Ogm, tra scienza e attivismo: la brutta storia dei dati manipolati a Napoli
Strade del Cibo
La storia si preannuncia come una di quelle che faranno molto male. Alla scienza italiana, prima di tutto.
Federico Infascelli è professore ordinario di Nutrizione nel Dipartimento di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli. Assieme alla sua collaboratrice Raffaella Tudisco da circa un decennio si occupa di Ogm (organismi geneticamente modificati), e ha pubblicato diversi articoli che hanno messo in luce criticità, di non poco conto, legate all’uso di mangimi da essi derivati. Il suo lavoro ha fatto un certo rumore, dal momento che i risultati sono in netta contraddizione con tutto quello che si sa sull’argomento, ovvero che quei mangimi non sono all'origine di alcun problema di carattere sanitario. Lo scorso 8 luglio il professor Infascelli è stato invitato in Senato per una audizione, ed è lì che per lui e il suo gruppo iniziano i problemi, quelli veri. In quell’occasione infatti la senatrice Elena Cattaneo, che prima di tutto è una affermata ricercatrice, comincia a fare domande per capire a fondo in che modo l’equipe napoletana abbia condotto le sue ricerche, perché non è convinta della bontà e solidità dei risultati presentati.
Si cominciano così a studiare seriamente i lavori e quello che emerge, anche se quasi per caso, sembra andare ben oltre un onesto esperimento malpensato. Sul sito www.PubPeer.com, nato proprio per segnalare pubblicazioni scientifiche di dubbia qualità, cominciano ad apparire segnalazioni di problemi sugli articoli di Infascelli dedicati agli Ogm. In particolare, molte delle figure presentate risultano palesemente manipolate. Alcune di queste addirittura sarebbero state usate in articoli diversi con significati diversi: ad esempio, la figura 4 del lavoro pubblicato da Infascelli nel 2010 è la stessa usata nel suo lavoro del 2013, solo che nel 2010 il campione 1 era fegato, nel 2013 diventa invece latte, quelli che nel 2010 erano reni diventano sangue nel 2013, mentre il cuore diventa reni, il sangue latte, e così via. Non una sola colonna della figura rappresenta nel 2013 quel che rappresentava nel 2010. In alcune figure sono visibili cancellature, in altre copia e incolla di intere parti.
Questa scoperta ha spinto diversi ricercatori a chiedere alle riviste di prendere provvedimenti. Al momento uno degli articoli è già stato ritirato, quello del 2013. Per ironia della sorte, è proprio quello pubblicato da un giornale che vede lo stesso Infascelli nel comitato editoriale, metre gli altri risultano invece ancora sotto indagine. Non è la prima volta che uno studio che attesta la pericolosità degli Ogm non regge al vaglio critico della comunità scientifica, presentando lacune inquietanti. Era già successo a un altro celebre "guru" della letteratura anti-Ogm, Gilles-Eric Séralini: un suo studio sulla tossicità di lungo periodo dell'erbicida Gliphosate è stato ritirato dalla rivista che lo aveva ospitato, Food and Chemical Toxicology, per gravi vizi metodologici e per non aver rispettato standard scientifici accettabili.
Ora la vicenda è sul tavolo del rettore della Federico II che dovrà farsi carico di capire cosa è realmente successo, e per quale ragione un gruppo di ricerca di una prestigiosa università pubblica italiana abbia usato fondi per la ricerca non per approfondire un tema delicato, ma piuttosto per alimentare l’incertezza e la confusione. La manipolazione intenzionale - è di questo che si sta parlando - dei risultati di una ricerca è una pratica di gravità assoluta. Gli articoli di Infascelli, come quelli di Séralini, vale la pena ricordarlo, sono infatti largamente citati come prova della pericolosità degli Ogm. Pericolosità che, a quanto pare, non provano affatto.