conte dimaio

Se tra qualche ora il Capo dello Stato incaricherà il prestanome designato Giuseppe Conte per la formazione del prossimo esecutivo, potrà considerarsi realizzata la prima fase – diciamo: quella pre-governativa – di un disegno perversione delle regole costituzionali che presiedono (presiederebbero) al funzionamento del potere legislativo e di quello esecutivo.

Il primo passo è stato la subordinazione dei candidati del partito di maggioranza relativa (il M5S) al comando di una srl, attraverso un contratto di candidatura esplicitamente ricattatorio.

Il secondo è stato l’introduzione per via regolamentare del vincolo di mandato degli eletti, attraverso lo statuto dei gruppi parlamentari di Camera e Senato del M5S, accettati senza fare un fiato dai presidenti Fico e Casellati, malgrado contrastino in maniera eclatante con l’art. 67 della Costituzione.

Il terzo passo è stato l’esproprio del processo di formazione di governo dal suo riconosciuto “motore costituzionale”, il Quirinale, a vantaggio di una sorta di giunta di salvezza nazionale autocostituita dal bipartito populista al potere e riunita al Pirellone a scrivere il libro dei sogni e dei miracoli (denominato “contratto per il governo del cambiamento”) già votato e approvato su Rousseau e ai gazebo leghisti, prima di essere portato al Quirinale.

Il quarto sarebbe (sarà?) l’imposizione al capo dello Stato del nome del figurante prescelto per occupare Palazzo Chigi a garanzia degli accordi “contrattuali” tra Lega e M5S e dunque l’esproprio di un potere tipicamente presidenziale.

Nella fase propriamente governativa di questa strada su cui la politica italiana si è incamminata vedremo gli sviluppi di queste promesse. Non è detto che Mattarella non debba presto pentirsi di avere, un po’ troppo passivamente, assistito inerme e silente all’arrivo dei barbari festanti nei giardini del Quirinale. Anche se oggi potrebbe ancora stupirci e rimettere le cose per il verso giusto (costituzionale).

In ogni caso il Prof. Conte è anche soggettivamente il candidato perfetto, perché politicamente nullo e con un curriculum politico (lasciando da parte quello scientifico, che già parrebbe un tantinello taroccato) di puro “servizio”. Prima cooptato da Alfonso Bonafede per rappresentare il MoVimento nel Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa (2018) e poi presentato da Luigi Di Maio come candidato al ministero della PA del futuro governo pentastellato.

La prima notizia di pubblico interesse del Prof. Conte riguarda il metodo Stamina, visto che, come ricorda oggi meritoriamente Andrea Fabozzi su Il Manifesto, “da avvocato della famiglia di una bambina malata alla quale fu somministrato il trattamento Stamina” riuscì a “ottenere il via libera di un tribunale al proseguimento della cura non validata scientificamente, convincendo i genitori della bimba malata a spostare la residenza da Firenze a Livorno”.  

Da tempo sosteniamo la sinistra somiglianza tra il Metodo Vannoni e il Metodo Casaleggio, tra la truffa di una cura miracolosa venduta ai malati disperati e quella di una politica miracolosa venduta a elettori impauriti e alienati. In entrambi i casi, a rendere irresistibile la seduzione è proprio la rivendicata estraneità dei rispettivi metodi alle regole canoniche della scienza “ufficiale” e allo statuto disciplinare della medicina e della politica. Vannoni poteva salvare la vita a malati che la medicina (questa era la tesi) abbandonava, proprio perché non era un medico. Il Dream Team con a capo il professore prestanome può salvare l’Italia proprio perché si lascia alle spalle le regole e la razionalità della vecchia politica e proclama la possibilità del miracolo attraverso la sistematica destituzione della logica che rende quel miracolo impensabile e indicibile.

Come per Vannoni era la medicina ufficiale la vera malattia da cui i cittadini dovevano liberarsi per potere finalmente guarire, così per Conte sarebbe (sarà?) la politica ufficiale – quella che nega la possibilità di fare le cose impossibili – il nemico della guerra di liberazione popolare che sarà chiamato a rappresentare dalle stanze di Palazzo Chigi.

@carmelopalma