Istituzioni ed economia

08 Maggio 2014

A qualunque parte politica si appartenga, la morale della caso Bacchiddu è meno banale di come appare. Il suo bikini non "scopre" solo le sue forme, ma i meccanismi reali della politica spettacolo e l'impotenza di una sinistra femminista costretta anch'essa a ricorrervi, per stare al passo con gli avversari e coi tempi.

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07 Maggio 2014

Da due giorni Mario Monti si è insediato come componente straniero dell'Accademia di studi morali e politici dell'Institut de France. Succede all'ex presidente ceco Vaclav Havel, morto alla fine del 2011. Havel e Monti sembrano divisi da tutto e accomunati solo da un'esperienza di governo, straordinaria in entrambi i casi, ma di assai diversa straordinarietà.

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05 Maggio 2014

Quando, come e perché spendiamo tanto e male. Strade dedica la monografia di maggio a un'analisi approfondita della spesa pubblica italiana, per capire una volta per tutte come lo Stato spende i nostri soldi e dove si potrebbe cominciare a tagliare o a riorganizzare. Un'anticipazione: se pensate che il problema siano solo i "costi della politica", state mentendo a voi stessi.

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30 Aprile 2014

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 24 aprile 2014, n. 66 (c.d. "decreto IRPEF"), e la sua contestuale entrata in vigore, comincia a prendere corpo la Renzinomics, ovvero la politica economica secondo Renzi. È un primo provvedimento importante, che il Presidente del Consiglio aveva già illustrato nella conferenza stampa del 18 aprile scorso. Subito dopo il varo da parte del governo. Quel giorno, il testo normativo del decreto non era disponibile. I media e i cittadini si erano accontentati ancora una volta della sintesi twittata delle misure. Ora, finalmente, il testo del decreto legge c'è, assistito dalla relazione tecnica, e aiuta a comprendere meglio la natura e la portata degli interventi. La comunicazione politica è un po' sorellastra della verità. E i testi normativi con le relazioni tecniche sono come la scarpetta di Cenerentola: alle sorellastre va sempre troppo stretta.

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28 Aprile 2014

Ieri Roma ha vissuto una delle pagine più intense della "Chiesa spettacolo", con un rito liturgico trasformato in un evento allegramente profano, in una sorta di Woodstock della devozione popolare, secondo un modello che dal pontificato di Wojtyła in poi - si pensi alle Giornate della Gioventù - è diventato un modo privilegiato per parlare all'umanità cristiana e non cristiana, convocandola a festa secondo uno spirito di fratellanza ecumenica non solo religiosa. L'universalità della Chiesa secondo le regole della mondovisione, insomma.

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23 Aprile 2014

Il rammarico di Sandro Bondi per il fallimento della rivoluzione liberale è il rammarico di molti, non solo i liberali, che vent'anni dopo quell'illusione si trovano a saldare il conto politico, certamente economico e forse anche morale, di quel fallimento. L'Italia oggi assomiglierebbe alla Germania, non alla Grecia. La responsabilità di quel fallimento per i berlusconiani credenti non è da imputare a Berlusconi, ma agli alleati illiberali. Nella sua lettera alla Stampa, Bondi rinnova quel convincimento. Berlusconi – sostiene – non ha potuto essere la Thatcher suo malgrado, perché costretto a non esserlo dallo statalista Fini e dal regionalista Bossi.

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22 Aprile 2014

Quello di Renzi è un Governo nato sotto il segno delle contraddizioni, com’è stato evidente sin dal primo momento. Non c’era nulla di cui stare sereni quanto alla durata dell’Esecutivo precedente, eppure a questo esortava chi sarebbe diventato da lì a poco il nuovo Presidente del Consiglio. È storia passata, direbbe chi della velocità, nonché della scarsa memoria, ha fatto il proprio mantra. Sono, infatti, trascorsi quasi due mesi da quando la situazione è stata ribaltata: Renzi è il Premier “nuovo”, in ogni senso, e solo questo ha importanza.

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15 Aprile 2014

L'immagine dell'ingresso del campo di Auschwitz - che ieri Grillo ha ritoccato e profanato per tenere calda la sua piazza elettorale - racconta, insieme alla storia delle indicibili sofferenze del popolo ebraico, anche la vergogna di un'umanità sfigurata da quella esperienza e tenuta a serbare il senso di quella caduta. La banalizzazione dell'Olocausto e la sua trasformazione in un repertorio di metafore per le polemicuzze della campagna elettorale, non è solo un'offesa alla memoria dei morti, ma un attentato all'intelligenza dei vivi, perché relativizza il senso di quel fenomeno assoluto della storia umana e del suo sempre incombente pericolo.

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