#VeryBello: un'altra operazione di facciata, nonostante le buone idee
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Del sito verybello.it in queste ore si è scritto già tanto. Il nome del dominio è così imbarazzante che ormai è diventato un meme generativo, da #verybello a #verybrutto, #eribello e simili, vedremo quanto continuerà la saga. Quindi, paradossalmente, potrebbe perfino funzionare, ma ne parleremo dati alla mano solo fra qualche mese, ora è dare aria alla bocca in un'estenuante lotta a chi fa il commento più caustico.
Più seri gli altri difetti: il più madornale, l'essere uscito nella sola versione italiana (vedi l'ottimo articolo di Giulia Blasi), con l'aggravante di varie castronerie tecniche (un elenco delle più grosse in un bell'articolo di Matteo Flora), a cui aggiungo alcune mie osservazioni di banale usabilità:
- ok il bannerone con l'immagine suggestiva dell'Italia illuminata (soprattutto ora che Sicilia e Calabria non sono più tagliate via), ma è necessario tenerlo sempre a occupare mezzo schermo? #verybello sì, ma basta, l'abbiamo visto, se faccio una ricerca usa lo spazio per darmi i risultati, non l'header;
- la ricerca per calendario dà risultati bizzarri: se metto "nel weekend" (quale? quello in corso? il prossimo?) esce un po' di tutto, se metto "oggi" trovo eventi già terminati;
- la ricerca per categorie mette insieme il lusco e il brusco: "Musica", da Biagio Antonacci ai Berliner Philarmoniker è un tutt'uno, "basta che non sia jazz" insomma;
- la ricerca per località è forse l'unica cosa che abbia un'utilità pratica nel sito, peccato che sia quella la cosa meno evidente, con etichette in grigino chiaro su bianco, tanto elegante signora mia, ma forse un po' troppo discreta.
Era necessario un sito di questo genere? Io penso che sì, un punto in cui trovare un calendario organizzato di informazioni su "cosa c'è da fare in [inserire città o regione a caso]" ha senso per molti (soprattutto per chi arriva da fuori), il problema sta in come è stato realizzato: quanti eventi trova? è facile da consultare? mi offre informazioni utili ed esaurienti (o meglio, mi porta direttamente a queste informazioni, invece di farmi atterrare su un'ennesima homepage da cui ripartire con la ricerca)?
Il panorama là fuori è desolante, come può constatare chiunque si chieda, una domenica mattina, cosa c'è da fare nei dintorni. Oggi, volendo fare qualche test, dopo aver cercato su verybello.it gli eventi di Forlì, Ravenna e Ferrara, ho provato a rifare le stesse ricerche sui siti istituzionali.
La prima (brutta) sorpresa: emiliaromagnaturismo.it "non è al momento disponibile", come peraltro scopro essere un gran numero di siti della Regione Emilia Romagna.
Il fatto è che i server su cui stanno questi siti sono gestibili solo dall'interno degli uffici della Regione (no assistenza remota), ma evidentemente non è previsto un rientro d'urgenza dei sistemisti durante il weekend, quindi, se c'è un problema fuori orario, qualcuno ci penserà con comodo il lunedì mattina.
Un breve tour fra i siti dei capoluoghi di provincia non migliora il mio umore: da ferraraterraeacqua.it (a proposito di nomi, "ferraraturismo" o "visitferrara" sembravano evidentemente troppo intuitivi e banali, non abbastanza poetici...) a turismo.ravenna.it a turismoforlivese.it a turismo.fc.it, una galleria di siti fra il vintage e la brochure, in cui gli eventi prossimi e in corso sono affogati sotto una coltre di testi introduttivi pletorici e prolissi; i siti forlivesi non sono mobile-friendly, siamo nel 2015, rendiamoci conto.
Intuisco da alcuni silenzi che in zona TDlab (Il gruppo di lavoro del MiBACT con il compito di definire e realizzare una strategia digitale per il turismo) stanno girando le scatole a molti, e con ragione, e finalmente un post di Edoardo Colombo mi dà la prova che cercavo: dai gruppi di lavoro era emersa una proposta sensata, definire uno standard per la pubblicazione in Opendata degli eventi di interesse culturale e turistico da parte delle redazioni degli enti locali e aggregarli in una sezione "Eventi" del portale Italia.it, riusando codici già nelle disponibilità della PA.
I dati ci sono (ad esempio, l'assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna li rende disponibili qui), l'aggregatore secondo Colombo ci sarebbe (anche se il pugliaevents.it di cui parla lui risulta momentaneamente "in manutenzione, ci scusiamo per il disagio") e in ogni caso non sembra impresa ardua costruirlo senza duplicare redazioni & C.
Sento in bocca il sapore amaro dell'ennesima operazione di facciata: avete fatto lavorare (gratis) persone in gamba nel TDlab, loro ci hanno messo idee, tempo e la loro faccia, e poi le cose continuano uguali a prima, progetti nati male, che si sovrappongono ad altri fallimenti. Mi chiedo: anche l'operazione Digital Champions finirà in questo modo? Che poi si lavora lo stesso, come si è sempre fatto, fake it till you make it, ma sarebbe bello poterci credere di più.