boschi carfagna

Gentili Mara e Maria Elena,

mi rivolgo a Voi perché sono convinto che l’Italia abbia bisogno di coraggio. In tutti i sensi e a tutti i livelli. Non alludo al coraggio dimostrativo di quel ribellismo adolescenziale che sembra aver contaminato così larga parte della nostra società. No, alludo al coraggio autentico, quello non urlato, quello fermo e compìto, in sostanza alludo al coraggio femminile. La nostra società politica ha bisogno di questo tipo di coraggio, ha bisogno di un gesto al contempo sobrio e dirompente, quel tipo di gesto di cui, mi ripeto, talora solo le donne sono capaci.

Gentili Maria Elena e Mara, perdonate l’ineleganza di un’autocitazione, ma credo che in queste parole che traggo da uno dei miei ultimi libri, Il dono dell’imperfezione, sia contenuto il mio pensiero sulla leadership al femminile:  "Ricordo molti episodi di quel mio periodo di vita in campagna: la mungitura delle vacche, il saluto agli animali prima del macello, la nascita dei vitelli. Ma l’immagine che più di ogni altra mi sovviene, riguarda le cucciolate dei gatti. Osservavo i gatti educare i loro cuccioli alla caccia del topo. Papà-gatto cacciava la preda e la portava ancora in vita a mamma-gatta che, dopo averla tramortita con qualche zampata ben assestata, la metteva a disposizione dei micetti, i quali si producevano in goffi agguati. Quando il topo si riprendeva, la gatta lo tramortiva nuovamente per fare riprendere l’allenamento dei cuccioli. Certo, lo so, la scena è un po’ cruda, il topo subiva una sorta di penosa corrida, ma l’emozione che mi procurava l’educazione dei piccoli, lo confesso, era maggiore della pietà che provavo verso la bestiola. Potevo osservarli per ore senza annoiarmi. Nel ricordare quella scena, pur mantenendo la tenerezza infantile, ne rielaboro il significato: il gatto è il “manager” che assicura le risorse per il presente, ma il “leader” è la gatta che, insegnando ai piccoli a cacciare e liberando il loro talento, assicura loro una possibile autonomia futura. Sono convinto che un’espressione compiuta della leadership abbia bisogno di uno spirito materno. Solo così possiamo superare ogni tentazione paternalistica e scoprire una semplice regola, utile di fronte alle scelte più difficili, nelle quali siamo chiamati al coraggio di sciogliere un dilemma. In quei momenti, basta domandarsi: come si comporterebbe una madre?"

C’è tanto bisogno di leadership al femminile, c’è bisogno di gesti coraggiosi che segnino le coscienze. Gentili Mara e Maria Elena, lo sapete bene, la storia e la cronaca sono piene di esempi di questo tipo. La memoria inevitabilmente ci porta alla struggente vicenda di Anna Frank, ma anche ad altre adolescenti della storia più recente. Nel 2008, Malava Yousafzai, a soli undici anni, dà vita a un blog nel quale racconta del regime talebano e dà voce alle donne pakistane che aspirano al diritto all’istruzione e combattono per i propri diritti civili. Nel 2012 sarà vittima di un attentato ad opera dei talebani pakistani e due anni dopo sarà insignita del premio Nobel per la Pace. Ma il coraggio femminile non ha sempre necessariamente un contenuto drammatico.

Pensiamo ad esempio al caso di Coco Chanel. La sua visione della femminilità ha rivoluzionato il mondo della moda che, ancora oggi, subisce l’influenza delle sue creazioni, ma ha cambiato anche il costume e, in fondo, la cultura. Se a partire dagli anni sessanta, il mondo è avanzato in tema di emancipazione, forse lo si deve più alla minigonna che ai solenni enunciati maschili.

Con gli esempi si potrebbe proseguire senza fine, fino ad arrivare ai giorni nostri, giorni che propongono lo sfrontato coraggio di un’altra adolescente, Greta Thunberg, giorni che, per quanto riguarda l’Italia, ci propongono l’esempio limpido di Ilaria Cucchi, un’altra donna che ha saputo portare avanti una battaglia non urlata, un’altra donna che ha dimostrato quel compìto coraggio di cui ha così tanto bisogno il nostro Paese.

Gentili Maria Elena e Mara, riscontro anche in Voi quel tipo di coraggio femminile, quel tipo di leadership silenziosa, ma dirompente, tipica di chi non urla il proprio dissenso pur non sentendosi pienamente allineato, di chi sa difendere la propria posizione senza ricorrere al vittimismo, di chi non cede alla tentazione di abbassare lo sguardo dalla luna al dito. È forse per questo che, entrambe, siete state oggetto del più vile sessismo, tanto da destra, quanto da sinistra. Quel sessismo figlio di culture politiche apparentemente antagoniste, ma in realtà facce della stessa medaglia totalitaria: la cultura politica della destra sociale e fascistoide e quella della sinistra moralista e comunistoide. In fondo, è proprio in queste culture che affondano le radici della stessa narrazione neo-populista.

Gentili Mara e Maria Elena, è tempo di passare all’azione. Voi due? Insieme? Sì, Voi due, insieme. Pensate davvero che, oggi, il principale piano del confronto politico si riveli attraverso le diverse sfumature delle Vostre rispettive posizioni? Non si disvela, invece, nel confronto tra Voi da un lato e il neo-populismo dall’altro? L’epoca 4.0 non ha portato con sé solo innovazione tecnologia, porta con sé anche la necessità di nuovi paradigmi, in ogni ambito, anche nella scena politica, dove il vecchio paradigma fondato sullo schema destra/sinistra, si rivela ormai del tutto superato.

Per queste ragioni, cara Maria Elena e cara Mara, siete alleate di fatto, anche al di là della Vostra stessa volontà e per queste ragioni, potete rendervi protagoniste di un nuovo corso. Lo so bene, i leader delle forze politiche alle quali fate riferimento, sono mossi da un altro punto di vista e cioè dall’illusione di poter ricostruire i bei tempi andati, facendo leva sulle presunte incompatibilità delle due anime del fronte neo-populista: una strategia che porterebbe la nostra democrazia a un bipolarismo fondato sul confronto tra un polo a trazione leghista e l’altro a trazione grillina, in poche parole a un incubo.

L’Italia non ha bisogno di più opposizione, ha bisogno di una realistica alternativa che è cosa diversa. Essa non può che nascere da un soggetto, tutto da costruire, che si ponga come incubatore di una narrazione alternativa a quella neo-populista, una narrazione fondata su una concezione ottimistica della natura umana, sulla fiducia nella capacità degli individui, sull’evidenza della bellezza della nuova epoca.

Gentili Mara e Maria Elena, chi meglio di Voi , insieme, per affermare questa necessità? Chi meglio di Voi, insieme, per far scoccare la scintilla? Chi meglio di Voi, insieme, per il primo piccolo grande gesto? L’Italia ha più bisogno del Vostro coraggio e della Vostra leadership, di quanto i Vostri rispettivi schieramenti abbiano bisogno del Vostro allineamento.

Con stima.

@alechelo