Il giorno dopo gli arresti spettacolari e la detenzione di 16 ore en garde à vue, Nicola Sarkozy concede un'intervista televisiva andata in onda ieri sera alle 20 su TF1 e Europe 1, per difendersi a cospetto dei compatrioti contro lo spettacolo manettaro messo in scena con l'unico obiettivo – secondo l'ex Presidente della Repubblica - di umiliarlo.

Ai due giornalisti ospitati nel suo ufficio parigino Sarkozy ha replicato da avvocato, più che da indagato. È ricorso alla logica per mettere in evidenza le incongruenze dell'accusa, all'emozione per sottolineare le anomalie nel trattamento subito; ha instillato il dubbio della non imparzialità del giudice, e reso credibile la manipolazione politica tentata ai suoi danni da Hollande e dai suoi sodali – maldestri, appunto, e in plateale difficoltà.

sarkozy grandeSarkozy è stato un ottimo avvocato di sé, nel processo mediatico nel quale è evidentemente imputato. Le analogie tra il caso Sarkozy e il caso Berlusconi sono notevoli. Simili non a caso sono le accuse rivolte dai due alle rispettive magistrature - uso politico della funzione – ed alla stampa che fa spregio delle garanzie minime della difesa, per dare peso mediatico a un'accusa che peso giuridico altrimenti non ha. Se tuttavia nella sua auto-difesa mediatica Berlusconi è sempre stato pessimo, con i suoi monologhi sconclusionati, sfuggenti ed insostenibilmente emotivi, Sarkozy ha invece portato la sfida sul piano naturale della difesa: la logica.

Alle accuse di "traffico di influenze" e "violazione del segreto istruttorio" i due magistrati – entrambe donne – che hanno interrogato Sarkozy alle 2 di notte, dopo oltre 12 di detenzione, hanno aggiunto un ulteriore capo di imputazione: la corruzione. Capo di imputazione "grottesco" – secondo l'avvocato Sarkò.

Una delle due toghe rosa, del cui pregiudizio l'ex leader Ump non nasconde di diffidare, è membro di un sindacato apertamente ostile all'ex Presidente. È stato lui stesso nel corso dell'intervista, a ricordare cosa quel sindacato scrivesse contro di lui nel 2012 – nel pieno dello scontro presidenziale contro Hollande.

Secondo l'accusa, Sarkozy – per tramite del suo avvocato, Thierry Herzog, anch'egli arrestato - avrebbe corrotto un magistrato della Corte di Cassazione, il giudice Azibert, per avere informazioni riservate sugli altri procedimenti a suo carico – Bettencourt, Tapie - in cambio di una nomina onorifica presso l'alta magistratura del Principato di Monaco. Incarico che in realtà il giudice potenzialmente corrotto non otterrà mai, mentre la circostanza della presunta interferenza sulle autorità monegasche a favore del giudice amico è stata smentita dallo stesso Principato, che ha ufficialmente negato di aver ricevuto alcuna forma di pressione. Anche questo ha ricordato Sarkozy, ieri sera, al pubblico televisivo bombardato con le immagini inedite di un ex Presidente della Quinta Repubblica portato al gabbio come un ladro qualunque beccato in flagranza di reato.

Cos'hanno allora in mano i giudici contro l'ex Presidente? Due anni di intercettazioni di dubbia legittimità sulle utenze "in incognito" di Sarkozy e del suo avvocato; intercettazioni pubblicate da alcuni organi di stampa - secondo la difesa in maniera illegale, parziale e tendenziosa. L'intercettazione che secondo Sarkozy lo scagionerebbe completamente dall'accusa di corruzione, ad esempio, sui giornali non c'è mai finita.

Le intercettazioni dell'ex Presidente e del suo avvocato sono state avviate dai magistrati solo nel 2013, sebbene si riferissero ad una vicenda sui presunti finanziamenti illeciti di Gheddafi alla campagna di Sarkozy del 2007. Ma cosa mai avrebbe potuto dire al telefono con il suo avvocato l'ormai ex Presidente Sarkozy, 6 anni dopo i fatti, e con il dittatore ormai trapassato?

Da quelle intercettazioni non emergono prove, ma solo scenari di ordinaria connivenza relazionale tra persone di potere, vicine politicamente ed use alle prassi indicibili, ma comunemente esercitate, nei sistemi corporativi come quello francese, nel quale evidentemente riconosciamo l'opacità, l'ipocrisia e la stessa propensione all'abuso delle diverse parti viste nella commedia berlusconiana - politica, magistratura, stampa.

Potrebbe ancora ricandidarsi alle prossime presidenziali, lascia intendere Sarkozy. Ma sembra che lo dica più per rovinare la festa a quelli che lo vorrebbero fuori dai giochi per via giudiziaria, che per la reale convinzione di poter stare ancora in partita. La sua presidenziabilità emergeva come forte esclusivamente per la debolezza altrui – le figure mediocri del suo partito, la improponibilità del presidente socialista in carica.

@kuliscioff