rosling

Gramsci parlava del pessimismo della ragione contrapposto all’ottimismo della volontà per spiegare come al riscatto dell’uomo in una civiltà nemica dell'uomo stesso possa provvedere solo la forza di volontà, al di là dell’analisi fattuale che invece ci condannerebbe al pessimismo e alla rassegnazione.

Gramsci parlava negli anni ’20, in un contesto generale e da un punto di vista particolare che non facevano effettivamente presagire nulla di buono nel breve termine, ma la sua frase, ripetuta in molti suoi scritti, è diventata uno dei luoghi comuni migliori per spiegare quello che invece è un grave pregiudizio, forse il pregiudizio per eccellenza: il mondo va sempre peggio, a osservarlo con attenzione non si può che constatarne l’ineluttabilità del declino, per contrastare il quale ci si può solo affidare alla fede, o a una volontà che prescinda dalla razionalità (che in fondo è la stessa cosa).

Se c’è una persona che più di chiunque altro ha contribuito a smascherare e a rendere evidente, palpabile, l’infondatezza di questo pregiudizio, quella persona è Hans Rosling, fondatore di Gapminder, scomparso martedì a Uppsala, in Svezia, all’età di 68 anni.

Gapminder è una fondazione per la promozione dello sviluppo sostenibile e al tempo stesso un software - chiamato oggi “trendanalyzer” dopo l’acquisizione di Google dieci anni fa - che permette di visualizzare e comparare i dati statistici più rilevanti sulla popolazione del pianeta lungo un percorso temporale animato attraverso efficaci infografiche interattive, sintetizzabili anche in sorprendenti video come questo: ricchezza e povertà, aspettativa di vita, accesso all’istruzione, mortalità infantile, per tutti gli indicatori disponibili la ragione e le evidenze dovrebbero condurre all’ottimismo, al superamento del pregiudizio pessimista.

Ma il lavoro di Rosling, la sua abilità di comunicatore e divulgatore scientifico, non hanno contribuito solo a smascherare il pregiudizio pessimista, ne hanno soprattutto dimostrato la tenacia, la resistenza a qualsiasi prova contraria. E’ il “sapere nostalgico”, di cui spesso ha parlato Antonio Pascale, anche su queste pagine, che ci induce a cercare protezione dall’incertezza del futuro e del tempo che passa nel mito di un passato che non esiste, che non è mai esistito ma di cui abbiamo bisogno, non fosse altro che per rimuovere il decadimento, la vecchiaia e la morte dal nostro orizzonte individuale.

Ed è quindi il trionfo di tutto ciò che è “tradizione” in contrapposizione con l’innovazione che non porterebbe benessere ma corruzione della purezza dei bei tempi andati, è quindi l’incrollabilità del mito delle disuguaglianze in aumento, dei ricchi-sempre-più-ricchi contro i poveri-sempre-più-poveri, è bias cognitivo che si fa ideologia e strumento di potere, il più potente di tutti: avete ragione, va tutto male, ma abbiate fede in chi riconosce la fondatezza del vostro pessimismo e lo trasforma in volontà e azione. “Make qualcosa great again”, come se prima - quando, esattamente? - quel qualcosa fosse più grande e migliore di adesso. Il pre-giudizio diventa post-verità, la post-verità diventa potere. Si stava meglio quando si stava peggio, signora mia.

E invece no, non va tutto male, anzi, le cose non sono mai andate bene come adesso, mai come negli ultimi decenni la povertà globale è diminuita, insieme alla mortalità infantile, mentre aumentano redditi, aspettativa di vita e accesso all’istruzione, grazie a quel motore che si è messo in moto con la rivoluzione industriale, con lo sviluppo tecnologico, con il mercato e infine con la globalizzazione, che ha creato e ditribuito ricchezza, progresso e sviluppo a tutte le latitudini. Difficile immaginare un mondo più egualitario di quello contemporaneo, a meno di non voler tornare al tempo in cui eravamo sì tutti uguali, nella miseria e nella malattia.

Da quassù, spiega Rosling, dall’angolo più healthy and wealthy del pianeta, continuiamo a vedere la povertà come un monolite uniforme. Il resto del mondo, ai nostri occhi, è tutto poor and sick. Ma guardatelo da un’altra prospettiva, e considerate lo scorrere del tempo.

Andare sul sito gapminder.org e mettersi a giocare con le infografiche, trovare nuovi indicatori nel colossale archivio (più di 500 indicatori differenti finora disponibili) e scoprire nuove correlazioni, paese per paese, regione per regione, anno dopo anno, è un modo intelligente - l’ottimismo della ragione - e sorprendente, per ricominciare a leggere la realtà, un antidoto formidabile tanto al luogo comune a al pregiudizio quanto alla fede nel potere come motore di riscatto e cambiamento. A Hans Rosling e alla sua genialità, non possiamo che essere profondamente grati.