david bowie

Non è facile scrivere un articolo su David Bowie, perché ne meriterebbe uno per ogni vita che ha vissuto, uno per ogni album che ha inciso e forse uno per ogni canzone che ha cantato. Si potrebbero buttare giù fiumi di inchiostro e non basterebbero. E non sono certo sufficienti le stereotipate definizioni di maniera di queste ore per descrivere la sua musica e la sua produzione artistica.

Si può però provare a parlare di quanto David Bowie abbia contribuito alla rottura del tabù omosessuale, quando il dibattito sulla questione di genere era ancora fermo al superamento della disparità tra uomo e donna, sulla scia dei timidi passi avanti fatti dalla rivoluzione sessuale del '68.

Anche grazie al suo fisico asciutto ed esile e alla tradizione teatrale inglese che molti musicisti oltremanica hanno fatto propria, portò sul palcoscenico il concetto di gender a partire dai primissimi anni '70: fu allora, infatti, durante il tour di Ziggy Stardust, che David Bowie - che oggi paradossalmente viene celebrato anche dall'Osservatore Romano e dal cardinale Ravasi - consegnò alla storia del rock una delle sue immagini più potenti e trasgressive: la simulazione di una fellatio alla chitarra di Mick Ronson nel 1973. E a contribuire all'alone di mistero sulla sua sessualità furono i personaggi da lui interpretati, a cominciare da Hunky Dory, una sorta di Dorian Gray, un moderno transgender intrappolato nella propria bellezza, artistica e non solo.

David Bowie fu uno dei massimi esponenti, forse il più importante, del glam rock, che giocava proprio sul mascheramento dell'identità sessuale, sui travestimenti e sullo stile. Ma non dai salotti artistici dell'Inghilterra beat, bensì dai marciapiedi dei quartieri della working class inglese. Bowie ha indubbiamente contribuito ad abbattere un tabù: l'omosessualità non era più una cosa da ricchi. Ed è anche grazie a lui, ai suoi dischi e alle sue copertine, che teenagers di tutto il mondo e di tutte le classi sociali hanno potuto per la prima volta porsi il problema del genere sessuale come scelta individuale e individualista, non come realtà biologicamente acquisita.

E mentre il mondo nel corso degli anni '70 diventava gay, o meglio scopriva la questione dell'identità sessuale e contestualmente l'istanza politica dei diritti delle persone omosessuali, prima che l’esplosione dell’Aids nel decennio successivo la imponesse all’attenzione di chi rifiutava ancora di vederla, David Bowie smise di esserlo. "Uccise" Ziggy Stardust, l'androgino venuto dallo spazio con i suoi ragni, e si dedicò ad abbattere altri muri, come quello di Berlino.