sardine grande

Io non vedo un rapporto così stretto tra i Girotondi e le Sardine. Partecipai ai Girotondi e ho anche poi lavorato e scritto per MicroMega, (che ebbe, per chi non lo ricordasse, un ruolo importante nel movimento).

I Girotondi concludevano un'epoca, i loro leader non per caso erano i leader del '68; le Sardine ne aprono una nuova. Il mare in cui nuotano è completamente diverso. I Girotondi erano centrati sull'Italia, sull'anti-berlusconismo: portarono luce nell’atmosfera plumbea di quegli anni (come oggi le sardine), ma senza immaginare la natura del pericolo che c’era dietro l'angolo. La cultura politica della sinistra non era vista come un problema: il problema erano “i partiti” e il “regime” (di Berlusconi). Il banco di prova restava l’Italia, dove era facile distinguere, in modo manicheo, i buoni e i cattivi.

Soprattutto, l'Italia guardava in quegli anni all'Europa in modo vago, senza che l'Europa fosse un tema politico. Poi però è successo qualcosa di importante. Quando, dopo, l'Europa è diventata il tema politico principale, il sovranismo non solo non ha trovato alcun anticorpo che lo fermasse, ma in alcuni casi ha trovato un "populismo di sinistra" parallelo (vedi persino la stessa MicroMega, che certo non si riduce alle posizioni sull’Europa che ha assunto, ma che nelle posizioni che ha assunto, si è trovata di fatto in compagnia del populismo, diventando una voce marginale, come in generale quella della sinistra radicale).

Il populismo ha occupato l’intero spazio: diverse sfumature di rossobruno, con poche voci critiche di resistenza. Abbiamo visto tutto il carosello del complottismo economico, del vetero-sinistrese giunto alla parodia di se stesso, autori allucinanti, plauso alla decrescita, affacci alle finestre governative per festeggiare maggior deficit pubblico: un delirio generalizzato. Se si vuole comprendere dal punto di vista storico questi ultimi decenni occorre guardare al populismo trasversale (legato specialmente a clamorose fesserie economiche) che ha dominato il Paese.

Che cosa c'era dietro l'angolo? Le piazze sono state occupate, dopo i Girotondi, dal M5s: doveva essere la novità, mentre è stato un particolare concentrato ideologico del passato, così concentrato da lasciar trasparire il fondo rossobruno - intrinsecamente autoritario, populista, antimoderno e illiberale - di tanta cultura politica italiana.

Le Sardine naturalmente non nascono nel vuoto. Vero. Però il clima è cambiato, perché il populismo della Lega (e del M5s) ha evidenziato, un tempo si sarebbe detto, "le contraddizioni" di una cultura politica che non è solo della Lega e del M5s. Il sovranismo è arrivato alla fine della corsa, ha suscitato una reazione di rigetto. Una reazione che, però, non è partita né dagli intellettuali né dai partiti, e che ha sorpreso tutti.

Alcuni lamentano l'assenza di "contenuti" delle sardine. Ma è proprio da populisti aspettarsi che le piazze offrano contenuti. Il vero contenuto, la reazione al populismo, è un atteggiamento, è un metodo: è la serietà serena che ha imparato a riconoscere al volo il fanatismo cieco, che si ferma a riflettere intorno ai fatti, che non delegittima più lo studio dei fatti e il parere degli esperti (e che, giustamente, guarda con distacco agli approcci semplificanti delle ideologie o, se preferite, della parodia che ne resta). In Italia si è arrivati a credere (con tanto di sostegno di film e del “pensiero critico”) che la xylella sarebbe stata diffusa dalle multinazionali con il fine di sostituire gli ulivi del Salento. Un complottismo fatto della stessa pasta della “sostituzione etnica” della destra (e non solo della destra). La cultura politica italiana è un problema che riguarda tutti.

I Girotondi erano il "ceto medio riflessivo", non c'erano molti giovani, io ero uno dei pochi giovani (allora) e per questo c'era sempre il giornalista che mi pescava tra la folla per due domande che poi arrivavano del tutto trasformate, cioè manipolate, sul giornale. I giovani verranno dopo e occuperanno le piazze con il M5s; sono piazze che hanno esasperato la linea manichea, antipolitica e “salvifica” della cultura politica italiana, fino ad arrivare a una sorta di grottesca parodia della democrazia diretta per via telematica. Si sono scatenati contro le autoblu, ma hanno celebrato il debito pubblico italiano come “una risorsa”. Raccoglievano applausi attaccando “la finanza” mentre, proprio nello stesso momento, impassibili davanti all’evidente contraddizione, dichiaravano che avrebbero fatto altro deficit, dunque altro debito, dunque preso soldi in prestito “dalla finanza”, ma premurandosi di dire che non li avrebbero restituiti.

Hanno celebrato il mito della decrescita, diffuso l’ostilità verso l’euro in favore di monete fiscali e alternative. Tutte cose che, in un paese normale, si sarebbero dovute catalogare come subcultura o eccentricità, hanno trovato intellettuali benevolenti se non plaudenti. C’è poco da dire: è un fatto. Questo è stato il grande tradimento (se vogliamo dire così) degli intellettuali. La sintonia con la storia è andata perduta e l’Italia è apparsa provinciale e senza speranza. L’unico obiettivo che il M5s ha conseguito è stato quello di portare al trionfo la Lega di Salvini.

Le Sardine sono un’altra cosa: sono prevalentemente un banco di giovanissime sardine: a occhio, l'insieme mi pare ispirato da una certa apertura mentale, concretezza, impermeabilità agli slogan e alle semplificazioni. Sono contrarie al sovranismo e al populismo non necessariamente per via di una raffinata teoria politica e istituzionale, ma perché sono in sintonia con il loro presente, e lo sono perché nuotano nel mare del mondo. È il mare in cui nuotano che le rende diverse.

Il loro obiettivo lo hanno già centrato, cambiando il tono di fondo del paese. Quello che faranno "dopo" ha un'importanza relativa, perché quello che hanno già fatto è tantissimo. Hanno posto l’accento sul metodo, che è però sostanza. Patetica la rincorsa a riportarle nel piccolo stagno del provincialismo italiano, il tentativo di pescarle nella rete di una bandiera: la sinistra, la destra; Prodi o D'Alema? Sono contro Renzi? Sono “solo” contro Salvini? Naturalmente sono facili prede della critica del benaltrismo: l'antifascismo? No, non basta, ci vuole “ben altro”! Sbagliato nel metodo, oltre che nella logica, andare a pescare la singola opinione: “conosco, vi giuro, una sardina che è favorevole alla medicina alternativa!”. Conta poco quello che ciascuna persona o sardina può dire. Conta il fatto che il messaggio che le ha unite tutte sia riuscito a rovesciare la narrativa populista dominante. Segno che da oggi esiste un’Italia che nuota in un mare più grande. Se vi pare poco, vi sbagliate, perché queste cose pesano tantissimo in politica.

Il loro messaggio non è semplice: riguarda le condizioni di possibilità della democrazia, che non sono di un partito ma di tutti. E questo è, in partenza, il tratto in comune con i Girotondi. Il populismo cerca invece la "verità" di una parte da opporre a tutte le altre parti. Le sardine hanno un'altra percezione del mondo. Io le ho viste in Olanda. Induce a sperare, in un contesto nel quale abbiamo addirittura visto la sinistra rivendicare a se stessa la primogenitura sul sovranismo, il cartello a piazza Dam, Amsterdam, con una citazione di Dante: A noi cui patria è il mondo, sì come ai pesci il mare.

@g_perazzoli