Diritto e libertà

06 Marzo 2014

L'invasione e l'occupazione della Crimea da parte dell'esercito russo costituisce a tutti gli effetti un atto di guerra. Il ricorso alle acrobazie semantiche non è più consentito. L'Unione europea deve fare questa constatazione. Si tratta di un punto di partenza indispensabile per elaborare con tutto il sangue freddo necessario una risposta politica forte e determinata, congiuntamente con gli Stati Uniti, il Canada e il più maggior numero di Paesi democratici. Ma una corretta comprensione dell'ultima «iniziativa» del regime russo non è sufficiente. È indispensabile avere le idee chiare rispetto alla natura dell'attuale regime russo. La definizione di Timothy Snyder – un regime nazional-bolscevico – è probabilmente quella che, ad oggi, consente di capirlo meglio.

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19 Febbraio 2014

Non è il momento dell'analisi della (non) politica disastrosa dell'Unione europea e dei suoi stati membri nei confronti dell'Ucraina. Verrà questo momento. Questo è il momento per l'Unione Europea di decidere ciò che può e deve fare ora, oggi, per tentare, nella misura del possibile, di impedire un massacro su grande scala e per soccorrere politicamente tutti gli ucraini che lottano per la loro libertà e la loro dignità.

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19 Febbraio 2014

La pretesa delle cosiddette quote rosa, tornata alla ribalta in occasione della proposta di riforma della legge elettorale, è espressione di vittimismo, checché se ne dica. Chi si reputi un combattente non reclama un esito predeterminato o una sorta di vittoria a tavolino nella competizione cui prenda parte: a meno di non ritenersi oggetto di una qualche ingiustizia, cioè vittima appunto. Paternalisticamente oggetto di accorata difesa, tante donne reputano questa sia la propria personale rivalsa. 

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13 Febbraio 2014

Proprio mentre al Nazareno andava in scena l’ultimo (forse) atto della tragicommedia di questa legislatura, il Fondo Monetario Internazionale diffondeva un approfondimento sullo stato della giustizia civile in Italia. Il quadro che ne emerge, sintetizzato nelle tabelle che pubblichiamo qui sotto, è desolante, benché tutt'altro che nuovo: “L'inefficienza del sistema giudiziario italiano ha contribuito alla riduzione degli investimenti, al rallentamento della crescita e a creare un ambiente economico difficile”.

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13 Febbraio 2014

Forse si farebbe bene a non sopravvalutare la portata politica e costituzionale della pronuncia, con cui ieri la Consulta ha seppellito la Fini-Giovanardi e riesumato la Iervolino-Vassalli. Dal punto di vista politico si passa da una legge a un altra relativamente più mite sul piano sanzionatorio, ma ancorata al medesimo presupposto proibizionista. Il proibizionismo dal volto umano - quello "non punizionista" del consumo personale - potrà salvare dalla galera alcune migliaia di consumatori e piccoli spacciatori. Non potrà salvare l'economia legale dall'inquinamento delle decine di miliardi fatturati ogni anno nel nostro paese dalle narco-mafie, né salvare la società dalle conseguenze legate alla contiguità e solidarietà, che il mercato criminale stabilisce tra chi vende la droga e chi la consuma.

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31 Gennaio 2014

L'amministrazione della giustizia italiana non si ritiene vincolata a provare nel processo la colpevolezza degli imputati al di là di ogni ragionevole dubbio, ma la loro non-innocenza al di là di ogni ragionevole sospetto.
Amanda e Raffaele non possono essere innocenti perché non abbiamo prove della loro innocenza. Sono quindi colpevoli di qualcosa, cioè non possono non essere colpevoli.

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31 Dicembre 2013

Le reazioni "nazi-animaliste" al video di Caterina Simonsen danno una rappresentazione distorta sia delle posizioni della studentessa padovana sia della sensibilità prevalente in larga parte dell'opinione pubblica e della stessa comunità scientifica. Ed esprimono la vecchia illusione clericale che possa essere la legge, proibendo il "male", a risolvere i dilemmi bioetici.

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10 Dicembre 2013

Nel giorno dei solenni funerali di Nelson Mandela, vi suggeriamo cinque contenuti: due articoli del 2010 in lingua inglese (pubblicati rispettivamente dallo Spectator e dal Guardian, il secondo contenente un'intervista) sulla figura, le idee e le scelte di Frederik Willem de Klerk, il presidente bianco del Sudafrica che liberò Nelson Mandela dal carcere e avviò il processo di emancipazione della maggioranza nera del Paese; i testi di due recenti interventi (gennaio e settembre 2013) tenuti dallo stesso de Klerk a proposito del passato, del presente e del futuro del Sudafrica; infine, lo storico discorso del febbraio 1990 in occasione dell'apertura del Parlamento sudafricano (ancora solo bianco), con il quale de Klerk diede inizio alla fase di transizione per la fine del regime di apartheid.

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