come le dieci città prese in esame siano emblematiche per molte altre città post-industriali che hanno subito gli effetti della crisi negli anni Ottanta, analizzando le condizioni nelle quali versavano i dieci casi di studio, è possibile individuare anche una serie di aspetti negativi comuni. Le grandi industrie avevano provocato un aumento esponenziale dei livelli di inquinamento di acqua, suolo e aria; gran parte del patrimonio industriale, fino a pochi anni prima un punto di forza, risultava ora in fase di dismissione; l'abbandono da parte delle generazioni più giovani aveva portato ad un invecchiamento della popolazione con problemi legati a situazioni di disparità sociale e razziale e accelerazione dei fenomeni di dispersione urbana. Nella parte conclusiva il curatore si sofferma sugli elementi comuni ai vari casi di studio, offrendo una lettura trasversale delle “lessons learned'”delle varie città. Dalle esperienze fornite sia dai casi nord americani che da quelli europei è, quindi, possibile trarre degli insegnamenti fondamentali.

Nello specifico le città nord americane sono:

Buffalo, città dello Stato di New York. Fu una dei maggiori produttori di grano e acciaio fino agli inizi degli anni Ottanta quando perse gran parte del suo patrimonio industriale. Negli ultimi venticinque anni è, tuttavia, riuscita a mettere in atto un processo di crescita e sviluppo concentrando le sue risorse sulla salute dei cittadini, sull'educazione e sulla logistica.
Detroit, città più popolosa dello Stato del Michigan. È conosciuta come la capitale dell'industria automobilistica statunitense e conobbe il suo periodo più florido tra il 1950 e il 1960. A partire dagli anni Sessanta fu colpita da una forte crisi che portò al graduale svuotamento del centro cittadino
Milwaukee, altra grande città industriale situata nella zona dei Grandi Laghi, affrontò la crisi a partire dagli anni Settanta. Oggi si rivela un esempio virtuoso per le iniziative di rilancio economico e culturale messe in atto.
New Orleans, città colpita dalla crisi economica tra gli anni Ottanta e Novanta e devastata dall'uragano Katrina nel 2005. Ad oggi, nonostante qualche segno di ripresa, presenta ancora un'economia debole e problematiche legate alla povertà, criminalità e disparità razziali.
Pittsburgh, metropoli colpita dalla crisi a partire dall'inizio degli anni '80, è considerata oggi un esempio virtuoso di rigenerazione per le città post-industriali.

La seconda parte si occupa, invece, di presentare le esperienze di cinque città europee:

Bilbao, colpita da una forte crisi nella prima metà degli anni Ottanta come la gran parte dei casi illustrati nel volume. Essa fu interessata anche da problematiche causate dalle alluvioni che la colpirono duramente e dalle attività terroristiche dei gruppi separatisti baschi. Per far fronte a questa crisi, intraprese a partire dagli anni Novanta delle azioni finalizzate a un risanamento di aria e acqua, rilancio culturale e sviluppo di un più efficiente sistema di trasporto pubblico.
Liverpool, florida città portuale, conobbe il suo declino a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. A partire dai primi anni duemila mise in atto delle strategie finalizzate alla rivitalizzazione delle aree centrali della città, seguite da interventi mirati al recupero delle aree portuali.
Rotterdam, importante città portuale, conobbe anch’essa gli effetti della crisi a partire dal 1980, quando si registrò un progressivo svuotamento del centro storico. Ad oggi, Rotterdam, vanta la messa in atto di una serie di provvedimenti volti a un rilancio della città sul piano economico, fisico e sociale.
Regione della Ruhr, sprofondata in una forte crisi economica a partire dagli anni Ottanta in seguito alla delocalizzazione del settore siderurgico a favore del mercato asiatico. Al fine di rilanciare l'economia vennero intraprese delle politiche volte ad investire nel patrimonio industriale con soluzioni più sostenibili.
Torino, colpita dalla crisi durante gli anni Settanta, quando la FIAT decise di spostare i suoi centri di produzione all'estero per far fronte alla crisi petrolifera. Nel 2000 mise in atto un Piano Strategico finalizzato al rilancio della città, il quale fu seguito da un secondo piano redatto in occasioni dei Giochi Olimpici Invernali del 2006. L'evento si rivelò un investimento vincente per il futuro di Torino.

Un aspetto interessante riguardante la struttura del volume riguarda la modalità con la quale vengono illustrate le vicende riguardanti le varie città. Al fine di facilitare la comparazione tra i vari casi, è stata adottata una struttura comune. In modo particolare, la sezione riguardante le trasformazioni avvenute dal 1985 al 2015 si articola a sua volta in tre sottosezioni che vanno a compiere un’analisi per ciascuna città al fine di stabilire cosa è andato per il verso giusto (What went right?), cosa è andato per il verso sbagliato (What went wrong?) e quali insegnamenti è possibile trarre da ciascun caso specifico (Lessons learned). Queste tre sottosezioni, e in maniera particolare l'ultima, si rivelano essere dei punti chiave del libro.