glifosate

Il dossier europeo sul glifosate si arricchisce di un nuovo e forse decisivo capitolo. L'agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ha infatti confermato la classificazione del noto erbicida, tra i più usati in agricoltura e nella gestione del verde pubblico, tra le sostanze non cancerogene. Il comitato per la valutazione del rischio dell'agenzia (RAC), dopo aver valutato le evidenze scientifiche disponibili, ha assegnato il glifosate a sole due categorie di rischio: la H318 ("Provoca gravi lesioni oculari") e la H411 ("Tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata").

Non stiamo parlando quindi di una sostanza innocua, cosa per altro non sorprendente, ma neppure di una sostanza cancerogena. Come spiega in questo video Tim Bowmer, il comitato da lui presieduto è giunto a questa classificazione dopo una valutazione estensiva degli studi condotti in passato, sia su esseri umani che su animali da laboratorio. Per l'ECHA, il glifosato non è neppure genotossico (non provoca cioè mutazioni genetiche) e non ha effetti sulla riproduzione.

L'agenzia precisa che la decisione è arrivata con il consenso di tutti i membri del RAC, e ha previsto diverse fasi. Dopo la consultazione pubblica svoltasi la scorsa estate, il comitato ha incontrato a dicembre i principali stakeholder, tra cui esponenti dell'industria, ma anche lo stesso IARC, che nel marzo 2015 aveva definito il glifosate come "probabilmente cancerogeno". A quel punto, la decisione è stata presa in modo indipendente e senza alcuna attività di lobbying: ad assicurarlo sono gli stessi membri del comitato, che sono scelti per i loro meriti scientifici dagli stati membri per un mandato (rinnovabile) di tre anni.

Il parere dell'agenzia non avrà un impatto diretto sul rinnovo dell'autorizzazione all'uso per questo erbicida, in scadenza a fine anno, ma potrebbe spingere la Commissione Europea in questa direzione. Dopo l'allarmismo scatenato dal rapporto IARC e le smentite dell'EFSA e della FAO, la Commissione aveva infatti sospeso il suo giudizio in merito al rinnovo, posticipando di 18 mesi la scadenza dell'autorizzazione proprio per permettere all'ECHA di concludere la sua valutazione, ed è quindi probabile che a breve giungerà la decisione definitiva dell'UE. In assenza di altri colpi di scena, sembra scontato che la Commissione autorizzerà l'uso del glifosate per altri 15 anni.

Il rapporto dell'ECHA tocca da vicino anche il nostro Paese. Un decreto del 2016 pone infatti dei limiti molto stringenti all'uso dei formulati a base di glifosate, proibendone l'utilizzo nelle aree di verde pubblico, nei pressi di scuole e ospedali, e vietando agli agricoltori di utilizzarlo nei giorni precedenti il raccolto. Dopo questa ennesima smentita, potrebbe essere giunto il momento di riconsiderare queste limitazioni, introdotte sull'ondata emotiva del momento, ma a quanto pare non supportate dalle evidenze scientifiche.