ttip protest

Con il passare dei mesi il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) – il maxi-accordo commerciale tuttora in negoziazione tra Stati Uniti ed Europa – si fa argomento sempre più caldo. Tra petizioni e manifestazioni di protesta è ormai difficile che un qualsiasi cittadino possa essere all’oscuro dei contenuti del trattato, se non altro per sommi capi. Per la verità, è più facile se ne sia fatto un’idea attraverso il “filtro” dei suoi detrattori.

In effetti, l’assordante coro di proteste contro il TTIP sta sommergendo le voci favorevoli non meno di quelle dei protagonisti della trattativa, creando l’impressione (inconsistente, come vedremo) che si stia cercando di tenere i cittadini all’oscuro delle trattative. L’apice di tutto ciò è stato raggiunto all’inizio di maggio scorso, quando la compagine olandese di Greenpeace ha diffuso una serie di documenti “segreti” che avrebbero rivelato, a detta dell’organizzazione, i molti pericoli per la salute dei cittadini e per la tutela dell’ambiente dovuti a presunte pressioni americane sulla Commissione Europea.

Lo scorso 8 giugno è stato pubblicato su un blog del Movimento 5 Stelle un post che presentava in traduzione italiana le pagine rese note da Greenpeace. “Tutti i cittadini devono conoscere le insidie che si nascondono dietro questo Trattato, negoziato in gran segreto.” Sennonché, a un occhio appena più attento, il vociferare sulla supposta segretezza del trattato si risolve in una bolla di sapone. I documenti esposti da Greenpeace non rivelano altro che i punti di disaccordo che ancora sussistono tra le due parti: per un trattato di questa portata è il meno che ci si può aspettare. Le proposte messe sul piatto dalla Commissione Europea sono disponibili online dal gennaio 2015. Alcune di esse sono invece aggiornate al marzo di quest’anno. Il sito della Commissione Europea rilascia continuamente note esplicative e aggiornamenti sullo stato delle trattative. L’ultimo di questi aggiornamenti risale al 24 maggio scorso. Per chi avesse voglia di informarsi sui contenuti messi sul piatto della trattativa e sulle posizioni delle due parti, anche del governo americano, i materiali di lettura online non mancano. Si metta però l’anima in pace: per leggerli integralmente avrà bisogno di molto tempo, molta pazienza e una buona capacità di comprensione dei testi.

Numerosi sono inoltre gli eventi che la Commissione Europea ha organizzato per informare il pubblico sulla natura dei trattati. Il punto forse più controverso degli accordi, l’istituzione di un arbitrato per la risoluzione delle dispute tra stato e imprese (ISDS, Investor-to-State Dispute Settlement) non soltanto risponde a una pratica già consolidata, ma è stato sottoposto a una pubblica consultazione che ha ricevuto all’incirca 150.000 risposte (di cui soltanto 222 da parte di cittadini italiani).

Certo, a chi si è fatto paladino della diretta streaming quale strumento di trasparenza di fronte ai cittadini, le trattative del TTIP appariranno senz’altro “segrete”. Ma se ammettiamo che le trattative possano svolgersi a porte chiuse, dobbiamo altresì riconoscere che gli sforzi da parte della Commissione Europea per informare il pubblico sulla natura degli accordi e sugli sviluppi delle trattative non si sono fatti attendere. Peraltro, se le negoziazioni sono riservate – com’è normale che sia – saranno in ultima battuta il Parlamento Europeo e il Congresso statunitense a pronunciarsi sulla versione definitiva del trattato, che potrà poi essere approvato o respinto dai parlamenti degli stati membri dell’Unione, in piena visibilità e nel pieno rispetto delle procedure democratiche.

La diceria sulla segretezza del trattato collima con una ricostruzione che conosciamo bene e che vede nelle fantomatiche multinazionali l’origine di ogni nostro male. Il TTIP, si dice, abbasserà gli standard europei relativi a cibo, sicurezza sul lavoro e tutela ambientale; inonderà l’Europa di prodotti OGM e di carne trattata con ormoni; costringerà i governi a privatizzare i servizi pubblici; permetterà alle imprese di far causa agli stati “per perdita di profitti”; affosserà le piccole e medie imprese.

Serve a poco osservare che gli standard europei non sono in discussione; che il TTIP non forzerà l’Unione Europea a importare prodotti non approvati, OGM inclusi (posto che questo sia un male); che i governi conserveranno piena sovranità rispetto ai servizi che intendono erogare pubblicamente; che l’ISDS riguarda l’equo trattamento, non la perdita di profitti; che i dazi penalizzano molto più le PMI delle grandi aziende, che possono permettersi le delocalizzazioni. Rispetto a queste e altre distorsioni di ciò che è realmente oggetto di trattativa (come si spiega bene qui), la segretezza del trattato non è che la ciliegina sulla torta: se il governo americano e la Commissione Europea stanno varando un patto scellerato, al soldo delle multinazionali, non possono che farlo di nascosto.

Una compagine politica come quella pentastellata – che ha fatto della lotta alla “casta” il proprio vessillo di battaglia, e che in occasione della ben nota vicenda dell’olio tunisino si è schierata su posizioni protezioniste – non poteva che sposare questa narrativa. “Tutti i cittadini devono conoscere le insidie che si nascondono dietro questo Trattato, negoziato in gran segreto.” Possiamo forse ringraziarli per aver tradotto quel testo a beneficio degli utenti, ma la segretezza del trattato rimane quello che è: una sonora sciocchezza.