Prima di essere un politico, prima di essere un presidente, Nelson Mandela è stato la personificazione della speranza di un popolo e di una generazione. In questo discorso, che Strade ha tradotto, Nelson Mandela si rivolge ai cittadini di Cape Town in occasione della sua elezione a Presidente del Sudafrica, il 9 maggio del 1994. E in questo istante di passaggio da simbolo a Presidente, Mandela volge lo sguardo a Robben Island, l'isola prigione di fronte al Capo di Buona Speranza, dove ha trascorso una parte tanto lunga della sua vita.

E se oggi è difficile raccontare il Nelson Mandela reale, l'attivista, il Presidente, è proprio perché la straordinaria carica evocativa della sua storia è sopravvissuta al confronto con la realtà, offuscandone i contorni e smussandone gli spigoli. Ma è quel simbolo, quel leader, quel Capo di Buona Speranza che oggi l'umanità intera sta piangendo.

mandela soweto

Signor Maestro delle Cerimonie, Eccellenze, Membri del Corpo Diplomatico, Concittadini sudafricani:

Oggi stiamo entrando in una nuova era per il nostro paese e per la sua gente. Oggi non celebriamo la vittoria di un partito, ma una vittoria per tutto il popolo del Sud Africa.

Il nostro paese è arrivato ad una decisione. Tra tutti i partiti che hanno partecipato alle elezioni, la stragrande maggioranza dei sudafricani ha dato mandato all'African National Congress di guidare il nostro paese verso il futuro. Il Sud Africa per il quale abbiamo lottato, in cui tutti, africani, neri, indiani o bianchi, si considerino cittadini di una sola nazione, è finalmente a portata di mano.

La storia ha voluto che sia qui, al Capo di Buona Speranza, che avremmo deposto la prima pietra della nostra nuova nazione. Perché era qui in questo capo, oltre tre secoli fa, che cominciò la convergenza fatidica dei popoli d'Africa, Europa e Asia su questa terra.

Era su questa penisola che i patrioti indonesiani, tra i quali molti principi e studiosi, sono stati trascinati in catene. E sulle pianure sabbiose di questa penisola le prime battaglie delle guerre epiche di resistenza sono state combattute.

Quando guardiamo fuori attraverso Table Bay, l'orizzonte è dominato da Robben Island, la cui infamia di prigione costruita per soffocare lo spirito di libertà è antica quanto il colonialismo in Sud Africa. Per tre secoli quell'isola era un luogo in cui gli emarginati potevano essere relegati. L’elenco dei nomi di coloro che sono stati incarcerati a Robben Island è un appello di combattenti della resistenza e di democratici attraverso più di tre secoli. Se davvero si tratta di un Capo di Buona Speranza, quella speranza deve molto allo spirito di quella legione di combattenti e di altri della loro statura.

Abbiamo combattuto per una costituzione democratica fin dal 1880. La nostra è stata una battaglia per una costituzione liberamente adottata dal popolo del Sud Africa, che rifletta i desideri e le aspirazioni dei suoi cittadini. La lotta per la democrazia non è mai stata patrimonio di una sola razza, classe, comunità religiosa o di genere tra i sudafricani. In onore di coloro che hanno combattuto per vedere questo giorno arrivare, onoriamo i migliori figli e le migliori figlie di tutto il nostro popolo. E tra loro possiamo contare africani, meticci, bianchi, indiani, musulmani, cristiani, indù, ebrei - tutti uniti nella visione comune di una vita migliore per la gente di questo paese.

Fu quella visione che ci ha ispirato nel 1923, quando abbiamo adottato la prima Carta dei Diritti in questo paese. Quella stessa visione ci ha spinto a proporre le Rivendicazioni Africane nel 1946. E’ anche il principio fondante del Freedom Charter che abbiamo adottato nel 1955, che proprio nelle sue prime righe, rivendica un criterio inclusivo per la cittadinanza.

Negli anni ‘80 l'African National Congress è stato la prima grande formazione politica in Sud Africa a impegnarsi con decisione per una Carta dei Diritti, quella che abbiamo pubblicato nel novembre del 1990. Queste tappe danno una rappresentazione concreta di quello che il Sud Africa può diventare. Parlano di un ordine politico costituzionale e democratico in cui, a prescindere dal colore, dal sesso, dalla religione, dall’opinione politica o dall'orientamento sessuale, la legge prevede uguali tutele per tutti i cittadini.

Progettano una democrazia in cui il governo, chiunque sia al governo, sarà vincolato da una serie di alte regole, incarnate in una costituzione, e non potrà cambiare il paese a suo piacimento.

La democrazia si basa sul principio di maggioranza. Ciò è particolarmente vero in un paese come il nostro dove alla stragrande maggioranza sono stati sistematicamente negati i diritti. Allo stesso tempo, la democrazia richiede anche che i diritti delle minoranze siano salvaguardati.

Abbiamo stabilito che ci saranno elezioni regolari, aperte e libere, a tutti i livelli di governo - centrali , provinciali e municipali. Ci deve essere anche un ordine sociale che rispetti completamente la cultura, la lingua e i diritti religiosi di tutti i settori della nostra società e i diritti fondamentali degli individui.

Questo compito sarà tutt'altro che facile. Ma ci avete conferito il mandato di trasformare il Sud Africa da un paese in cui la maggioranza viveva con poche speranze, ad una in cui tutti possano vivere e lavorare con dignità, con senso di autostima e di fiducia nel futuro. La pietra angolare della costruzione di una vita migliore di opportunità, libertà e prosperità è il Programma di Ricostruzione e Sviluppo.

Per questo c’è bisogno di unità di intenti e di azione. Tutto ci impone di lavorare insieme per porre fine alla divisione e al sospetto reciproco e di costruire una nazione unita nella diversità.

Il popolo del Sud Africa ha parlato in queste elezioni. Esso vuole cambiare! E il cambiamento è ciò che riceverà. Il nostro piano è quello di creare posti di lavoro, promuovere la pace e la riconciliazione, garantire la libertà per tutti i sudafricani. Affronteremo la povertà così diffusa nella vasta maggioranza del nostro popolo. Incoraggiando gli investitori e lo Stato democratico a sostenere progetti per la creazione di posti di lavoro in cui la produzione avrà un ruolo centrale, cercheremo di trasformare il nostro paese da esportatore netto di materie prime ad un paese che esporta prodotti finiti.

Il governo darà vita a politiche che incoraggeranno e premieranno l’impresa produttiva tra le comunità svantaggiate – di africani, neri e indiani. Facilitando l’accesso al credito possiamo aiutarli a farsi strada nelle attività produttive e manifatturiere e ad uscire dalla distribuzione su piccola scala nella quale sono attualmente confinati.

Tirare fuori il nostro paese e la sua gente dalla palude del razzismo e dell’apartheid richiederà determinazione e impegno. Dal governo, l'ANC creerà un quadro giuridico che aiuterà, piuttosto che ostacolare, il compito impressionante di ricostruzione e di sviluppo della nostra società martoriata.

Mentre siamo e resteremo pienamente impegnati allo spirito di un governo di unità nazionale, siamo al tempo stesso determinati ad avviare e realizzare il cambiamento che il mandato del nostro popolo ci ha richiesto.

Abbiamo posto sul tavolo la nostra visione di un nuovo ordine costituzionale per il Sud Africa non come conquistatori, prescrivendolo ai vinti. Parliamo come concittadini per guarire le ferite del passato con l'intento di costruire un nuovo ordine basato sulla giustizia per tutti.Questa è la sfida che devono oggi affrontare tutti i sudafricani, e sono sicuro che è una sfida alla quale tutti risponderemo.