La narrazione di un Movimento 5 Stelle passato da grande a piccolo, da vivo a morto, è sbagliata, oziosa, dannosa per il rinnovamento democratico italiano. Può ingenerare pericolosi fraintendimenti e dare un ulteriore alibi agli italiani moderati e immobili, i veri artefici della stagnazione italiana.

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Intro
Grande/piccolo. È un seme binario. Vuol dire che è uno dei criteri che adopera la nostra mente per valutare e dar senso alle cose. Serve a schematizzare la complessità di una realtà che dobbiamo schematizzare per poter comprendere, ma che nel momento in cui è schematizzata smette di essere realtà, e diventa racconto.

Finché si tratta di automatismi cognitivi e narrativi va tutto bene, il problema è quando anche gli analisti si mettono a ragionare in questi termini. Il racconto politico, come tutte le forme narrative, è fatto di articolazione di semi binari: vivo/morto, luce/buio, orizzontale/verticale, caldo/freddo, linea/curva, ecc. I media comunicano per semi binari, in modo assolutamente analogico ai codici interpretativi della nostra mente. I media e gli uomini tendono a costruire narrazioni incentrati su temi e semi binari. Giusto/sbagliato, libertà/oppressione, bello/brutto, vero/falso, amico/nemico. Tutto quanto fa parte delle logiche della costruzione narrativa dell’Uomo, ma bisogna esserne consapevoli.

Articolo
Il movimento 5 stelle è stato indubbiamente ridimensionato, ma in che senso? In questi giorni hanno tenuto banco la certificazione della straordinaria vittoria del PD, e la liquidazione della pervasività sociale del movimento 5 stelle – ma implicitamente ha tenuto banco anche una cosa pericolosissima nel senso di miope, ossia, l’estrema unzione e la delegittimazione delle istanze del movimento grillino. È stata fatta questa equazione. Grillo ha perso, le istanze del suo movimento hanno perso, non ci sono più.

Facile, a detta di molti, la lettura simbolica del video di Grillo in cui ha riconosciuto la sconfitta: Grillo emotivamente ribassato, Grillo in astenia pulsionale, Grillo non tragicomico ma solo comico, Grillo autoironico che prende un Maalox, Grillo ironico che manda Casaleggio in analisi per il suo cappellino, Casaleggio (o chi per lui) che fuori campo accetta un Maalox.

Quindi? Grillo nel video è triste? No, Grillo è un attore nel senso pieno della parola, non è né triste , né allegro, cambia personaggio come, se qualcuno si fosse preso la briga di leggere i suoi discorsi e vedere i suoi comizi per intero, ha sempre fatto. Grillo non è uno psicopatico in balia di sé stesso, Grillo intuisce, preconizza, “sente” i temi del pubblico e li rende racconto/personaggio/carne/ossa/corpo/mente.

Grillo nel video  non attacca ? Grillo attacca e come, il movimento è la prima forza di opposizione e l’Italia è frenata da generazioni di pensionati che non vogliono il cambiamento, lo dice Grillo. L’autoironia del Maalox, nel video, è un segno di debolezza? No, è un segno di forza, come lo è sempre l’ironia, come lo è stata per Andreotti, come lo è stata per Berlusconi, e come lo è per Renzi. L’autoironia serve ad implementare l’identificazione ai temi inconsci del protagonista e a creare compassione, non sofferta ma indolore, e quindi compartecipazione.

Grillo ha perso perché nella campagna elettorale non ha usato i toni che usato nel video? Manco per idea. Se Grillo in campagna elettorale avesse sfruttato questi toni il movimento 5 stelle non si sarebbe limitato a perdere punti percentuale, ma si sarebbe disastrato. Perché? Facciamo i conti con il sentimento pubblico. Quando si parla di Grillo e del movimento non si parla di una pura astrazione, di un’Opa ostile che arriva da Marte, o di un asteroide che è venuto a impattare nei nostri tranquilli salotti moderati, che così come sono ci fanno orrore. Quando si parla di Grillo e del movimento si parla di un simulacro, Grillo, che incarna pulsioni, libido, energie, potenzialità, conflitti, di una parte di Paese che c’è ed esiste a prescindere da Grillo e dai grillini.

Per molti anni il concetto di “moderato” in Italia è stato piegato al senso di immobilismo e status quo. Stagnazione morale, civile e culturale. Accomodamento su presunti e preventivi privilegi storicamente acquisiti. Un Paese che si accontenta del suo orizzonte piccolo borghese, da un lato, e oligarchico dall’altro. Tutta questa roba che è stata la malaria che ci ha fatto diventare ciò che siamo, ci ha portato al disastro. Grillo e il movimento sono la voce del disastro e dei disastrati. Involuto, informe, multiforme e proteiforme come tutti i disastri. Se il nostro Paese fosse una mente il Movimento 5 Stelle sarebbe l’inconscio che sfonda gli argini della rimozione, ossia della moderazione.

La colpa di ciò è di Grillo? No, è colpa della rimozione. Dei moderati. Ma non di tutti. Ma di quei moderati che hanno confuso moderazione con stasi, equilibrio con stop. Moderato è un termine che andrebbe cancellato dal dizionario politico, e infatti all’estero non esiste. Esistono i liberali, esiste il radical centre,  esistono i conservatori (brutta razza), esistono altri termini che implicano azioni politiche dinamiche. Il moderato è un né … né, tutto italiano. I toni usati da Grillo in campagna elettorale non sono i toni di Grillo, ma i toni di una fetta di italiani che è sempre alla ricerca di sé stessa, senza mai riuscirsi a trovare, alla ricerca endemica di una voce, che neanch’essa sa quale sia e quale possa essere. È una Italia cialtrona e qualunquista, arrogante e web-segaiola, ignorante e narcisa, o è un Italia delusa e frustrata, incazzata e offesa, o tutt’e due? Non so cosa sia, ma è l’Italia, è la nostra storia, è il nostro presente, passato futuro, è la nostra antropologia. Che vogliamo fare, la vogliamo deportare in Madagascar … o le vogliamo dare risposte?

Grillo dà voce a questo Paese, Grillo non può dare voce al paese moderato. Questo è stato l’inganno delle precedenti politiche. Il Movimento 5 Stelle uscito dalle politiche era un movimento “inquinato”, come direbbero i grillini, dai voti di quel 20% di italiani che decidono per chi votare la domenica mattina dopo aver portato il cane a passeggio. Avevano incidentalmente votato Grillo. Ora quelli che hanno votato Movimento 5 stelle sono lo zoccolo duro. Sono milioni di italiani.  Il Grillo solo apparentemente “moderato” del video, se fosse stato così anche in campagna elettorale avrebbe fallito ancor più, non avrebbe guadagnato un moderato in più e avrebbe perso pure il suo zoccolo duro e non sarebbe stato utile.

Utile a chi? Al Paese. Grillo è utile, utilissimo, fondamentale per la spinta propulsiva che l’entropia e la schizofrenia tematica e pulsionale sta dando alla trasformazione italiana. Senza Grillo non ci sarebbe stato Renzi e non si potrebbe sperare in Renzi, senza Grillo non sarebbe morto Berlusconi, senza Grillo… Renzi non avrebbe potuto fare la sua campagna elettorale stile 1914 con tanto di chiamata alle armi arruolando gli italiani nella battaglia, da Signore degli Anelli, tra “speranza e rancore” - senza Grillo e senza i sondaggi che a ridosso del voto davano il movimento 5 stelle a percentuali oceaniche il PD non avrebbe stravinto le elezioni e probabilmente si sarebbe frazionato. Vogliamo dimenticarcelo? E a proposito di sondaggi: ma siamo così sicuri che i sondaggi veri o presunti, concreti o leggendari “sai, al Viminale danno Grillo al 39%” siano stati davvero sondaggi e non strategie politiche?

Mai votato Grillo e mai voterò Grillo. Per alcuni articoli di qualche anno fa sul movimento 5 stelle mi beccai insulti dagli amici grillini ed email di minacce da nemici grillini. Ma mi viene il dubbio, comunque, che la narrazione di un Movimento 5 Stelle passato da grande a piccolo, da vivo a morto, sia sbagliata, oziosa, dannosa per il rinnovamento democratico italiano, e che  possa ingenerare un pericolosissimo fraintendimento, e che possa dare un ulteriore alibi agli italiani moderati/immobili, che son ben peggio dei grillini zoccolo duro, e che vanno di qua e di la a cercarsi nuovi posti al sole e nuovi carri su cui saltare – ma lo fanno senza rabbia, senza dire parolacce, senza insultare le vecchine, ma con elegante cadenzata calcolatrice e strategica atarassia mentale. Se anche in Italia ci fossero i veri liberali sarebbe un’altra cosa, i veri liberali odiano i moderati, sono i loro nemici giurati.

P.S. Grillo nel video … prende tempo.