“Vorrei capire dove trova il tempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, per collegarsi ogni giorno con qualche Parlamento. Lo capiremo tra qualche mese”. (Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania)

La sinistra troglodita verrà sempre a capo di quella civile, finché questa rimarrà convinta di averne bisogno, tatticamente, strategicamente: scioccamente.

Ma la gramigna è solo gramigna. È una storia che va avanti (indietro) da un secolo. È gentaglia che, su un piano “genetico”, ha fatto spallucce ai gulag, ai propri stessi (ex, ovviamente) compagni massacrati, a chi finiva sotto i cingoli di un carrarmato perché “controrivoluzionario”, all’uomo, al moderno, al progesso, alla verità.

Sansepolcristi in rosso, soreliani perpetui, contrabbandieri dell’idea, parassiti dell’azione, parto gemellare del 1918-22, miserabile genía rosso-bruna nata e cresciuta in odio a qualsiasi, qualsiasi, declinazione dell’idea liberale incarnata dall’Occidente europeo e statunitense.

Da quasi ottant’anni vivono nella Libertà, mentre la sabotano: con le guerre, calde, fredde, mondiali, locali, e le rivoluzioni emancipatrici nel nome, e massacratrici nel fatto.

Hanno acclamato Soviet e Reichsparteitag, e sputato sui Parlamenti che li garantivano nel loro parlare e straparlare: fino al rilancio postbellico della superstizione miltante, della paranoia di massa, della violenza di stato, mediata dalla “fiesta” di Mani Pulite, vissuta nel comune sabbah di Occhetto, D’Alema e Orlando, stretti ai Fini, ai La Russa, ai Bossi, ai Borghezio: e oggi, come sempre cinica e grassa, questa schiatta di miserabili, si propone “equidistante”, fra un esercito imperiale di occupazione e aggrediti, vittime, martiri.

Sono ancora qui, perché non sono stati mai cacciati. Osano ancora mostrarsi, imporre la loro protervia vigliacca, il loro veleno di professionisti del Nulla. Non vanno criticati, opposti o combattuti, nè gli si devono scrivere lettere: vanno cacciati. Dalle cattedre, dalla Magistratura, dai media, dalla Pólis e dallo stipendio. Perché, con buona pace di ogni vera o presunta “bolognina”, evidentemente, fin qui non è stato fatto.

E non c’è altro che una sinistra civile debba fare per poter essere tale, ed essere creduta quando afferma di esserlo.