Putin Trump 1 grande

La guerra sotterranea contro l'Unione Europea prosegue da anni, con un sostegno sistematico ai partiti populisti in funzione anti-UE. Questo fenomeno è rimasto a lungo sullo sfondo, invisibile a molti per varie ragioni, ma oggi il gioco è diventato palese. Il tentativo fallito di invasione dell'Ucraina non rappresenta la causa di questa situazione, ma piuttosto un'ulteriore manifestazione all'interno di questo contesto più ampio.

Trump non è l'origine di questo stato di cose, ma un'ulteriore evoluzione di un processo già evidente durante il suo primo mandato. La sua esplicita volontà di indebolire l'UE si inserisce nella logica di ricostruzione delle sfere d'influenza. L'annessione di territori non esclude infatti la creazione di zone d'influenza: pensare di annettere la Groenlandia va di pari passo con la strategia di frammentare gli stati europei per negoziare condizioni diverse con ciascuno di essi.

Questo diventerà evidente quando si affronterà la questione delle sanzioni europee: dei dazi, che però sono sanzioni. Se Trump agirà strategicamente, tenterà di dividere gli europei attraverso i dazi, premiando potenzialmente i paesi non-UE. È la strada già avviata con il Regno Unito, per il quale non prevede dazi. Colpierà, come già si dice, i paesi più deboli della catena dell’Unione. I dazi sul vino sono un esempio: non rappresentano una voce importante per la bilancia commerciale per gli Stati Uniti, ma colpiscono la Spagna, la Francia e l’Italia nel punto dove può avere più facilmente una risposta populista. In Germania i dazi andranno a colpire l’industria automobilistica, sempre con lo scopo di provocare il più devastante impatto politico, e favorire l’estrema destra anti-europea.

L'imposizione dell'aumento della spesa per la difesa nella NATO non è giustificata dalla necessità americana di concentrarsi sul Pacifico. La vera finalità dei dazi e dell'incremento delle spese militari è dividere l'UE. Trump approfitta della minaccia russa a questo scopo. Se ogni paese europeo sarà costretto ad aumentare il budget della difesa per la NATO, rischierà di dover ridurre la spesa sociale, alimentando così il consenso verso i partiti populisti, rafforzando le posizioni anti-UE.

I partiti filo-Putin e filo-Trump hanno immediatamente iniziato a sostenere la necessità di salvaguardare il welfare, nonostante questo non sia direttamente minacciato dalle misure di spesa, come dimostra la concessione della UE di fare debito per la difesa. Certo, il debito resta debito, ma l'effetto non è immediato e non colpisce subito l'opinione pubblica.

Le istituzioni europee hanno compreso perfettamente che l'obiettivo è creare divisioni. Nonostante il welfare non verrà toccato, i partiti filo-Trump e filo-Putin hanno iniziato comunque a seguire il copione che ci si aspetta da loro. Diranno sempre e comunque che qualsiasi problema è connesso alle spese militari. Sono gli stessi che hanno speso 200 miliardi in ristrutturazioni di seconde case: il doppio della “svolta” tedesca in riarmo. La cosa bellissima è che i populisti hanno preso ad utilizzare gli stessi argomenti precedentemente impiegati dai sostenitori dell'austerità (questi ultimi sapevano benissimo che la critica all’austerità era il pretesto per scassare i conti pubblici). Ora i populisti sono contrari al debito, e roteano gli occhi intorno perplessi: eh ma il debito è già alto!

Si discute spesso se certi politici che lasciano attoniti per le loro decisioni non siano semplicemente degli stupidi. La cosa interessante e paradossale è che gli argomenti deboli hanno invece non il limite, bensì il vantaggio di apparire stupidi: la stupidità ha una funzione di dissimulazione delle intenzioni politiche. Il fatto che le intenzioni politiche appaiano attraverso argomentazioni deboli o contraddittorie non è rilevante; ciò che conta è l'obiettivo finale. In questo caso, è la creazione di sfere d'influenza per Russia e Stati Uniti.

La stupidità sta solo nei risultati. Per ora, portando lo scontro su un piano più diretto ed esplicito, Trump sta ottenendo l'effetto opposto: unisce l’Europa invece di dividerla. Ma è una considerazione che porta ad abbassare la guardia: è stupido, non sa quello che vuole ecc. Non sarei così imprudente. Trump forse conosce i propri mezzi e i propri polli.

In questa nuova fase di confronto aperto, sarà necessario valutare quale forza Trump sia in grado di dispiegare. Parla con assoluta sicurezza di cose surreali, come l’annessione del Canada! Ma è inutile cercare una coerenza o una strategia da delitto perfetto. Occorre guardare all’insieme, e farlo senza troppe finezze. Il serial killer dichiara il suo obiettivo: Putin rivuole l’impero, e Trump pure. In mezzo c’è la UE. Scardinata la UE, sarà anche più facile arrivare alla Groenlandia. L'aspetto positivo è che almeno adesso non abbiamo scuse: l'intenzione di indebolire o distruggere l'UE è evidente. E se ci tengono così tanto a distruggerla, è perché non è affatto vero che l’Unione Europea “non serve a niente”: l’Unione Europea ci conferisce una grande forza.

Poi ci sono altri obiettivi. Aver tagliato 400 milioni di euro alla Columbia è tra questi. La Columbia è la sede principale del wokismo. Trump è così vanitoso e narcisista che non riesce a tenere per sé gli obiettivi, che probabilmente non sono solo suoi. Se non è del tutto pazzo, allora ha in mano, come dice lui, “delle carte”. Credo che la carta principale che ha in mano sia la nostra debolezza generale.
Forse però ha dichiarato il gioco con troppo anticipo, anche per dei “rispettosi”, come direbbe Machiavelli, come noi europei (che viviamo seduti, e che trascuriamo ogni possibile segnale di pericolo). Forse invece ci stiamo svegliando. Davanti a una minaccia reale per l’esistenza dell’Unione e al rischio di essere dei vassalli, metteremo insieme la volpe e il leone, e ci trasformeremo in “impetuosi” (per restare a Machiavelli).