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Per Henri Guaino, ex consigliere speciale di Nicolas Sarkozy, autore di molti libri sulla V° Repubblica e sulla frattura sociale, la situazione francese di oggi ricorda quella della IV° Repubblica, dominata dal caos dei partiti.

Fu l'arrivo di de Gaulle il 13 maggio 1958 a porre le basi per la nascita della V° Repubblica e a salvare la Francia dalla guerra civile. Stiamo assistendo a circa 200 "désistement" cioé la rinuncia del candidato arrivato terzo per favorire il candidato opposto a RN.

Secondo Guaino non é certo che il "désistement" produca gli effetti sperati, anzi! Un elettore di estrema sinistra tenderà ad esprimere un voto di protesta e in assenza del candidato di LFI (la France Insoumise) voterà probabilmente per il candidato RN (voto antisistema) o si asterrà. Anche il ministro dell'economia Bruno Le Maire ha espresso le sue perplessità; "ho sempre combattuto gli estremisti-ha dichiarato- e sono molto perplesso di fronte ad un inciucio con l'estrema sinistra: non si fa una coalizione per sbarrare la strada a qualcuno ma per indicare una rotta da seguire".

L’accordo con la France Insoumise non piace a Bernard Henry-Lévy per il suo carattere apertamente antisemita. Secondo il politologo Yves Mény l'antidoto migliore a RN non é il “fronte repubblicano” ma farli governare. Conciliare realtà ed aspettative é molto difficile. Guaino non lesina critiche a LR; queste elezioni hanno sancito la dissoluzione dei repubblicani divisi tra Ciotti e il resto del partito.

Quando non si ha niente dire e si fa un accordo solo per salvare qualche seggio, chiosa Guaino, si è destinati all’irrilevanza politica. Ma la crisi di LR per Guaino ha origini antiche; è cominciata con la dissoluzione del partito gollista RPR che aveva un forte radicamento popolare ed una storia rimpiazzato dall’UMP che ha progressivamente perso la sua base popolare e la sua storia.

L’UMP ha resistito sotto Chirac perché era al potere e per l’intelligenza e il dinamismo di Sarkozy ma, finita l’epoca di Sarkozy, sono venute meno le idee, l’intelligenza, l’energia e la lotta intestina tra Fillon e Copé ha segnato l’inizio di un declino irreversibile che ha portato alla sua sparizione e alla creazione di LR. Il crollo dei gollisti ha ovviamente favorito la crescita di RN che ha subito una vera e propria metamorfosi ma che resta, secondo Guaino, un partito protestatario e con ricette economiche confuse.

Cosa potrà uscire dalle urne domenica? Ma soprattutto gli accordi di palazzo potranno placare la rabbia e le paure dei francesi? Guaino ha forti dubbi. Maggioranza assoluta RN? Fronte popolare con i macronisti? Governo tecnico all'italiana? Macron si dimetterà? La situazione sarà talmente ingovernabile che il Presidente della Repubblica dovrà ricorrere all'articolo 16 della Costituzione (“Quando le istituzioni della Repubblica, l'indipendenza della Nazione, l'integrità del territorio o l'esecuzione degli impegni internazionali sono minacciati in maniera grave ed immediata e il regolare funzionamento dei poteri pubblici costituzionali è interrotto, il Presidente della Repubblica adotta le misure richieste da tali circostanze, sentiti il Primo Ministro, i Presidenti delle assemblee ed il Presidente del Consiglio Costituzionale”)?

Per Guaino la frattura nella società francese é così marcata che questa dissoluzione e questa breve campagna elettorale hanno prodotto l'effetto di spingere gli elettori verso gli estremi. Domenica sera avremo le risposte a questi quesiti.