L'adolescenza è, per tutti, un periodo particolare, conflittuale, in cui non si è sicuri di niente e men che meno di se stessi, in cui si anela alla libertà e all'autonomia senza sapere esattamente cosa siano, in cui ci si sente adulti ma si è ancora troppo "bambini" per comprendere le dinamiche del mondo.

Cancro INT Faso 5permille

Il cancro è una malattia che spesso toglie a chi ne soffre qualunque autonomia e quasi tutta la libertà, che fa franare in un attimo le sicurezze di una vita, in cui capita di sentirsi impotenti e disperati di fronte a un male senza spiegazione, a un nemico invincibile e spietato che innalza muri e barriere, e che, a complicare il tutto, si trova dentro e non fuori, togliendo a chi ne soffre forza e vitalità dall'interno, ogni giorno un po' di più.

La combinazione dei due elementi, tuttavia, riesce a dare vita a un risultato meno straziante e più interessante di quanto si potrebbe pensare.

È il caso di Braccialetti Rossi, romanzo e poi fiction di successo su un gruppo di adolescenti ricoverati in un reparto oncologico; è il caso di #cancelliamolo, la campagna Twitter dell'Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, che ha come testimonial i ragazzi del reparto di Pediatria Oncologica dell'ospedale, un po' i veri "braccialetti rossi" italiani.

L'INT adotta, coi pazienti adolescenti, un approccio, terapeutico e non solo, diverso sia da quello utilizzato coi bambini che da quello "adulto": a questi ragazzi, che hanno scoperto di avere un tumore proprio nel periodo della loro vita in cui dovrebbero cominciare a uscire da soli, a smettere di dipendere dalla famiglia, a conoscere e a infrangere i propri limiti, viene offerta la possibilità di scoprire se stessi e di esprimersi attraverso varie attività creative, come musica, pittura, street art, recitazione, che hanno a che fare col corpo e con la mente.

Un approccio olistico consigliato in molte recenti ricerche, che aiuti i ragazzi "traditi" da quel corpo che stanno scoprendo a riprendere contatto con se stessi e con la propria evoluzione, a rapportarsi in maniera positiva coi coetanei che soffrono dello stesso male e a realizzare qualcosa di concreto, che abbia a che fare con la creatività e con la bellezza e che soprattutto esprima la loro individualità. Un'individualità che certo viene definita dal tumore, ma non può e non deve ridursi soltanto a quello.

"#cancelliamolo. Insieme si può" è l'hashtag lanciato dall'Istituto nazionale dei tumori sul proprio profilo twitter (@IstTumori), "per ribadire" così recita il comunicato "che il tumore non è più un nemico invincibile e che attraverso la ricerca lo si può sconfiggere".

Con questo stesso claim si svolgerà il 4 giugno, in piazza Città di Lombardia a Milano, un evento pubblico che avrà per protagonisti i giovani pazienti di cui sopra, oltre a ricercatori, autorità e personaggi famosi (Antonio Albanese, Beppe Bergomi, Paolo Maldini, Emiliano Mondonico). I ragazzi del reparto di Pediatria oncologica racconteranno la loro storia di speranza attraverso la canzone "Nuvole di Ossigeno", composta e musicata in collaborazione con Faso, bassista di "Elio e le Storie Tese", che sarà presente al fianco dei giovani pazienti ed ex pazienti dell'Istituto.

Alcuni dei ragazzi che partecipano a questo progetto non sono più ricoverati, ma hanno finito le cure e si trovano nel periodo definito di "follow-up", quello del post-tumore e delle visite di controllo, eppure, ben lungi dal voler dimenticare e "chiudere" una volta per tutte la propria traumatica esperienza, tornano periodicamente in ospedale non solo e non tanto per le visite, ma soprattutto per poter continuare a realizzare i loro progetti insieme ai compagni che sono ancora in cura.

Il loro approccio positivo e creativo ad una grave condizione di malattia è forse la più grande testimonianza, la più importante dimostrazione che davvero "insieme si può", se non debellare il cancro dalla faccia della Terra, almeno affrontarlo senza lasciarsene completamente abbattere, mantenendo la propria integrità mentale e imparando a fare gruppo per comunicarsi l'un l'altro la bellezza, la novità, la speranza della vita.

È vero, la speranza da sola non basta, ma va affiancata da ricerca e cure (e per questo l'INT di Milano è alla costante ricerca di fondi, anche attraverso il 5 per mille - qui i riferimenti per chi volesse fare una donazione); parimenti vero, però, è che anche le cure più costose e innovative possono risultare inutili se la speranza non c'è.

"Portami con te, fuggiamo via": nell'adolescenza ognuno di noi, almeno una volta, ha detto, a un ragazzo o a una ragazza, a un amico speciale, forse solo a se stesso, queste parole. Via dalla noia della scuola, da una famiglia opprimente o indifferente, da un corpo che non si riconosce, da un gruppo da cui non ci si sente amati né accettati, da una vita che non si sente propria.

"Portami con te, fuggiamo via", cantano sorridendo i ragazzi dell'INT insieme ai musicisti di Elio e le Storie Tese, e nel loro caso "fuggire" significa dimenticare, almeno per un attimo, una malattia da cui non sanno se usciranno vivi, una vita che non sanno se riusciranno a vivere in autonomia, una dipendenza da terapie pesanti e spesso insopportabili anche per chi è molto più grande e ha la pelle molto più dura della loro.

In attesa che la ricerca scopra la cura definitiva per il loro male, e nella speranza che tutti possano guarire, crescere, "avere un futuro ed esserne padroni", l'augurio che si può fare a questi ragazzi, alle loro famiglie e a coloro che li hanno in cura e che ogni giorno fanno il possibile, e forse pure qualche miracolo, per ricordar loro che non sono "malati" ma persone, belle e coraggiose anche loro malgrado, è che quanti più possibile si accorgano della battaglia che stanno combattendo e decidano di sostenerli. Donare loro il cinque per mille del proprio tempo e dei propri soldi può essere un buon inizio.