ELSA FORNERO

Capiamo bene che provare a smontare la legge Fornero sia popolare. Capiamo perfettamente quanto appaia "da stronzi" difendere una legge che nel 2019 porterà a 67 anni l'età pensionabile. 67 è proprio tanto, lo sappiamo, soprattutto per i lavori più usuranti, quelli che richiedono energia e resistenza fisica. Ma siamo arrivati a questo punto, all'età pensionabile più alta d'Europa, perché per decenni la politica - e gli italiani, sì anche gli italiani - hanno creduto che l'Inps fosse una gallina dalle uova d'oro.

Oggi chi propone di bloccare l'adeguamento dell'età pensionabile - sia nel Pd, che in Forza Italia, nella Lega e nel M5S - dovrebbe avere il coraggio di dire: blocchiamo l’aumento dell’età pensionabile e copriamo le maggiori spese che questo comporta tagliando le attuali pensioni. Per il 2019 si tratterebbe di reperire circa 1 miliardo di euro, ma ogni anno la cifra aumenterebbe. Si può fare perché tutto, in fondo, si può fare. Ma si ha il coraggio politico e l'onestà intellettuale di reperire le risorse intra-sistema pensionistico? Peraltro, se si va prima in pensione, la pensione è più bassa, lo dice l’aritmetica. Ma pensioni più basse subito, non domani o dopodomani, come ahinoi si è sempre fatto.

Se non si fa questo, se non si ha questo coraggio, si sta semplicemente proponendo di scaricare ancora di più il problema sui lavoratori attuali, in termini di maggiori contribuiti previdenziali, sui giovani e sulla loro improbabile pensione di domani. Il rischio di bancarotta del sistema previdenziale pubblico esiste davvero.

Nessuno nega - nemmeno noi strenui Fornero-boys - che un sistema che cerca l'aggiustamento solo elevando l'età minima di pensionamento sia un modello profondamente ingiusto e inefficiente, non fosse altro perché l'aspettativa di vita è certamente influenzata dalle caratteristiche del lavoro che si svolge (un turnista metalmeccanico vive in media meno di un libero professionista, dati alla mano). Nessuno nasconde il dramma insito nelle carriere a singhiozzo, ma anche nella sempre maggiore difficoltà di donne e uomini over 60 di conciliare il lavoro con le attività di "welfare domestico", dal ruolo di nonni a quello di cura dei grandi anziani o dei familiari malati. Ma la soluzione a questi problemi non è nello smantellamento della Legge Fornero. La soluzione, di prospettiva e molto complicata, è nella graduale ma costante "personalizzazione" del welfare, nella costruzione di un modello assicurativo basato sulla persona.

Firmato: uno della classe 1980, cioè uno che in pensione non potrà andare prima dei 70 anni, se mai ci andrà.