Lago Bolivia secco

Rassegna stampa ragionata, libera ed eclettica curata da Marion Sarah Tuggey.

Una vita fra kalashnikov, amore libero e Marx
Esiste un campo di ribelli in Colombia dove non esistono salari né matrimoni: 150 militanti delle FARC vivono in mezzo alla giungla, e molti di loro non si sono mai recati in una vera e propria città. In decenni di lotta fra le FARC e il governo colombiano ci sono stati 220.000 morti, e oltre 45.000 persone sono ‘scomparse,’ eppure chi abita quel campo ribelli è pronto a continuare la lotta iniziata cinquant’anni fa senza battere ciglio: la nuova e la vecchia guardia assieme, “contro l’imperialismo, per la patria, contro l’oligarchia, per il popolo” fra speranze di rinascita politica e vite abbandonate al loro destino.

Brasile: corruzione in politica e media, che duetto
Il Brasile soffre di una crisi a più strati che sta portando la nazione sull’orlo della rivolta: non parliamo di un solo politico coinvolto in affari di corruzione, ma di tutta una serie di personaggi ai livelli più disparati del potere. Dopo il colpo di stato del 1964, sostenuto dalle oligarchie e da alcuni dei media più influenti (pensiamo a Globo), le divisioni di classe e di razza non si sono mai assottigliate nella società brasiliana, anzi se possibile solo state istituzionalizzate. E gran parte dei media non solo stanno a guardare, ma sostengono anzi Lula prima e Rousseff poi, nella loro lotta per la conservazione del potere e dello status quo.

Un Padre Fondatore per ogni occasione
Negli Stati Uniti, in campagna elettorale, e in generale nei recenti discorsi politici, stiamo assistendo sempre più ad un utilizzo a volte improprio delle figure dei Founding Fathers come una sorta di spirito guida a sostengo di un’ampia gamma di posizioni politiche: basti pensare ad alcuni pezzi del New York Times o alla copertina del New Yorker con un disperato Washington che assiste ad una manifestazione di Trump. Eppure, riflettendoci, Washington - sì, proprio quel George Washington che aveva un folto numero di schiavi al suo servizio - non sarebbe l’esempio più adatto... Fondatori sì, ma nemmeno lontanamente perfetti, o adatti ai tempi moderni.

Me gusta el fuego, me gustas tú… Donald Trump
Essere Marine lo ha trasformato da ‘liberal’ e Democratico in conservatore e Repubblicano: John Castillo è uno degli ispanici americani che voteranno per Trump in caso di designazione ufficiale da parte del GOP. E non è il solo, anzi: parliamo del 14% dei votanti ispanici che hanno dichiarato che voteranno ‘sicuramente’ per il tycoon di New York. Perché? Perché parla come una persona normale, perché non è un politico di professione, perché imporrà dazi sulle merci importate, perché "se tanti leader delle élite mondiali non lo vogliono, allora è sicuro che stia facendo qualcosa di buono” per gli USA. Secondo Castillo, e molti altri, Trump non è razzista: è contro chi infrange la legge, e questo va oltre il piccolissimo dettaglio delle sue continue, controverse dichiarazioni.

Antaviliai, Kabul, Skopje, Bucarest: welcome, CIA
Un bell'edificio senza finestre, in territorio lituano, non lontano da Vilnius: uno dei posti in cui niente è successo, e niente è mai esistito - ai sensi della filosofia del programma “Rendition, Detention and Interrogation” della CIA. Buchi neri del mondo, in una dozzina di nazioni, dove prigionieri di vario tipo venivano portati e rinchiusi, lontani da qualsiasi influenza o contatto con altre agenzie del governo americano (hello, FBI), con i loro avvocati, con le organizzazioni umanitarie, col mondo.

Rome wasn’t built in a day
E neppure è stata pianificata, pare: tranne che per la Triade Capitolina, la storia della costruzione di Roma riflette una totale non-pianificazione urbanistica (strano, eh, non si direbbe mai vedendo la città al giorno d’oggi…) nonostante i tentativi iniziali fatti dai Re etruschi, spazzati via dall’invasione dei Galli e dalla successiva speculazione edilizia (…). Niente a che vedere con Pechino, ad esempio, creata come un preciso diagramma atto a contenere i cittadini affinché rimanessero soggetti al potere imperiale.

Per duemila anni
Amico di Cioran e Ionesco, Mihail Sebastian scrisse il romanzo “For two thousand years” che venne pubblicato nel 1934. Stroncato dalle critiche per aver affermato che un ebreo potesse integrarsi in qualsiasi cultura (sia da ebrei sia dalla nascente ala nazista in europa), Sebastian scrisse un memoir, “Journal 1935-1944,” che deve le sue fortune al fratello di Mihail, Benu, che lo infilò, inedito, nella sua valigia diplomatica quando emigrò dalla Romania a Israele nel 1961. Il libro venne pubblicato nel 1996, quando fu ritenuto che fosse abbastanza ‘sicuro’ pubblicare qualcosa riguardante la Romania, dato che la sua temibile polizia segreta era stata smantellata. Da allora anche “Per duemila anni” è riuscito ad ottenere il ruolo che gli spetta, cronaca fedele della trasformazione del ruolo degli ebrei nella società rumena da persone con gli stessi diritti dei ‘Gentili’ a quello di perseguitati dal regime.

Un lago, secco.
Foto fantastiche di un lago boliviano dove l’acqua è scomparsa, nella speranza che l’acqua ritorni a dare vita e lavoro alle persone della zona.


@masaraht


Le scorse rassegne si trovano nel sommario di Terza Pagina.