technopole

Il progetto Human Technopole è “una formidabile occasione per Milano, e non deve andare persa. Ma è anche un rischio per l’immagine della città". "Purtroppo, fino ad ora il Governo e il soggetto incaricato di scrivere il progetto hanno intrapreso strade che conducono nella direzione sbagliata, e che spostano la bilancia verso il rischio di fallimento.”

L’Associazione Luca Coscioni lancia l’appello, lo accolgono decine di scienziati dalle più autorevoli università e centri di ricerca italiani e stranieri perché la direzione sbagliata scelta dal Governo, cioè l’assegnazione diretta dei finanziamenti, venga corretta verso la direzione giusta - sostenuta invece dai firmatari dell’appello: la selezione dei progetti e dei soggetti scientifici con gara di evidenza pubblica internazionale e criteri di valutazione fondati sui meriti scientifici.

Human Technopole è il progetto per il nuovo polo di ricerca lanciato a febbraio dal Governo per il dopo Expo Milano 2015. Il progetto scientifico è stato sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia insieme al Politecnico di Milano, l'Università degli Studi di Milano e l'Università degli Studi Milano Bicocca, in collaborazione con gli istituti di ricerca clinica e ospedaliera di Milano, la Fondazione Edmund Mach di Trento, la Fondazione ISI di Torino, il CINECA di Bologna e il CREA. L’obiettivo è “rendere l'Italia uno dei Paesi leader mondiale nell'ambito delle tecnologie umane e della long life.”

Human Technopole sarà realizzato nell'area Expo a Milano, avrà laboratori per circa 1500 fra ricercatori, tecnici e amministrativi, ma altri ne sono previsti all'interno degli istituti di ricerca partner, sotto forma di “Outstation”. Ci sarà una fase di start-up di 3 anni, quindi una prima valutazione. Si parla di “call internazionali, in linea con gli standard internazionali, con l'obiettivo di attrarre scienziati di rilevanza mondiale senza barriere di nazionalità”. Se ne parla sul sito del Ministero delle Politiche Agricole

Il progetto però non convince la comunità scientifica. La scienziata e Senatrice a vita Elena Cattaneo manifesta le prime e più autorevoli perplessità. “Mentre la ricerca agonizza, spunta lo Human Technopole” - denuncia su Repubblica. Accusa il Presidente del Consiglio - la scienziata della Statale di Milano - di aver tirato fuori questo Human Technopole dal cilindro, ed averne affidato “(alla cieca) la gestione all'Istituto italiano di Tecnologia (Iit) di Genova, fondazione di diritto privato.” Cattaneo ne fa una questione di trasparenza, certo. Ma anche di selettività della spesa in ricerca, di ragionevole pianificazione strategica delle risorse e della loro redditività - di cui la valutazione pubblica è evidentemente presupposto.

Dalle considerazioni tecniche al punto politico: è giusto garantire a un ente di diritto privato - lo IIT, Istituto italiano di Tecnologia - un miliardo e mezzo di Euro (150 milioni di euro l'anno per dieci anni) senza bando pubblico né evidenza di assegnazione per merito?
La Coscioni pensa di no e propone una strategia alternativa. “Invitiamo i protagonisti a ripensare le strategie per la realizzazione del progetto, organizzando delle conferenze ristrette alle quali invitare scienziati, tecnologi ed economisti della ricerca italiani e internazionali per identificare - spiegano i promotori dell’appello - obiettivi strategici di davvero alto profilo”.

L’iniziativa della Coscioni - dice Cappato, con Filomena Gallo e Marcello Crivellini a Milano per la presentazione alla stampa del manifesto - “non è contro Human Technopole ma per l’assegnazione dei progetti secondo criteri obiettivi pubblici e trasparenti di merito scientifico”. Perché non si affidino le cose ai più amici ma ai più bravi. Non una grande pretesa in fondo.

Secondo il prof Crivellini del Politecnico di Milano, nelle modalità con cui l’operazione Human Technopole è stata impostata dal Governo, si rintraccia la stessa gestione opaca che ha contraddistinto l’epoca Formigoni. “Il meccanismo opaco scelto per il finanziamento dello Human Technopole assomiglia pericolosamente al finanziamento ‘parallelo’ messo in piedi nella sanità lombarda dalla coppia Formigoni-Daccò. C’è dunque il pericolo concreto che anche per lo Human Technopole si inseriscano ‘facilitatori’ di finanziamento per favori amici e conniventi”.

L’appello propone un altro metodo, e non per parlare d’altro ma per rendere più familiare l’Italia alle buone pratiche universalmente riconosciute presso le comunità scientifiche internazionali. Bisognerebbe intanto capire “la visione, le idee e le forme organizzative del progetto, affidando a una commissione internazionale la scelta del migliore progetto e della forma organizzativa più confacente al raggiungimento degli obiettivi”. E poi andrebbero identificati “ulteriori Enti coinvolti, i coordinatori, le modalità di finanziamento” e stabiliti “chiari parametri di conflitto di interesse per cui chi siede nella commissione non può essere candidato”.

Cappato sostiene che l’assegnazione diretta su Human Techonopole serva politicamente a “far tornare i conti ad Expo” - sul breve - ma di mancare in prospettiva la vera sfida per la ricerca italiana e la sua effettiva redditività che è basata sulla libertà di ricerca piuttosto che sulla fedeltà o prossimità. Cappato parla anche da candidato Sindaco a Milano con la lista Radicali e quindi chiama in causa i responsabili delle amministrazioni locali, perché “Pisapia e Maroni non si tirino fuori”. Perché “se è vero che Human Technopole è un progetto del Governo, senza Comune di Milano e Regione Lombardia non si fa.” Come dire: c’è una responsabilità politica condivisa, che non si faccia gli gnorri. Trasparenza e criteri universalmente accettati nel mercato scientifico globale sono il presupposto per fare bene.

Tra i firmatari dell’appello, scienziati delle principali Università e Centri di Ricerca italiani. Tra i primi ad aver sottoscritto (selezione casuale) - oltre Cappato, Gallo, Corbellini: Giulio Cossu (Human Stem Cell Biology presso UCL, Londra), Marcello Crivellini (Politecnico di Milano), Luigi Campanella (Università la Sapienza), Alessandro Cellerino (Principal Investigator, Bio@SNS, Scuola Normale Superiore Pisa), Francesca Cargnin (Ph.D Oregon Health & Science University), Alessandro Fraldi (PhD Group Leader TIGEM - Telethon Institute of Genetics and Medicine), Marta Piscitelli (ENEA), Claudia Caddeo (CNR-IOM Cagliari, Cittadella Universitaria), Oronzina Botrugno (Istituto Europeo di Oncologia), Silvana Mangiaracina (CNR - Istituto di Scienze Marine, ISMAR), Elona Cama (Università degli studi di Padova), Andrea Boggio (Bryant University , USA).

L’elenco completo può essere consultato sul sito dell’Associazione Luca Coscioni, dove è anche possibile firmare l’appello

@kuliscioff