Hamilton grande

Lo scorso 27 Maggio la Commissione europea ha presentato il Next Generation EU, un Recovery Fund da 750 miliardi, divisi tra grants (sovvenzioni, per 500 mld) e loans (prestiti, per 250 mld). Si attende ora il Consiglio Europeo di venerdì 19 Giugno che però, da quanto si apprende, non sarà definitivo ma costituirà solo un primo momento di dibattito orientativo su Next Generation EU in quanto Charles Michel spera in un vertice in presenza a Luglio nel quale trovare un compromesso tra i 27 sulla proposta.

Il Next Generation EU, che già nel nome pone l’accento sulle generazioni future, è un’iniziativa di portata storica nella vita dell’Unione Europea che va accolta positivamente. Questo evento straordinario, che prevede l’emissione di debito comune, è stato da molti definito come “momento Hamilton” per l’Unione Europea, così definito con riferimento ad Alexander Hamilton, Segretario del Tesoro americano, che nel 1790 riuscì a trasformare il debito che le 13 colonie avevano accumulato nella lotta per l’indipendenza dal Regno Unito in debito pubblico del nuovo stato federale, mettendo così le basi per la nascita dei moderni Stati Uniti. Ma siamo davvero davanti ad un momento Hamilton?

In una prospettiva liberale e federalista occorre ritenere che gli Stati Uniti d’Europa siano l’obiettivo da perseguire e che debbano essere un tema centrale nel dibattito e nelle iniziative politiche ma sono altresì consapevole che il debito comune e l’aumento delle risorse proprie non siano sufficienti per la creazione di un’Europa federale. Non lo definirei pertanto un vero momento Hamilton nonostante la grande importanza di questa iniziativa.

Il vero punto di svolta per la creazione di un’Europa federale è la creazione di una sovranità fiscale accanto a quella monetaria. Occorre una capacità fiscale che sia indipendente dagli Stati e sia capace di mobilitare risorse rilevanti. Il bilancio europeo non è espressione di una capacità fiscale europea perché è costituito per più del 70% da trasferimenti dai bilanci nazionali e per il restante dalle risorse proprie di cui all’art. 311 TFUE ed ammonta complessivamente all’1% del PIL dell’Unione Europea.

La strada dell’aumento delle risorse proprie, che comunque il Next Generation Ue intende appoggiare più robustamente a una fiscalità davvero europea, non va di per sé nella direzione di una unione fiscale perché potrebbe essere realizzato – a maggior ragione in condizione di emergenza, come quella attuale – attraverso un trasferimento di gettito nazionale. Anche la cosiddetta armonizzazione fiscale prevista per le imposte indirette ex art 113 TFUE richiede l’unanimità e non costituisce capacità fiscale europea, si tratta semplicemente di imposte nazionali rese simili tra i diversi Paesi.

Come arrivare allora alla creazione di un’Unione federale? È necessario un nuovo quadro giuridico europeo. Abbiamo davanti una grande sfida, che merita di essere colta, e dobbiamo impegnarci nel dibattito e nella creazione di questa nuova costituente e promuovere iniziative in questa direzione.

@dianaseverati