È il meetup, bellezza, e tu non puoi farci niente. La base del Movimento 5 stelle sta evidenziando in questi mesi profonde difficoltà organizzative. La mancanza di una filiera decisionale chiara, l’orizzontalità esasperata con la quale si formula qualunque tipo di decisione e l’eccessivo protagonismo di alcuni dei militanti stanno generando particolarismi e distanze complicati da sanare. È il caso degli attivisti romani, in lotta permanente per la decisione su quale debba essere il “forum” ufficiale dei capitolini a 5 stelle, è quello della Puglia, dove sono ancora fresche le cicatrici del caso parentopoli.

 

Difficoltà che vengono a galla quando tocca fare scelte che hanno un impatto sulla vita pubblica del paese. Sta succedendo in Abruzzo, dove la composizione delle liste elettorali sta creando più di un problema alle truppe stellate, ma è in Sardegna che il caos decisionale del Movimento ha portato gli uomini di Beppe Grillo ad avvitarsi su se stessi.

L’esito finale è stato il peggiore possibile: le 5 stelle non saranno presenti sulla scheda elettorale. È accaduto che le percentuali da capogiro incassate alle ultime politiche (oltre il 29%) hanno fatto lievitare in questi ultimi mesi il numero di attivisti e di simpatizzanti. Che hanno iniziato a ragionare, città per città, meetup per meetup, su chi doveva essere candidato alle prossime regionali e su quale dovesse essere il criterio di selezione. Generando così una molteplicità di ipotesi e di soluzioni alternative di fronte alle quali una composizione dei diversi punti di vista è risultata impossibile. “Uno indiceva una riunione qui, un altro di là, le idee che ne uscivano erano diverse e non si riusciva a fare la quadra”, spiega un parlamentare sardo.

L’unica strada percorribile è sembrata quella delle primarie da celebrarsi via web. Le hanno chieste l’onorevole Paola Pinna, ma anche il senatore Roberto Cotti, che ha tentato invano di parlarne con Gianroberto Casaleggio, non riuscendolo a incontrare a Milano (“È stato un caso – spiega lui – sono andato in sede senza preavviso e lui non c’era”). Le ha chieste anche una larga fetta degli attivisti locali. Una richiesta alla quale si sono opposti molti dei meetup più influenti dell’isola: “Rischiamo infiltrazioni da parte di ultimi arrivati che non condividono le nostre idee”, la motivazione.

Un punto di vista che a molti è sembrato nascondere la volontà di mantenere l’ultima parola sulle candidature. “Dovete decidere voi – è quello che in sostanza hanno risposto dalla Casaleggio&associati – fateci sapere come muoverci”. A Milano sono arrivate sollecitazioni di segno completamente opposto, fino ad un ultimo tentativo di ricomposizione dei pareri divergenti tentato domenica sera. Ma la bocciatura da parte di un gran numero di militanti della riunione - alla quale avevano preso parte gli stessi Cotti e Pinna, oltre che a Emanuela Corda - ha mandato in fumo sul filo di lana l’accordo.

Niente liste, dunque: il Movimento 5 stelle non correrà per la successione a Ugo Cappellacci. Qualcuno racconta di un Grillo tutto sommato contento di non prendere l’ennesima batosta a livello locale a pochi mesi dalle europee. Qualcun altro di un Casaleggio infuriato. L’unica certezza è quella comunicata dal blog dell’ex comico: dopo questo pasticcio, da oggi in poi le primarie sul web saranno un obbligo. Organizzativo, più che morale.