Il riconoscimento giuridico delle unioni gay è una sorta di articolo 18 all'incontrario (al primo non si può arrivare, dall'altro non ci si può congedare), un altro dei motori immobili e delle rendite parassitarie della politica parlata, uno dei più eloquenti fallimenti di un Paese intrappolato nelle cattive abitudini, non solo politiche.

In Italia non esiste nulla che somigli ai Pacs o alla Civil Partnership proprio perché, alla fine, è più redditizio che non esista e che sia possibile per tutti speculare sulla sua assenza. Per i favorevoli, che lucrano dallo scandalo contro le insuperabili (insuperabili?) resistenze dei contrari e per i contrari, che incassano le (sempre più magre) mance elettorali dalle sentinelle della famiglia tradizionale. Nel nostro Paese, da sempre, l'estremismo è la malattia senile dell'immobilismo. E questo caso - come quello dell'art. 18 - è una dimostrazione esemplare della pessima inclinazione nazionale.

ALFANO-ANGELINO

Ci sarebbe molto da discutere sull'opportunità tattica per il movimento LGBT di avere posto ormai apertamente il problema del superamento della pregiudiziale di genere nel matrimonio, senza avere ancora ottenuto nulla che giuridicamente emancipi le famiglie gay da una condizione di precario coinquilinaggio e dalla fatica di battagliare quotidianamente contro un diritto avverso.

Ma la responsabilità di aver lasciato che, anche in questa legislatura, del tema sensibile si sia tornati a fare legna da ardere nel falò delle vanità politiche è innanzitutto di quanti, per la prima volta, hanno i numeri e (a parole) l'intenzione di mettere mano a una riforma e preferiscono accapigliarsi con Alfano, avendo pure nel merito probabilmente torto, sulla "trascrivibilità" in Italia degli esiti delle rivoluzioni altrui.

Alfano fa il gioco di Alfano, ma è surreale che tutti gli altri facciano il gioco di Alfano, rimandando sine die una legge possibile - quella tedesca, evocata da Renzi - e accapigliandosi sul latinorum del Viminale, come se la cosa servisse a qualcosa, a parte regalare un po' di eroismo a buon mercato a qualche sindaco (e presto, di nuovo, a qualche giudice "disobbediente") e i gradi di Capo Sentinella al Ministro senza quid.

@carmelopalma