Monti torna a fare Monti, e basta. Magari Scelta Civica torna a essere montiana
Istituzioni ed economia
La vicenda che ha ieri portato Monti alle dimissioni da Scelta Civica si presta a diverse chiavi di lettura. La prima e più banale (su cui la stampa comprensibilmente insiste e maramaldeggia) è relativa ai limiti soggettivi e oggettivi di un leader riluttante e di un' impresa politica inventata impacchettando, attorno ad un'agenda di governo, storie e persone di diversa provenienza e di diversa qualità.
Vi è però una seconda chiave di lettura, meno superficiale e "psicologica". Monti e il montismo sono stati un fenomeno e in qualche modo una misura della crisi politica italiana e una risposta coerente, ma anche impossibile, agli inganni del "democraticamente corretto". Monti ha perso le elezioni contro Grillo, non contro Berlusconi e Bersani. L'Italia ha preferito l'esorcista al confessore, il guaritore che prometteva di liberare gli italiani dal malocchio della politica, al "moralista" che li invitava a guardare con occhi onesti una crisi fatta ad immagine e somiglianza dei loro difetti.
Dopo le elezioni, persa la partita antipolitica, si sono anche andati rapidamente stringendo gli spazi per quella sorta di radical center, che la formazione montiana si candidava a rappresentare nelle istituzioni. La gabbia tripolare ha visto ricostituirsi sul versante politico il tradizionale bipolarismo destra/sinistra e quel confine ha finito inevitabilmente per dividere anche Scelta Civica. Della grande coalizione che nelle aspettative di Monti doveva mettere in comune le forze per reggere il peso delle grandi riforme, è rimasta la piccola consociazione che lega, in un unico destino, le minoranze "moderate" dei due maggiori partiti. Svanito il contesto del discorso montiano, ha finito per affievolirsi anche il suo testo, a partire da Scelta Civica, ridotta (non certo da Monti) a "centro" di servizio parlamentare e di complemento ministeriale.
L'eredità di Monti rimarrà controversa, ma anche contesa. Monti tornerà a fare Monti, e basta. La "sua" Italia è minoritaria e il "suo" partito, se taglierà, anziché provare a sciogliere, i nodi a cui è quasi finito impiccato, potrà magari tornare a mostrare un profilo montiano meno inconsistente e più orgogliosamente (e corentemente) di minoranza. A Scelta Civica, che non era più niente, le dimissioni di Monti restituiscono almeno la possibilità di essere qualcosa.