alyn grande

Quando è arrivata nell’ospedale, la piccola Sari era in gravi condizioni fisiche, al punto che non riusciva quasi a muoversi. E da anni non riusciva più a sorridere. Ma dopo diciotto mesi di cure, sua madre Anat ha potuto riabbracciarla con un forte senso di sollievo, vedendola finalmente guarita.

Questa è solo una delle tante storie che si possono leggere in base alle testimonianze di chi ha ricoverato i propri figli ad Alyn Hospital, ospedale pediatrico di Gerusalemme, che grazie al lavoro di volontari non pagati, riabilita con tecnologie all’avanguardia bambini e adolescenti sia ebrei che arabi e di altri popoli o stati, senza distinzioni etniche o religiose.

Il centro è stato fondato nel 1932 dall’ortopedico americano Henry Keller, che aiutava i bambini disabili a Gerusalemme come volontario. L’ospedale trovò la sua prima vera sede tra gli anni ’40 e ’50, in un antico monastero ortodosso, che all’epoca veniva utilizzato come ospedale per contrastare una grossa epidemia di poliomielite.

Nel 1971 venne creato l’attuale ospedale, situato nel quartiere di Kiryat Yovel a Gerusalemme, grazie a una ingente donazione da parte di due filantropi ebrei americani, i coniugi Malcolm e Dorothy Woldenberg. Nel corso degli anni, Alyn si è specializzato nella cura e riabilitazione di bambini con problemi fisici dovuti a malattie genetiche, o rimasti menomati in incidenti e attentati terroristici. Il motto dell’ospedale è “lavora con il cuore e non solo con la testa”.

I medici accolgono chiunque abbia bisogno di cure: non solo israeliani e palestinesi, ma anche bambini dalla Giordania, senza distinzione di etnia o di religione. Ebrei, cristiani, musulmani e non credenti si ritrovano uniti nel dolore, ma anche nel desiderio di salvare delle vite e ridare un futuro a chi non riesce a vederlo. In media, ogni anno sono circa 3.200 i bambini e gli adolescenti che ricevono cure mediche ad Alyn.

Oltre a prestare cure e seguire costantemente i giovani in riabilitazione, il personale dell’ospedale si occupa anche di condurre ricerche per sviluppare nuove tecnologie in ambito medico: protesi e strumenti per la mobilità e la riabilitazione. Il tutto elaborando soluzioni personalizzate per ogni singolo paziente.

Siccome si tengono in piedi soprattutto grazie alle donazioni dei privati, nel corso dei decenni sono nate delle associazioni degli Amici di ALYN in vari paesi (Italia, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Olanda, Svezia, Svizzera, ecc.). L’associazione italiana è nata nel 1984, e ha come obiettivo far conoscere in Italia le attività dell’ospedale. Per promuovere le donazioni, hanno organizzato negli anni diversi concerti e spettacoli di beneficenza, ad esempio a Milano e a Trieste.

Nel 2023, l’associazione Amici di Alyn risultava avere circa 500 soci in tutta Italia, più altri sostenitori che inviavano singole donazioni. Solo nel 2020, l’anno della pandemia, hanno raccolto più di 100.000 euro da donare all’ospedale. E tra i sostenitori italiani dell’ospedale, spiccava il critico d’arte Philippe Daverio.

In un periodo in cui la guerra tra Israele e Hamas viene strumentalizzata da chi vuole solo diffondere odio, la storia di Alyn dimostra due cose: da un lato, che si può sostenere Israele anche senza appoggiare l’uso delle armi; dall’altro lato, che si può mostrare vicinanza ai palestinesi anche senza delegittimare l’esistenza di Israele. A coloro che accusano faziosamente Israele di voler uccidere bambini, occorre mostrare questi esempi: volontari che i bambini li salvano, e li aiutano a riscoprire l’amore per la vita.