Gli scienziati, è risaputo, sono tipi strani. Sarà per questo che non vengono presi molto sul serio. Basta nominare "Stamina" per evidenziare tutta la distanza esistente tra chi indossa un camice e chi no, e come chi lo indossa abbia impiegato più di due anni per riuscire a farsi ascoltare. Un problema tanto più grave in quanto non esclusivo del belpaese.

biotech

Lo scollamento tra ricercatori e cittadini emerge in tutta la sua vastità dal recente rapporto del Pew Research Center che, insieme all'Accademia delle Scienze americana (AAAS), ha cercato di misurarlo. Ne ha parlato diffusamente anche Silvia Bencivelli, alcuni giorni fa, su Repubblica. Ad essere preoccupante però è non tanto (o non solo) il fatto che questa distanza esista, ma piuttosto alcune sue conseguenze sui processi decisionali.

PEW

Se intervistassimo idraulici e non idraulici, chiedendo loro quale tipologia di materiali sarebbe meglio usare per un certo impianto, avremmo con tutta probabilità un risultato analogo a quello ottenuto da PEW e Accademia delle Scienze. Chi ne sa, ne sa di più di chi non ne sa. Poco male. A fare l'impianto, e soprattutto a decidere come farlo, sarà chi ne sa: gli idraulici. Dopotutto l'obiettivo è avere l'acqua calda in casa.

Quello che emerge in modo prepotente dal rapporto americano è però l'evidenza che questa regola aurea (chi ne sa, fa) ha cominciato a smettere di funzionare per il mondo della scienza. Viviamo in un mondo tecnologico dipendente dalla scienza e da competenze che in pochi possono possedere, eppure facciamo sempre più fatica ad affidarci agli esperti (quelli veri), come dimostrano anche le normative emanate in moltissimi campi ad alto contenuto scientifico (il caso forse più celebre è quello degli OGM) che di riscrittura in riscrittura si allontanano progressivamente da quel che si sa di quella materia.

Normativa

Chi sa dunque farebbe, ma purtroppo chi non sa decide cosa si può fare, e come: negli ultimi anni i non esperti hanno deciso, lentamente ma inesorabilmente, di non ascoltare chi ne sapeva più di loro. Non solo sul fronte normativo, ma anche sulla allocazione delle risorse, come dimostrano le crescenti difficoltà da parte dei ricercatori nel reperire fondi.

funding

Difficoltà che hanno influito decisamente sul modo in cui i ricercatori vedono il futuro. Quasi il 50% di loro pensa di vivere in un brutto momento per la scienza.

feeling

Resta da chiedersi come sia stato possibile trasformare l'era più tecnologicamente avanzata della storia umana nell'era in cui meno la scienza viene ascoltata. Si studiano poco le scienze a scuola? Senza dubbio, ma dubito fortemente che qui (o solo qui) sia la chiave del problema, anche se molti ricercatori ancora lo pensano.

cause

Forse è il caso di cominciare ad affrontare anche questo problema in modo razionale, magari con un bell'esame di coscienza, dentro e fuori la comunità scientifica. Prima che sia troppo tardi, per il bene di tutti.

@DNAyx