Ripubblichiamo in traduzione italiana (a cura di Deborah Piovan) per gentile concessione dell’autore un articolo uscito per la prima volta nell'edizione di febbraio 2021 di Gafta World, la pubblicazione ufficiale della Grain and Feed Trade Association.

Gli Stati Uniti e l'UE condividono una visione comune, nutrire 10 miliardi di persone entro il 2050, ma le loro opinioni su come arrivarci differiscono.

Cos’è meglio per gli agricoltori e la sicurezza alimentare: un approccio simile a quello statunitense incentrato sulla tecnologia e l'innovazione, oppure la strategia Farm to Fork dell'UE con i suoi obiettivi ambiziosi, che includono la riduzione dell'uso di sostanze chimiche e la conversione di più terreni agricoli ad agricoltura biologica?

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Quando l'anno scorso è stata implementata la strategia Farm to Fork dell'UE alcuni commentatori americani avranno senz’altro pensato: "Perché ci è voluto così tanto tempo? Noi ci occupiamo di gestire la sostenibilità e i miglioramenti delle aziende agricole da buona parte del secolo scorso.”
E in effetti le leggi e le politiche statunitensi sull'ambiente e la conservazione sono in vigore da molti decenni. Ma l’attenzione all’ambiente è nell’agenda dell’UE da quasi 30 anni ed è in effetti la si trova racchiusa nelle ambizioni della strategia Farm to Fork (F2F) per un futuro sostenibile a livello globale.

L’obiettivo condiviso di un approvvigionamento alimentare sicuro e sostenibile

Qualunque sia il modo in cui si guarda alla questione, entrambe le sponde dell'Atlantico hanno molto in comune sugli obiettivi alimentari sostenibili, nonostante le differenze di approccio e produzione. La sfida per entrambe le parti è come coltivare più cibo su meno terra, utilizzando meno input, rispettando la qualità e la quantità dell'acqua, migliorando la salute del suolo e lavorando per mitigare i cambiamenti climatici.
La sfida che l'agricoltura mondiale deve affrontare è immensa. Per nutrire i 10 miliardi di persone previste entro il 2050 essa deve produrre più cibo nei prossimi ventinove raccolti di quanto non ne sia stato prodotto negli ultimi 10.000 anni. In che modo affrontare al meglio questa sfida: un approccio in stile statunitense incentrato sull'innovazione e le nuove tecnologie nel sistema agricolo, oppure l'ambizioso F2F dell'UE con obiettivi ambiziosi come un taglio del 50% delle sostanze chimiche e la conversione del 25% dei suoi terreni agricoli a biologico, che è meno produttivo, entro il 2030?
In generale, negli Stati Uniti c'è un'intesa circa il fatto che la strategia F2F sia lodevole e abbia l'obiettivo condiviso di un approvvigionamento alimentare sicuro e sostenibile. Ma l'attuazione di alcuni degli obiettivi dell'F2F che non sono riconosciuti a livello internazionale o scientificamente sostenibili creerà barriere commerciali.

Preoccupazione tra gli agricoltori dell'UE

Gli agricoltori dell'UE sono preoccupati che perdere l'accesso a sostanze chimiche, fitofarmaci e nuove tecnologie innovative possa svantaggiarli sia nella produzione che nella competitività. Inoltre, c'è preoccupazione per il potenziale impatto negativo della F2F sulla sicurezza alimentare.
Il Servizio di ricerca economica (ERS) del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti ha effettuato una valutazione d'impatto della F2F , ad oggi l'unica valutazione di questo tipo disponibile da questa o quella parte dell'Atlantico. La valutazione dell’ERS ha osservato che le riduzioni dei fattori di produzione proposte ridurrebbero la produzione agricola dell'UE fino al 12% e diminuirebbero la competitività degli agricoltori. Ciò porterebbe a un aumento del 9% dei prezzi mondiali dei prodotti alimentari e a una riduzione degli scambi commerciali, il che danneggerebbe soprattutto le regioni ad alto indice di insicurezza alimentare.

Più di un approccio

Le organizzazioni alimentari e agricole statunitensi riconoscono che gli obiettivi F2F sono lodevoli, ma otterranno il risultato? Più cibo con meno terra; non meno cibo con meno terra come delineato nella F2F: questa è la sensazione diffusa. La via da seguire dovrebbe essere il riconoscimento da parte dell’UE del ruolo di un’agricoltura basata sulla scienza, su una adeguata valutazione del rischio e sulla tecnologia come elemento centrale per soddisfare i bisogni da qui al 2050. Ad esempio, l'Agenda per l'innovazione agricola 2020 dell'USDA mira ad aumentare la produzione del 40%, dimezzando al contempo l'impronta ambientale dell'agricoltura americana entro il 2050.
La percezione comune degli europei nei confronti dell'agricoltura americana è che sia una "Big Ag", pronta ad afferrare qualsiasi tecnologia, indifferente all'ambiente. Eppure il 97% delle aziende agricole statunitensi sono a conduzione familiare, spesso tramandate di generazione in generazione nella stessa famiglia. Le nuove tecnologie devono essere sicure ed efficaci, altrimenti gli agricoltori ne abbandonerebbero rapidamente l’uso.
Kevin Latner, Presidente di The U.S. Sustainability Alliance, che promuove le pratiche di sostenibilità di 20 dei principali gruppi agricoli, della pesca e forestali afferma: "L'agricoltura statunitense è tra le più sostenibili al mondo, eppure è costantemente impegnata a migliorare. Le nostre aziende sono in continua evoluzione e ci rendiamo conto che tutti abbiamo molto da imparare. Con problemi di clima e ambiente di dimensioni planetarie, la collaborazione nell'approccio è l'unica strada da percorrere. Crediamo che la sostenibilità debba essere parte del sistema di produzione, della raccolta, della lavorazione e della trasformazione. Gli obiettivi della strategia Farm to Fork sono lodevoli. Non vediamo l'ora di lavorare con i nostri omologhi europei per sviluppare standard per la protezione dell'ambiente che siano orientati al risultato, e che considerino le diverse sensibilità culturali e i vincoli delle risorse non solo in Europa, ma in tutto il mondo".
La strategia F2F conclude che il suo obiettivo è "rendere il sistema alimentare dell'UE uno standard globale per la sostenibilità". Nella migliore delle ipotesi, ciò ignora il fatto che le diverse regioni del mondo hanno sistemi di produzione diversi e quindi approcci diversi alla sostenibilità. Ciò non significa che un sistema sia migliore di un altro, ma piuttosto che si può basare su diversi aspetti geografici, climatici e culturali rispetto a quelli europei. La stessa taglia non si adatta a tutti, indipendentemente da ciò che si possa desiderare in base ai nobili ideali della F2F. La realtà è che sulla strada verso un futuro alimentare sostenibile tutte le strade possono portare a Roma.