Tra Topolino e Winnie the Pooh, passato e futuro del diritto d’autore
Innovazione e mercato
Nelle società contemporanee, il diritto d’autore protegge le opere artistiche e culturali quali libri, film e canzoni da chi vorrebbe copiarli senza il consenso degli artisti e dei detentori del copyright. È un sistema tutt’altro che perfetto, sempre più messo in discussione con l’avvento prima di internet e oggi dell’intelligenza artificiale, ma necessario per tutelare nel lungo periodo chi produce contenuti.
Ma cosa succede quando scade il copyright di un film o di un libro, soprattutto se è un classico? Degli indizi in merito giungono da due personaggi iconici dell’animazione per bambini, i cui diritti sono scaduti da poco: Topolino e Winnie the Pooh.
Secondo le leggi statunitensi sul copyright, il creatore di un contenuto ne detiene la proprietà per 95 anni; dopodiché questo diventa di pubblico dominio. Ciò significa che dall’inizio del 2024 chiunque può copiare e riprodurre senza permesso la prima versione di Topolino del 1928, quella apparsa nel cortometraggio animato Steamboat Willie.
Il 1 gennaio 2022 era già diventato di dominio pubblico il personaggio di Winnie the Pooh, nella versione nata nel 1926 dai libri dello scrittore inglese A.A. Milne e dell'illustratore E.H. Shepard. Ciò consentì al regista britannico Rhys Frake-Waterfield di realizzare nel 2023 un film horror a basso costo che reinterpretava la figura del tenero orsetto trasformandolo in un mostro omicida, intitolato Winnie the Pooh: Sangue e miele (del quale quest’anno uscirà il seguito).
Anche il primo film su Topolino senza copyright, Mickey’s Mouse Trap, è un horror a basso costo, realizzato in Canada e che dovrebbe uscire nel marzo 2024. Inoltre, ai primi di gennaio è stato annunciato un altro horror, che ricalca proprio l’ambientazione di Steamboat Willie.
La stessa ambientazione è stata recentemente alla base di un videogioco indipendente che trasforma Topolino in un mostro cannibale, intitolato Captain Willie e pubblicato nel gennaio 2024. E anche nel caso di Winnie the Pooh, lo scadere del copyright ha dato il via libera allo sviluppo di videogiochi in cui l’orsetto e i suoi compagni vengono trasformati in bestie omicide.
Il caso di Sangue e miele è interessante per vari motivi: nonostante sia stato stroncato dalla critica, sfruttando la fama di un personaggio assai popolare è riuscito a riportare comunque un relativo successo al botteghino, incassando più di 5 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 100.000. Sulla base di questo successo, Frake-Waterfield ha annunciato di voler approfittare dello scadere dei copyright per realizzare delle versioni horror per adulti di altri classici Disney, come Peter Pan, Bambi e Pinocchio.
La scelta di prendere opere per bambini per farne degli horror non è casuale: oltre a dare un minimo tocco di originalità, tradizionalmente realizzare un film dell’orrore costa molto meno rispetto a grandi produzioni fantasy o di fantascienza, perché spesso riesce a suscitare emozioni forti senza dover ricorrere per forza ad effetti speciali particolarmente sofisticati.
L’esempio più eclatante di questo fenomeno è rappresentato dal film del 2007 Paranormal Activity: costato inizialmente solo 15.000 dollari, ne incassò oltre 190 milioni in tutto il mondo. Pertanto, il genere si presta bene a produzioni con budget limitati, ma che sanno come pubblicizzare i propri prodotti.
Un altro aspetto non trascurabile è che, sia nel caso di Pooh che in quello di Topolino, lo scadere del copyright per adesso riguarda solo le versioni originali: nel primo rende di dominio pubblico la versione dei libri ma non quella dei cartoni, nel secondo la versione in bianco e nero, ma non le sue versioni a colori. A causa di ciò, Frake-Waterfield rivelò in un’intervista a Variety che non poteva far indossare al suo “orsetto killer” elementi iconici come la maglietta rossa, tuttora proprietà intellettuale della Disney.
Forse anche per questo, quando fu annunciato l’horror su Topolino, il regista di Winnie the Pooh: Sangue e miele avvertì i realizzatori del progetto: “Ho notato alcuni aspetti di questi progetti legati a Steamboat Willie che non avrebbero dovuto realizzare. Noi non abbiamo voluto neanche avvicinarci a quel personaggio. Forse pensano che siccome qualcosa è diventato di pubblico dominio, allora puoi inventarti una versione alternativa, metterla sul mercato e tutto finisce bene. Ma per loro le cose diventeranno ben presto abbastanza spaventose ed estremamente costose. Ci sono questioni abbastanza grosse di cui abbiamo dovuto preoccuparci con Winnie the Pooh, e penso che i loro team presto riceveranno delle notizie scioccanti”.
Negli anni a venire, grandi aziende dell’intrattenimento come Disney e Warner Bros dovranno affrontare un’importante sfida se vorranno preservare i loro diritti su proprietà intellettuali che valgono miliardi. Nel prossimo decennio, le prime versioni di personaggi come Superman, Batman e Paperino diventeranno tutte di dominio pubblico.
Per capire la portata economica di questi eventi, basti pensare che il franchise dell’universo di Topolino e Paperino vale 52 miliardi di dollari, mentre il franchise di Winnie the Pooh ne vale 48. Perdere l’esclusiva su di essi, nel lungo termine, potrebbe intaccare non poco il fatturato della Disney, che nel 2023 ha già perso circa un miliardo di dollari a causa dei suoi ultimi flop.
Anche se ora Topolino è di dominio pubblico, non è detto che nel breve termine verrà fuori un’ondata di opere che sfruttano la sua immagine: Stacey Lee, docente di diritto aziendale presso la Johns Hopkins University, sostiene che la Disney continuerà a lottare per proteggere le sue proprietà intellettuali. Come riportato dal New York Times nel dicembre 2022, la Disney una volta ha costretto un asilo nido della Florida a rimuovere un murales raffigurante il personaggio di Minni, che non era stato autorizzato.
La resistenza con cui Disney difende i suoi marchi è tale che nel 1998, la legge sulla protezione del diritto d’autore nota come CTEA (Copyright Term Extension Act) venne anche soprannominata “Mickey Mouse Protection Act”.
In definitiva, è improbabile che siano molti gli aspiranti artisti disposti a sfidare la Disney per la proprietà di Topolino. “Anche se Steamboat Willie è di dominio pubblico, la maggior parte delle persone non ha i mezzi per provare a sfidare la Disney in tribunale” afferma la Lee, spiegando che tutte le evoluzioni successive del personaggio sono ancora di proprietà del marchio Disney.
Nel prossimo futuro, si prevede che le leggi che regolamentano il settore si dovranno adattare alla crescente diffusione di contenuti realizzati da programmi di intelligenza artificiale, come ChatGPT e Midjourney. Le attuali definizioni legali di copyright e proprietà intellettuale non sono adatte per le opere generate dall’IA. Per esempio, quando un utente chiede a ChatGPT di comporre una poesia in un certo modo, non è chiaro se il diritto d’autore appartenga all’utente, alla società cha ha sviluppato il programma o ai singoli sviluppatori.
Un altro problema è che spesso questi programmi vengono realizzati utilizzando senza permesso le opere di altri autori, il che ha portato numerosi artisti e scrittori ad avviare delle battaglie legali per difendere la loro proprietà intellettuale. Un mondo in perenne evoluzione, che riserverà ancora tante sorprese.