Non è il momento dell'analisi della (non) politica disastrosa dell'Unione europea e dei suoi stati membri nei confronti dell'Ucraina. Verrà questo momento. Questo è il momento per l'Unione Europea di decidere ciò che può e deve fare ora, oggi, per tentare, nella misura del possibile, di impedire un massacro su grande scala e per soccorrere politicamente tutti gli ucraini che lottano per la loro libertà e la loro dignità.

ucraina-proteste-ue-1-960x693

L'Unione o, in assenza di uno di quei suoi improbabili "consensi", il maggior numero possibile dei suoi stati membri, dovrebbe con la massima urgenza :

Riconoscere, su base dell'articolo 49 del Trattato UE, che l'Ucraina ha vocazione a diventare stato membro a pieno titolo.

Aprire le sue frontiere ai cittadini ucraini abolendo immediatamente il regime dei visti ancora in vigore.

Congelare immediatamente tutti i conti bancari e tutti gli averi delle personalità politiche al potere e degli oligarchi ucraini in tutti i Paesi membri e proibire loro l'accesso ed il soggiorno sul territorio dell'Unione.

Chiedere al Procuratore della Corte Penale Internazionale di incriminare il presidente Viktor Yanukovitch; il ministro degli interni Vitaliy Zakharchenko; il ministro della difesa Pavel Lebedev; il capo dell'amministrazione presidenziale Sergiy Kluiev; il Procuratore generale Viktor Pshonka.

− In ragione della sua gestione politica irresponsabile, sollevare immediatamente il Commissario Stephan Füle da tutte le responsabilità riguardo all'Ucraina, la Georgia e la Moldavia ed affidare al ministro polacco degli Affari Esteri Radoslaw Sikorski la responsabilità di gestire direttamente a nome dei 28 l'insieme del dossier ucraino.

Inviare immediatamente delle squadre di soccorso (medici, medicinali, ...) a Kiev e stabilire un corridoio di evacuazione sanitaria sicuro verso la Polonia.

Chiedere l'incriminazione di tutti i responsabili delle banche europee che hanno violato le regole PEP (persone particolarmente esposte) stabilite dall'UE consentendo a delle personalità politiche ucraine di primo piano di aprire dei conti in banche dell'Unione europea senza comunicare le loro responsabilità politiche.

L'Europa deve smettere di coprirsi gli occhi. Come ha detto il ricercatore svedese Anders Östlund, la catena delle responsabilità che hanno portato al bagno di sangue di Kiev risale direttamente a Mosca. Alla volontà del signore del Cremlino di imporre a Kiev un regime nazional-bolscevico come quello che ha instaurato in Russia e di integrare l'Ucraina cosi «normalizzata» nel suo progetto di impero, nuova antitesi realizzata dello stato di diritto e della democrazia.

L'Unione Europea e i suoi stati membri non possono più rinviare il momento della presa di coscienza quanto alla realtà del sistema putiniano. Devono elaborare senza ulteriori indugi un approccio politico conseguente: caloroso, aperto e generoso nei confronti dei cittadini russi, cortese quanto glaciale con le autorità di questo Paese.