Mentre in Italia il nuovo governo, al di là delle prime dichiarazioni negative, promette una semplice valutazione "attenta e responsabile" sul progetto Tap, l’opera non si ferma in tutti e tre i Paesi coinvolti. Come recentemente dichiarato dal presidente di Tap, Walter Peeraer, il gasdotto è stato infatti completato per il 72,5%. Ma se in Italia il progetto è osteggiato, come viene accolto in Grecia e Albania? Lo scopriamo con quest'approfondimento in due puntate, ricordando che in Italia passa meno dell’1% dell’intero gasdotto (8 km su 878). Il 62,6% è in territorio greco, il 24,5% in territorio albanese, il restante 12% nell’Adriatico.

tapgrecia

Tutto parte da Kipoi, al confine tra Grecia e Turchia. Da lì ci si connette a est con il TANAP, il gasdotto transanatolico che attraversa la Turchia per poi arrivare in Georgia ed Azerbaijan. Da lì partono verso ovest i 550 chilometri di Tap in territorio greco che attraversano tre regioni: Macedonia Occidentale, Macedonia Centrale e Macedonia Orientale-Tracia.

È questo il cuore dell’intero tracciato, un cuore pulsante visto che da metà maggio sono stati predisposti 539 chilometri lungo il percorso, circa 525 chilometri di condotte sono stati sfilati, oltre 514 chilometri saldati, 434 chilometri interrati e circa 331 chilometri ripristinati.

Naturalmente, com’è normale per un tracciato così lungo, non sono mancate contestazioni, soprattutto da parte dei contadini. È successo a Kavala, ad esempio, dove però i lavori proseguono anche grazie a un accordo recente tra governo, autorità locali e TAP che prevede progetti per la fornitura d’acqua per 15mila abitanti con un costo pari a circa 20 milioni di euro.

Sempre a Kavala l’archeologa Katia Kosti dice di sentirsi davvero fortunata perché senza il progetto di TAP “molti dei reperti rinvenuti lungo il tracciato non sarebbero mai stati scoperti”. Katia è una degli oltre 650 esperti tra archeologi, topografi e conservatori impiegati nel progetto che ha coinvolto più di 400 scavi, portando alla luce diverse scoperte, tra cui sepolture, tombe, forni, pozzi e molti reperti mobili che risalgono dal periodo preistorico fino al periodo post-bizantino.

Ci sono stati però contadini non ostili al gasdotto. Vassilis Vassileiadis è proprietario di un terreno ad Alessandropoli attraversato da TAP: «È stato tutto molto organizzato e soprattutto sicuro. I miei terreni non sono stati abbandonati, anzi. Sono venuti alcuni agronomi dall’università di Atene e mi hanno proposto delle coltivazioni alternative che avrebbero reso di nuovo fertili i miei campi. Ho imparato molto su cosa serve per aumentare la produttività di un campo. Quando un progetto simile viene fatto nella tua zona, è sicuramente un passo in avanti. Vedi come lavorano le persone e ti dici “ecco come devo lavorare anche io”».

Considerazioni simili vengono fatte da Dimitris Chatzipapas, saldatore a Komotini, uno delle oltre 3000 persone impiegate: «Sono un saldatore e lavoro da anni nell’ambito dei gasdotti. Sono felice di aver lavorato per questo progetto perché è innovativo e soprattutto perché mi ha insegnato tanto. Sono stato formato per usare una tecnica di saldatura che fino ad oggi non conoscevo. Prima dell’inizio del progetto, ho frequentato alcuni seminari, e in effetti è la prima volta che in Grecia si utilizza una tecnica di questo tipo. Così ho potuto acquisire una competenza nuova e specifica. Inoltre, abbiamo appreso importanti misure di sicurezza e gli standard applicati dalle imprese estere; TAP ci ha reso più attenti e un po’ più europei in materia di sicurezza e di rispetto delle regole».

A questo miglioramento nel know how, si accompagnano i 32 milioni di investimenti sociali fatti da TAP e un’iniziativa di riforestazione per 400mila alberi e arbusti nel nord della Grecia. Più recente è l’impegno per la costruzione o ricostruzione di 33 parchi giochi che coinvolge anche il comune di Komotini, il cui sindaco sorride nelle foto che riprendono l’accordo. «Sono certo che il risultato finale giustificherà la nostra scelta» ha commentato, più o meno negli stessi giorni in cui il sindaco di Melendugno disertava l’incontro con i funzionari della Banca Europea per gli Investimenti.

Da Samaras a Tsipras, governi di diverso colore hanno sostenuto la costruzione del gasdotto. Il leader conservatore, battuto alle elezioni del gennaio 2015, due anni prima aveva definito Tap come «lo sviluppo più importante e positivo negli ultimi dieci anni in Grecia». I lavori per la costruzione del gasdotto in Grecia sono iniziati nel maggio 2016, nove mesi dopo la conferma di Tsipras alle elezioni anticipate.

Nella cerimonia di inaugurazione tenutasi a Salonicco, il leader di Syriza dichiarò che la Trans Adriatic Pipeline, «uno degli investimenti stranieri diretti più importanti», avrebbe portato «la Grecia e l’Europa in una nuova era», portando nuovi posti di lavoro. Pochi anni prima, il suo stesso partito, ricorda Ekathimerini, bollava il progetto come inutile, se non agli «interessi americani che volevano ridurre l’influenza russa sui corridoi energetici».

Fonti governative si affrettarono a negare che Syriza si era opposto al TAP quando era all'opposizione e anzi affermarono che Syriza al governo aveva migliorato l’accordo. Un precedente magari utile in casa nostra.

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