Marmolada grande

Anche chi sta dalla parte della ragione non è immune da una demagogia e retorica stucchevole. 

Cambiamento climatico: do per assodato che sia corretto tutto ciò che pensiamo, cioè che sia causato dalla CO2 e che l'unico modo di fermarlo sia ridurla nel più breve tempo possibile. Possibile, cioè il più breve tempo che la nostra società consentirebbe senza implodere con conseguenze molto violente. Se c'è una cosa che il lockdown 2020 ha insegnato, è che la decrescita non è felice.

L'Italia è una piccola tessera del mosaico globale, cosa che non dispensa assolutamente dal raggiungere gli obiettivi "perché tanto devono farlo Cina e India" come qualcuno pigramente pensa, ma che fa capire come non ci sia una "misura urgente" che possiamo prendere che possa, per dirne una, salvare i ghiacciai. Neanche se tutto il paese tornasse all'età della pietra e trattenesse pure il respiro si potrebbe influire sull'inevitabile destino di vedere tutti i ghiacciai alpini sciolti entro pochi anni.

Quindi no, non ci sono "misure urgenti" per fermare il cambiamento climatico. Semmai ci possono essere misure urgenti per gestirlo, in quello sì che il singolo paese ha potere di fare qualcosa. Gestire le future siccità che saranno come questa e anche peggio, gestire gli eventi climatici violenti, gestire il fabbisogno energetico che le ondate di caldo estivo generano.

Il mondo ha una roadmap per ridurre la CO2 e contrastare il surriscaldamento globale, e un piccolo paese che fa uno scatto in avanti e raggiunge gli obiettivi prima del tempo non cambierà sostanzialmente nulla, se non per il fatto di dare un buon esempio. Ma, per quel paese, farà la differenza come il cambiamento climatico sarà gestito. Installare pannelli solari o costruire in 10-15 anni delle centrali nucleari è opportuno in chiave futura, ma non "urgente", perchè avviare un reattore nel 2040 o nel 2045 non cambia sostanzialmente molto in un conteggio che è globale e non locale come quello della CO2. Ma potrà fare una grande differenza avere più invasi per l'acqua piovana nel 2023, anzichè nel 2025.

Semplicemente, quando l'ondata di piena sta arrivando, generalmente si rinforzano gli argini il più possibile, non si progetta una nuova diga. Il che non significa che nel frattempo non lo si possa fare.

Il problema è questo: quando si scrive "è crollato il ghiacciaio della Marmolada, servono misure urgenti contro il cambiamento climatico", chi legge sa che non è vero. Lo sa che non lo fermiamo noi, e che non lo fermiamo in tempo. Quindi si sente preso in giro, gli si accende la spia "demagogia", e passa oltre. Non parliamo poi di quando si usa la leva del senso di colpa (il ghiacciaio si è sciolto perchè guidi un auto), illudendosi che il lettore, sentendosi sotto attacco personalmente, non si ponga sulla difensiva chiudendosi ulteriormente rispetto all'idea di cambiare abitudini.

Passi quando l'attacco viene da giovani attivisti la cui semplificazione del problema è più che perdonabile, data l'età. Ma questo non può essere arbitrariamente imposto come gold standard di ogni discussione, causando un naturale risentimento nelle persone che vorrebbero affrontare il problema con un approccio più approfondito e soprattutto multidisciplinare (fisica e climatologia contano tanto quanto economia e geopolitica, in questa battaglia) ma vedono il dibattito svilupparsi attraverso frasi abbastanza brevi da entrare in uno striscione.

Aver ragione non dispensa dal curare la comunicazione. Del resto, gli esempi di chi ha torto ma comunica bene e ottiene consensi li conosciamo, no?