enricomentana 

Cronaca di ieri:

quattro terrapiattisti si rifiutano di pagare il biglietto del treno, che resta fermo un’ora a Pavia per l’intervento dei Carabinieri. «Siamo soggetti di diritto internazionale pregiuridico - spiegano - siamo ambasciatori fuori da ogni giurisdizione e siamo Stato di noi stessi. Questo vostro controllo è un attacco a uno Stato libero, come tale perseguibile dalla corte mondiale».

Cronaca dal 2025:

partì così una lunga serie di talkshow in prima serata dove venivano mandate in onda ore e ore di spezzoni di loro comizi. I difensori del precedente regime sostenevano che fosse un tentativo grossolano di fare ascolti diffondendo idee infondate, ma i giornalisti non avevano dubbi: loro lo facevano solo per capire un nuovo fenomeno del Paese. Era il loro dovere.

Presto arrivarono gli inviti in trasmissione: dibattiti dove lo stesso spazio di tempo veniva concesso a loro e alla posizione contraria interpretata di volta in volta da persone diverse. Si chiamava “terrapiattisti vs terratondisti”, un’altra straordinaria faglia in cui si dispiegava lo scontro sociale del secolo: quello tra popolo ed elites. Per par condicio, il pubblico era pagato per applaudire alla fine degli interventi di entrambi. Capitò perfino che uno dei pionieri chiedesse al pubblico di applaudirlo dopo che questo era rimasto inerme a una sua battuta ad effetto.

Il più importante dei giornalisti televisivi, in una rete che si districava tra élite e popolo, asseriva con grande fermezza che, benché i terrapiattisti non avessero ragione, ciò non assolveva di certo i terratondisti dalle loro colpe. Il modo migliore per confutare le teorie dei primi era certamente un dibattito ad armi pari, e per questo andò a fargli visita per un confronto pubblico, nella sede che i terrapiattisti occupavano abusivamente.

Tutti i dibattiti diventavano virali sul web, che ne amplificava la portata: a quell’epoca c’erano circa 15 talkshow al giorno, distribuiti fra le reti principali, con una continua fabbrica di persone che venivano asfaltate (dapprima solo mediaticamente), umiliate, zittite. Talvolta capitava che qualcuno eccepisse alzando la voce rispetto ai resoconti terrapiattisti, e ciò veniva giustamente rilevato come indice di nervosismo e mancanza di argomenti.

Ben presto la popolarità dei terrapiattisti cominciò ad aumentare e loro a crescere nei sondaggi. C’era talvolta l’impressione che, più delle granitiche convinzioni contro le tesi pitagoriche, ad attirare simpatie per la Lega Terrapiattista fosse l’essersi presentata come l’anti-partito, aver aperto le porte a tutti i candidati, aver dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il terrapiattismo divenne così un fatto di costume, identificandosi con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano. Già nel giro di pochi anni, il rigore terrapiattista sembrava più una bandiera: si poteva accettare che qualche membro della Lega scadesse nel terratondismo. L’importante è che a essere terratondisti non fossero più quelli che c’erano stati prima, per decenni.

Quando andarono al governo, i terrapiattisti furono effettivamente costretti a scegliere tra massimalismo e compromesso. Alla fine si trovò una soluzione al contempo terrapiattista e molto italiana. Si stabilì che, come suggerito dal buonsenso, la verità sta nel mezzo. L’anziano Presidente della Repubblica aveva vissuto nell’ordine precedente e non condivideva la nuova ideologia popolare. Per questo riuscì a ottenere che nel programma di governo la Terra fosse considerata una semisfera: per non rischiare di far alzare troppo lo spread.

A quasi un anno dall’insediamento del nuovo governo - e siamo finalmente al 2025 - è ancora presto per tracciare un bilancio. Divertirà però i lettori conoscere questo curioso fatto di cronaca: quattro geocentristi si sono rifiutati ieri di pagare il biglietto, in nome dell’accusa al sistema eliocentrista. Il treno è rimasto bloccato fino all’intervento dei carabinieri...